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Guida alla lettura

La capillare diffusione dei portici è una delle caratteristiche più tipiche e universalmente conosciute di Bologna.
L'origine del portico risale al XII secolo, risposta ad una pressante esigenza abitativa, che non trovava altra soluzione se non nell'accrescimento di case già costruite: l'aumento di volume ai piani superiori al primo era sostenuto da pilastri e lo spazio a terra rimaneva aperto al passaggio delle persone a piedi o a cavallo.

La fitta sequenza dei portici costituisce un vero e proprio sistema urbano di percorsi pedonali coperti che innerva tutta la città storica e si estende anche fuori dal perimetro della cerchia della antiche mura.

Nel corso dei secoli, il portico non ha mai mutato la sua natura giuridica: è una proprietà privata di uso pubblico.

Questa peculiarità ha delle evidenti conseguenze: poiché i principali fruitori del portico sono i cittadini, genericamente intesi, che vi passeggiano sotto, i proprietari degli edifici sovrastanti tendono a non percepire il portico, che ha un uso fortemente pubblico, come loro proprietà, con tutto quello che ne consegue in termini di responsabilità e cura.

Se per prendersi cura dei portici occorre poi affrontare iter autorizzativi complessi, che vanno dall'occupazione di suolo pubblico, all'ottenimento di pareri da parte degli enti preposti, lo scoraggiamento non solo dei proprietari, ma di tutti coloro che vorrebbero occuparsene, cresce fino a diventare una valida giustificazione per la mancanza di iniziativa.

Il documento “Portici. Istruzione per la cura e l'uso” si inquadra in un più ampio contesto di azioni intraprese dall'Amministrazione Comunale, finalizzate ad agevolare l'iniziativa dei privati.

Le istruzioni per la cura e l'uso dei portici sono organizzate in schede e articolate in 9 sezioni tematiche, in modo da agevolare una consultazione rapida e diretta a partire dai singoli problemi.
I temi affrontati riguardano l'uso dei portici in relazione alle esigenze delle attività commerciali, dei pubblici esercizi, agli allestimenti temporanei per occasioni particolari e stagionali, alla posa di complementi a servizio delle utenze domestiche e private, alle esigenze dei vari tipi di mobilità, all'allestimento di cantieri e ponteggi, all'igiene e alla pulizia.
Le ultime 2 sezioni, pavimentazioni ed illuminazione, affrontano interventi più strutturali, fondamentali per la qualità dei portici e dunque di tutta la città.

Parte integrante delle Istruzioni è il Glossario, che aiuta a riconoscere e nominare le varie componenti dei portici, recuperando un linguaggio non solo tecnico, ma anche popolare, che può essere anch'esso considerato a tutti gli effetti un patrimonio da salvaguardare e tramandare ai posteri.

Questo documento è anche un supporto ai Patti di collaborazione, di cui al “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani”, che include una specifica disposizione (l'art. 14) per la gestione condivisa di spazi privati ad uso pubblico, quali appunto i portici.

I proprietari degli edifici, i gestori degli esercizi commerciali e dei pubblici esercizi, assieme ai cittadini attivi possono mettersi assieme per prendersi cura di un tratto di portico, per un periodo predefinito, con interventi che ovviamente non contrastano né con l'uso pubblico né con la proprietà privata del bene.

Il “patto di collaborazione” da sottoscrivere con l'Amministrazione Comunale regola nel dettaglio tutti gli aspetti legali inerenti le proposte di cura per i Portici e il presente documento contiene le istruzioni da seguire nelle varie azioni da mettere in campo.

“Portici. Istruzioni per la cura e l'uso” è stata realizzata grazie ad un contributo della Fondazione del Monte di Bologna.


Guida_lettura.pdfGuida_lettura.pdf