Bologna, 21/07/2014
|
"Gentile presidente e vicepresidente, gentili consiglieri e consigliere, con questo intervento di inizio seduta vorrei condividere con voi quanto avvenuto in questo week end nella struttura dell'ex-CIE di Bologna in via Mattei. Dopo richieste e pressioni che il Sindaco di Bologna e l'Amministrazione comunale tutta, supportata da molte voci della società civile e del territorio, hanno fatto in quest'ultimo anno perché il centro di identificazione e di espulsione (CIE) collocato in via Mattei da circa 10 anni, non riaprisse più con questa funzione, venerdì scorso a fronte di nuove arrivi di 200 profughi annunciati sul nostro territorio, il Ministero degli Interni ha accettato di non rinviare più una decisione che ormai poneva come inderogabile sia per questioni di principio e sia per le esigenze di accoglienza legate all'emergenza: ha quindi consentito nel giro di 24 ore che il CIE si trasformasse in un luogo di prima accoglienza. Il Cie come luogo di detenzione illegittima di persone senza reati a cui veniva imputata solo l'irregolarità dei documenti di soggiorno non esiste più. Il Cie come luogo che tratteneva le persone in condizioni disumane e degradanti non esiste più. Il Cie come luogo costosissimo per la comunità e totalmente inefficace dal punto di vista della lotta alla criminalità immigrata attraverso le espulsioni, che non si è mai riusciti a fare, non esiste più. E questo è avvenuto per la prima volta a Bologna. Oggi il Cie è un luogo che, in 24 ore, è stato trasformato in un centro di accoglienza aperto, dignitoso e umano per uomini donne e bambini in fuga da luoghi di guerra. Questo, grazie all'enorme impegno e al lavoro che in modo immediato e con disponibilità assoluta si è messo in campo a partire dal presidio esercitato dalla Prefettura, dal Prefetto in persona e dai suoi funzionari, dalle cooperative dei gestori che sono stati presenti giorno e notte senza risparmiarsi, senza limiti di orario e che hanno saputo coinvolgere sia il volontariato sia gli ospiti, fatto importante che vorrei sottolineare, degli altri due centri di accoglienza presenti in città che in grande numero si sono resi disponibili e hanno svolto effettivamente loro la mano d'opera per allestire la struttura e sono tornati spontaneamente anche in queste ore a dare la loro disponibilità e a confermare il proprio impegno e il proprio sostegno a chi è arrivato. Un grazie anche all'assessore Malagoli, al settore Lavoro Pubblici e al Settore Sociale, agli operatori dell'Asp e a tutti gli operatori del Comune di Bologna che hanno contribuito alla trasformazione della struttura dando il loro contributo senza risparmiarsi. Il Centro di Prima Accoglienza a questo punto viene a pieno titolo inserito nel processo di accoglienza sul quale è stato raggiunto un accordo in Conferenza Unificata Stato Regioni lo scorso 10 luglio, che prevede per l'operazione “Mare Nostrum” tre fasi: la prima di raccolta in mare o di impatto nei porti; la seconda è lo smistamento delle persone nei Centri regionale per l'identificazione e tutti gli accertamenti igienico sanitari necessari; la terza invece, come accoglienza diffusa nei comuni, tramite il sistema SPRAR. Attualmente il sistema SPRAR è attivo per 20.000 posti su tutto il territorio nazionale. L'impegno che si chiede al governo da parte della Conferenza Stato Regione, è quella di ottenere 35.000 posti con il relativo stanziamento di risorse adeguate. L'accordo del 10 luglio scorso permette di risolvere anche il tema dei minori stranieri non accompagnati che anch'essi rientreranno nel sistema SPRAR (Sistema Protezioni Richiedenti Asili e Rifugiati) non rimanendo così i minori totalmente in carico alle amministrazioni locali, come è stato finora, ma che rientreranno nello schema nazionale di accoglienza per Profughi e Rifugiati adeguatamente potenziato e finanziato anche sui minori Credo che Bologna sia riuscita in una operazione di civiltà e di umanità che, se recepita a livello nazionale, pone le basi per la revisione totale di una legge iniqua e inefficace, come ha dimostrato di essere la Bossi-Fini in questi anni, e perché il nostro paese possa contribuire alla maturazione di un'Europa accogliente e giusta nei suoi principi, nelle sue leggi e nelle sue pratiche".
|