Bologna, 08/07/2015

CITTADINANZA ONORARIA A MUHAMMAD YUNUS, L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE SIMONA LEMBI


    .
Di seguito l'intervento della presidente Simona Lembi in occasione del Consiglio comunale straordinario per il conferimento della cittadinanza onoraria a Muhammad Yunus

"Sig.re Sindaco, sig.re Consigliere, signori Consiglieri, signori e signore della Giunta, desidero, per prima cosa, salutare la Sig.ra Presidente Laura Boldrini e ringraziarla per aver accolto l'invito a partecipare alla seduta del Consiglio Comunale di Bologna convocata per celebrare un nuovo bolognese, Muhammad Yunus a cui do il benvenuto nella sala del Consiglio comunale della città.

Alla Professoressa Brunori, cui tra poco cederò la parola, va il nostro plauso per il lavoro di questi anni a sostegno della diffusione della pratica del microcredito e per avere accettato di presentare, in questa sede, la figura e l'opera del Professor Yunus.
Desidero, inoltre, salutare a nome di tutti le autorità civili e militari presenti, le rappresentanze delle istituzioni locali, i consiglieri regionali, alcuni sindaci, in particolare la comunità del Bangladesh che vedo numerosa, ed in particolare il Professor Prodi che ci onora, oggi, della sua presenza.

A me il compito di aprire questa cerimonia, l'onore di aprire questa cerimonia. Dirò poche cose, volendo noi tutti ascoltare gli interventi dei nostri ospiti ed avendo noi già condiviso, in un percorso ormai lungo un anno le motivazioni che sono alla base della nuova cittadinanza onoraria del Comune di Bologna.
Mi preme tuttavia ricordare che, quando insieme abbiamo condiviso, unanimemente, la scelta di un nuovo cittadino onorario, è stata nostra precisa intenzione riconoscere quanto l'esperienza del micro credito promossa da Muhammad Yunus, abbia saputo restituire dignità e ridare speranza a milioni di persone nel mondo.

È bene ricordare che il microcredito non nasce con Yunus. Giova qui fare cenno all'esperienza dei Monti dei pegni, all'opera dei prestatori di denaro, come pure alla pratica dei piccoli prestiti famigliari di cui certo ognuno di noi ha conoscenza e/o memoria.

Con Yunus tuttavia, il micro credito assume una particolare forma, e una diffusione tale da renderla una esperienza unica: Yunus si era reso conto che intere parti del mondo erano escluse dal credito erogato dalle banche (e quindi anche da una possibilità concreta di emanciparsi da una condizione di povertà, facendo leva sulle proprie capacità, non su una ipotetica mano invisibile), per il fatto che le banche erogano credito principalmente basandosi sul criterio della solvibilità, non riconoscendo tali, solvibili, intere categorie di persone.

Dirò di più: la particolare forma di microcredito messa a sistema da Yunus insisteva su valori difficilmente misurabili economicamente, ma che sono alla base di una società che si intende unità, giusta, coesa: lavorando sull'inclusione e sul conferimento di fiducia a uomini e donne che, per nascita, non per intelligenza, non per sapere, si sono trovate ai margini della società e del mercato.

In aggiunta a questo, Yunus ha avuto la capacità di andare controcorrente, di non considerare sufficiente il sistema dato, anzi, come già ha affermato la Professoressa Brunori nell'introduzione ad una pubblicazione recente (faremicrocredito.it) di immaginare il contrario di una situazione data: Yunus stesso affermò 'le banche tradizionali prestano solo ai ricchi, noi prestiamo solo ai poveri; le banche tradizionali vogliono una garanzia, noi non la chiediamo; le banche tradizionali vogliono sapere tutto dei loro clienti, noi vogliamo sapere solo dell'impegno che ci metteranno; le banche tradizionali prestano solo agli uomini, noi prestiamo solo alle donne'.

Ecco, nessuno di noi è così sprovveduto da pensare che quel sistema possa andar bene per tutti, in ogni epoca storica e a qualsiasi latitudine.

Tuttavia, alla base di quella esperienza come pure della nuova proposta di social business di cui il Professor Yunus si sta facendo interprete e col suo intervento ci esporrà, ci sono questioni ancora oggi estremamente attuali.

La prima è che la condizione di povertà non è data in natura, ma è conseguenza di un modello economico.

La seconda è che è possibile invertire la rotta investendo sulle capacità dei singoli, su condizioni sempre più rare, ma necessarie per la tenuta delle comunità che abitiamo come, per esempio, la fiducia nei confronti dell'altro.

La terza è che le comunità sono, per il solo fatto di esistere, dotate di un capitale sociale che chiede solo di essere scoperto e valorizzato!

Yunus ha già ricevuto numerosi riconoscimenti - ne riprendo solo alcuni - anche nella nostra città. È stato premio Nobel per la pace nel 2006 assieme alla Grameen Bank, prima ancora ('96) vincitore del Simon Bolovar Price dell'Unesco, è laureato ad honorem all'università di Bologna nel 2004, saluto il Rettore che vedo presente in sala consiglio. È cavaliere di gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, dal 2010.
E tuttavia assegnargli oggi la cittadinanza onoraria della nostra città e farlo nel pieno di una crisi economica, sociale, politica epocale assume nuovi significati.
Significa dire a noi stessi, nella nostra città, di fare la nostra parte rispetto alle indicazioni date dalle istituzioni sovranazionali: penso agli obiettivi del millennio indicati dall'ONU che indicano l'eliminazione della povertà estrema e l'assicurazione dell'istruzione primaria universale.
Ma ancora di più, questa cittadinanza onoraria invita noi tutti a contrastare le disuguaglianze ed investire nel capitale sociale delle nostre comunità e cioè, secondo la definizione di Robert Putnam che ha reso popolare la nozione di capitale sociale, 'per capitale sociale intendiamo la fiducia, le norme che regolano la convivenza, le reti di associazionismo civico, elementi che migliorano l'efficacia dell'organizzazione sociale'.

Contrastare le disuguaglianze che questo modello economico produce, come ha fatto la pratica del micro credito, è a mio parere in sintonia con la storia più profonda e autentica della città di Bologna. Non mi ferisco solo ad una data antica, quella del 1256 quando con fondi dell'amministrazione comunale del tempo, si riscattano (pagando egual prezzo per uomini e donne) i servi della gleba rendendoli liberi! Mi riferisco anche a Zanardi, eletto Sindaco 100 anni fa con un programma che si chiamava 'pane e alfabeto', mi riferisco a Dozza, Il Sindaco del dopoguerra, alla sua idea precisa secondo cui non basta per la democrazia che ogni 5 anni i cittadini si rechino alle urne, ma che occorre coinvolgere gli elettori, anche la loro capacità di verificare ciò che viene fatto in maniera costante.
Ecco, la storia della nostra città è ricca di lotta alla povertà e di sviluppo basato sulla coesione sociale. Ha dimostrato, questa storia, che è possibile promuovere contemporaneamente coesione e inclusione sociale insieme con lo sviluppo economico. Sono queste le ragioni che hanno reso del tutto naturale pensare a Yunus come cittadino onorario di Bologna".
      .