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Bologna, 04/11/2013
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Domanda della consigliera Scarano "La stampa riporta la notizia di frequenti incontinenze per i forti bevitori di Piazza Verdi; l'assessore Gabellini, nel 2012, prometteva che l'altra novità in piazza Verdi sarebbero stati i bagni pubblici per cui era in corso una trattativa con l'Università cui appartengono i locali; per tale motivo si chiede al Sindaco e alla Giunta se non ritengano giunto il momento di portare a conclusione i percorsi aperti per migliorare la vivibilità della zona, sotto ogni punto di vista, sia igienico sia di rumore e fruibilità della zona intera; se non credano che si possano almeno inserire, in via provvisoria, dei bagni che possano essere utilizzati almeno nei periodi in cui si preveda un maggiore afflusso di persone (ad esempio la notte di Halloween) nei bar e pub della zona". Risposta dell'assessore Gabellini "La procedura per la realizzazione dei nuovi bagni in piazza Verdi, nei locali di proprietà dell'Università, è stata lunga; siamo però in dirittura di arrivo. E' stata lunga perché era scaduto il comodato d'uso dell'Università all'Amministrazione comunale e si è dovuto fare un nuovo atto - già predisposto dal Settore Patrimonio - in quanto il nuovo comodato d'uso prevede l'utilizzo gratuito all'Amministrazione comunale per 6 anni, rinnovabili con altri 6, cambiando la natura del comodato rispetto l'uso precedente. Si è individuata una formula inedita: bagni pubblici e sul fronte piazza un'attività commerciale o artigianale che abbia come obiettivi una "facciata" diversa, rispetto ad un ingresso cieco ad un bagno, per potere garantire un presidio ai bagni che verranno realizzati sul retro dei locali. Il progetto è già stato approvato dalla Soprintendenza, passaggio dovuto in quanto si tratta di locali all'interno di un edificio vincolato. La formula particolare sopra descritta comporta un bando pubblico - mutuato da altre esperienze similari ma non identiche - che prevede di avere come interlocutori soggetti che garantiscano sia la custodia del bagno che l'attività commerciale o artigianale. Complessivamente questo spazio ospiterà due bagni pubblici: uno per portatori di handicap e donne e uno per uomini; ovviamente c'è anche un bagno privato per il gestore dell'attività (che si farà carico della custodia). Ora il progetto è al vaglio dell'Amministrazione comunale, deve infatti avere l'approvazione della ragioneria in quanto prevede una spesa di 64.0000 euro, iva inclusa, già a bilancio 2013. Si prevede la conclusione dei lavori a primavera 2014. Abbiamo inoltre avviato un'operazione di nuovi vespasiani. Abbiamo una trattativa aperta con l'Ausl allo scopo di verificare la disponibilità a rivedere il Regolamento d’igiene che, all’art. 380, comma 2, che vieta di fare vespasiani in città (abbiamo ottenuto risposta positiva perché anche loro pensano che occorra affrontare la questione dei bagni). Pensiamo sia importante realizzare nuovi vespasiani, per uomini e donne. Anche con la Soprintendenza abbiamo avuto un incontro, assieme ai progettisti, perché questi vespasiani di nuova generazione sono stati progettati con soluzioni eleganti da architetti che hanno vinto la Biennale dello Spazio pubblico (dove avevamo chiesto di includere tra i temi in concorso la progettazione di bagni pubblici), ne è stato occasione per avviare il percorso. Anche la sovrintendente ha reagito positivamente, si stanno ridefinendo i dettagli del progetto per poi fare una valutazione dei costi ed individuare le risorse che potrebbero in parte arrivare anche da sponsor. Progetto che ricalca, come logica, ciò che è stato realizzato agli Uffizi quando sono stati riqualificati. I primi due luoghi individuati per realizzare i nuovi vespasiani sono via del Guasto e il retro del Teatro Comunale (Largo Respighi). Ci sono poi altre candidature che valuteremo a seconda delle risorse che stiamo cercando. Per quel che riguarda i bagni chimici, per usi provvisori, faccio presente che se si tratta di installazioni previste per un tempo inferiore alle 24 ore non è necessaria l'autorizzazione della Soprintendenza. Questa è una soluzione non fissa, sulla quale stiamo valutando, soluzioni che sono state già adottate in altre città europee, che sono meno invasive dei bagni chimici. Gli stessi architetti che ci hanno proposto i vespasiani hanno fatto questa indagine e ci hanno mostrato soluzioni interessanti per eventi particolari".
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