Bologna, 23/11/2015
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"Signor Sindaco, Signore Consigliere, Signori Consiglieri, colleghi di Giunta, autorità civili e militari, care cittadine, cari cittadini, quando il Consiglio comunale è riunito in forma solenne in occasione di una giornata di particolare rilevanza sancita da organizzazioni internazionali, richiamata da leggi del nostro Paese e prevista anche in leggi regionali, ho l'abitudine di dire che siamo riuniti per celebrare quella particolare giornata. Non posso nascondere che risulta molto difficile usare quel verbo, celebrare, in occasione della giornata internazionale sancita dall'ONU sulla violenza contro le donne: difficile farlo stante i numeri che assomigliano sempre più a bollettini di guerra, piuttosto che a statistiche; difficile farlo quando i dati ci rivelano un fenomeno ancora così radicato e diffuso in ogni società. Preferisco quindi oggi dire che il Consiglio comunale di Bologna è riunito per più ragioni - approfondire i dati di questo fenomeno sul piano locale (su questo interverrà l'avvocata Zaccaria, Presidente di Casa delle donne per non subire violenza di Bologna) – la ringrazion molto per avere accettato il nostro invito a intervenire. - per presentare il nuovo piano antiviolenza, votato nel luglio scorso (su questo interverrà l'On. Giovanna Martelli, delegata per le pari opportunità dal Presidente del Consiglio dei Ministri) – anche lei ringrazio molto - e più complessivamente per sensibilizzare tutti nel complesso tema della violenza di genere. Desidero quindi partire ancora una volta, per introdurre i lavori di questa parte del Consiglio comunale, dalle parole con cui l'Assemblea delle Nazioni Unite nel 1999 stabilisce il 25 di novembre la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Affermava poi - sono parole assai attuali - "Constatato con preoccupazione che la violenza sulle donne è un ostacolo sulla via dell'uguaglianza, dello sviluppo e della pace Considerato che la violenza contro le donne deriva da una lunga tradizione di rapporti di potere diseguali tra uomini e donne, situazione che conduce alla dominazione degli uomini sulle donne e alla discriminazione di queste ultime, impedendo loro di emanciparsi pienamente e che la violenza è uno dei principali meccanismi sociali per mezzo dei quali le donne vengono mantenute in condizioni di inferiorità rispetto agli uomini". Queste parole sono solo alcune, le più rilevanti a mio parere, che l'ONU usa per definire questa giornata. Sono parole preziose che definiscono in modo chiaro le questioni principali che abbiamo davanti quando ci occupiamo di questo fenomeno: si tratta di contrastare le conseguenza della disparità di potere tra uomini e donne e quindi di occuparsi di qualcosa che è di ostacolo allo sviluppo dei paesi. Noi oggi ci occuperemo prevalentemente di questo fenomeno in Italia e a Bologna perché vale sempre il principio che ognuno deve fare la sua parte, ma come non dire dell'importanza di conoscere e contrastare questo fenomeno nella situazione generale che il mondo sta vivendo, dove è chiaro che le guerre che si combattono oggi sono in buona parte guerre per il possesso delle donne: per mantenere, se non per aumentare il controllo su di loro, per non dire la condizione di schiavitù effettiva in cui versano milioni di donne nel mondo. Richiamo qui le parole di Catherine Dunne, autrice di numerosi romanzi che hanno indagato su questo fenomeno (cito solo gli ultimi, “Un terribile amore”, “La metà di niente”, “Quel che ora sappiamo”) invitata al Centro delle Donne di Bologna per il Festival della violenza illustrata. Dunne ha concluso una lunga lezione magistrale affermando : "La violenza contro le donne è, dopo tutto, una "guerra al terrore" che deve essere combattuta su ogni fronte: culturale, giuridico, filosofico, educativo, sul piano personale e politico.", un vero e proprio manifesto, come lo ha definito la direttrice della Biblioteca nazionale delle donne che ha sede a Bologna, Annamaria Tagliavini che quell'intervento ha presentato. Ha continuato Dunne "Abbiamo bisogno della 'tempesta perfetta' intorno al tema della violenza di genere: un cambiamento di atteggiamento culturale, la fine del silenzio e della connivenza che spesso accompagnano il senso di diritto acquisito di un uomo di controllare la sua compagna, e una radicale rieducazione delle nostre comunità. Alla base di tutti questi cambiamenti, necessari, è il bisogno di affrontare le molte aree della disuguaglianza che ancora esistono per le donne di oggi." Disuguaglianze quindi, quelle che l'Onu sostiene siano alla base della violenza, disuguaglianze tra i generi quelle persistenti, ancora oggi, a 20 anni esatti dalla Conferenza mondiale delle Donne di Pechino che aveva già indicato nel mainstreaming e nell'empowerment le leve necessarie per stringere la forbice delle disuguaglianze tra uomini e donne. Quali? Sarò molto breve su questo ma ritengo che sia necessario ricordarli, la prima è quella economica: Action Aid ha pubblicato di recente un rapporto su questo, calcolando come nei Paesi in via di sviluppo la differenza di stipendio tra maschi e femmine equivalga, ogni anno, a 9mila miliardi di dollari. Una cifra che sale fino a 17mila miliardi, quando si calcola la differenza anche nei Paesi occidentali e nel resto del mondo. Il rapporto rileva come il 60% dei lavoratori poveri, al mondo, siano donne. Permane, in questo ambito, una inaccettabile disparità nei compiti di cura che non avendo alcun riconoscimento economico e neppure sociale, in ogni parte del mondo, finisce per essere un muro quando le donne vogliono entrare nel mondo del lavoro desiderando anche di rimanervi! Anche Papa Francesco – non era mai accaduto prima - ha definito scandalosa la disparità di retribuzione tra uomini e donne. La seconda differenza, la cito soltanto, permangono inoltre visibili disparità nell'accesso all'istruzione. Vale qui su tutto richiamare la battaglia che Malala sta portando avanti a sostegno dell'istruzione, in particolare delle bambine e l'avversione di molti a questo diritto. Come non ricordare le ragazze rapite in Nigeria da Boko Haram proprio perché frequentavano una scuola. Infine voglio ricordare anche l'enorme disparità che esiste tra uomini e donne in politica, nei luoghi in cui si prendono decisioni che riguardano tutti. Solo alcuni dati, oggi al mondo esistono solo 15 ministre delle finanze, nei parlamenti la media mondiale di presenza maschile è dell'80%. Come non vedere quindi una relazione diretta tra l'assenza delle donne nelle Istituzioni e le decisioni che le stesse Istituzioni prendono. Mi scuso per essermi dilungata molto su questi dati. Ho voluto farne solo un cenno (precisando che su ognuno di questi ambiti che ho appena richiamato la letteratura è ampia) per evidenziare l'enorme lavoro da svolgere per contrastare quelle cause di disuguaglianza che sono alla base della violenza. Signor Sindaco, signori Consiglieri, questo lavoro, anche quando ci pare enorme, tanto da non vederne la fine, dobbiamo e possiamo farlo. Cento anni fa, le donne in Italia non potevano iscriversi all'università perché donne, 70 anni fa, le donne in Italia non votavano, perché donne, 50 anni fa venivano licenziate dopo il matrimonio, perché donne, 40 anni fa, il divorzio era impensabile, fino a 20 anni fa quello della violenza era un reato contro la morale e non contro la persona. Ed è per questo che credo sia egualmente necessario e possibile usare il verbo celebrare anche oggi, per celebrare il venticinquesimo anniversario dall'apertura di Casa delle donne per non subire violenza, il ventesimo del progetto “Oltre la strada”, quindi per celebrare le risposte consolidate che questa città ha saputo dare, tra le prime in Italia, alle donne che hanno subito una insopportabile ingiustizia. Tra qualche anno, spero, potremo tutte e tutti celebrare nuove azioni di contrasto a questo fenomeno, nuovi interventi contro la disparità economica, sociale, politica tra uomini e donne. Per farlo occorre lavorare molto su molti fronti. È indispensabile che a farlo, siano insieme uomini e donne, per un'unica ragione: la nostra comune umanità".
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