Bologna, 10/01/2014

QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA MANIFESTAZIONE BICI SENZA FRONTIERE


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L'assessore Andrea Colombo ha risposto questa mattina in sede di Question time alla domanda di attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega Nord) in merito alla manifestazione "Bici senza frontiere".

Domanda della consigliera Mirka Cocconcelli:

"Secondo le indicazioni della stampa il prossimo 8 febbraio Bologna ospiterà la manifestazione Bici Senza Frontiere, nata per volontà di una associazione che vuole sollecitare i Sindaci ad adottare misure per tutelare i ciclisti; a questo proposito chiedo al Sindaco e alla Giunta: se e quali misure abbiano intenzione di adottare al fine di salvaguardare i ciclisti, al di là della costruzione delle piste ciclabili; se ritengano che manifestazione di questi tipo possano essere un modo per sensibilizzare le Istituzioni e la pubblica opinione sul tema, comprendendo che sarebbe opportuno pensare a piste ciclabili pensate e costruite ex novo e non estrapolate forzatamente su strade ad alta densità di traffico automobilistico( leggasi Strada Maggiore e Via S.Felice),dove è una fortuna arrivare a destinazione incolumi; se e con quali mezzi si intenda educare i ciclisti indisciplinati al fine di evitare che  i portici vengano utilizzati come velodromi cittadini".

Risposta dell'assessore Andrea Colombo:

"L'Associazione nazionale Salva i Ciclisti nata ormai due anni fa ha scelto per festeggiare il suo secondo compleanno, il prossimo 8 e 9 febbraio, la città di Bologna. La manifestazione nazionale, non è una manifestazione di protesta, bensì un evento festoso che si terrà nella giornata di sabato, seguito poi domenica da una riunione nazionale dei diversi gruppi di Salva i ciclisti. Siamo ovviamente come Amministrazione comunale orgogliosi di patrocinare e ospitare a Bologna questo appuntamento nazionale del movimento dei ciclisti: crediamo sottolinei ulteriormente la forte convinzione, determinazione e coraggio che questa Giunta sta mettendo nel promuovere politiche attive che favoriscano l'uso della bicicletta e anche la sua sicurezza.
Concordo con lei quindi che la manifestazione potrà essere anche un'occasione per il territorio di Bologna per sensibilizzare ulteriormente i cittadini bolognesi e la pubblica opinione in generale su questo tema grazie ad un appuntamento di livello nazionale.
Per quanto riguarda ciò che il Comune fa per salvaguardare i movimenti in bicicletta, credo che possiamo citare diverse azioni. Penso innanzitutto ai progetti di carattere infrastrutturale. Le nuove piste ciclabili che stiamo realizzando hanno un approccio progettuale nuovo rispetto al passato, non sono più salvo casi eccezionali piste su marciapiedi o ricavate dove capita, ma finalmente sono separate sia dal traffico veicolare sia dai marciapiedi dedicati ai pedoni, in modo da evitare conflitti e insicurezze reciproche. Questo ovviamente, lo devo dire, comporta, trattandosi per lo più di città già urbanizzata, di sottrarre dello spazio ad altre funzioni, talvolta anche a quelle veicolari, siano esse parte della carreggiata o spazi di sosta. Un esempio è sicuramente quello della nuova pista ciclabile che stiamo a pezzi costruendo in via Carracci, dove si è deciso che una parte della carreggiata sarà dedicata ad una pista ciclabile protetta tanto dal traffico quanto dai pedoni. Si sarebbe potuta scegliere una situazione con delle strisce semplicemente su strada, o una soluzione allargando il marciapiede e mettendoci sopra anche le biciclette, ma abbiamo scelto un metodo di progettazione nuovo. Questo in un certo senso vale anche per la pur controversa pista di via Zanardi, che sicuramente ha sottratto al possibilità di sostare in doppia fila, perché prima la strada era più larga, ma credo che la sicurezza dei ciclisti ne abbia sicuramente guadagnato, perché sono separati dalle macchine e dai pedoni sul marciapiede.
Seconda azione che stiamo portando avanti, anche qui in uno spirito più europeo di politiche della ciclabilità, è quello delle zone 30 km orari fuori dal centro storico. Si tratta di ragionare all'inverso rispetto alle piste ciclabili rispetto al nostro punto di vista, e quindi nell'ottica non di segregare, separare, ghettizzare i diversi utenti, ma di provare a costruire le condizioni o perché al contrario possano tra loro convivere nello spazio urbano. Sicuramente un punto di incontro quello della velocità, perché i 30 km orari sono quella velocità che nella sostanza, dal punto di vista della media urbana del traffico, non cambia la vita ad un automobilista, ma permette invece a circolare in sicurezza ad un pedone ed un ciclista, ma, mi permetto di dire, anche ad un bambino, un anziano e un disabile. Quindi i 30 km orari come punto di incontro tra le diverse velocità dei diversi utenti della strada. Inoltre ci sono le moderne tecniche di moderazione del traffico e quindi golfi, isole salvagente, attraversamenti rialzati, e si potrebbe proseguire a lungo.
Terza azione è sicuramente quella di un aumento dei controlli e delle sanzioni nei confronti di quei comportamenti che mettono a repentaglio la sicurezza dei ciclisti. Da questo punto di vista, una delle scelte fondamentali che abbiamo fatto in questi primi due anni e mezzo, è stata quella di potenziare il sistema scout con 3 nuovi mezzi per le multe alle auto in doppia fila, che come lei saprà bene come ciclista, sono una delle cose più pericolose per chi si muove in bicicletta, perché comporta di dover scartare all'improvviso a sinistra, in mezzo alla strada, con le macchine che arrivano da dietro, e magari con il rischio che si apra lo sportello all'improvviso. Ricordo che poco prima di Natale un ciclista a Milano è morto per una situazione del genere. Quindi sono sensibilmente aumentati i controlli contro la sosta in doppia fila, ma anche contro la sosta proprio sulle piste ciclabili, un fenomeno di malcostume che se pur non gravissimo talvolta di presenta e sono alcune centinaia le multe che vengono fatte ogni anno.
Sul tema del comportamento dei ciclisti, credo che dobbiamo dirci una cosa chiaramente. I ciclisti sono come tutti gli altri degli utenti della strada, non ci sono generalizzazioni da fare, ma da prendere atto che ci sono delle violazioni delle regole da parte di chiunque si muova sulla strada a prescindere dal mezzo di trasporto con cui lo fa, a piedi in bicicletta, con mezzi motorizzati. Da questo punto di vista l'inciviltà e il mancato rispetto delle regole può sempre accadere. Segnalo ovviamente che i ciclisti di norma sono le vittime degli incidenti, da questo punto di vista quindi lavoreremo anche con le Associazioni a una campagna di sensibilizzazione verso i ciclisti verso il rispetto delle regole. Su questo ci vuole una responsabilizzazione anche da parte dei ciclisti".
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