Bologna, 27/06/2015

XXXV ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI USTICA, L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE PARENTI DELLE VITTIME, DARIA BONFIETTI


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Di seguito, l'intervento della Presidente dell'Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, Daria Bonfietti, in occasione dell'incontro a Palazzo d'Accursio tra il sindaco Virginio Merola e i familiari delle vittime, nel XXXV anniversario della strage.

"Signor Sindaco, sento tutta l'importanza di questo incontro, in questa aula che io considero il cuore democratico della nostra città.
La ringrazio, Signor Sindaco, di vero cuore, così come ringrazio tutti, le autorità civili e militari per essere voluti essere anche quest'anno al nostro fianco, presenti la loro partecipazione, e grazie anche ai rappresentanti delle Assemblee elettive della Regione Emilia-Romagna e Sicilia e della rappresentante del Comune di Palermo, per il grande rilievo che ha la loro presenza qui, oggi, con i parenti tutti, della nostra Associazione; e ancora, grazie davvero agli onorevoli della delegazione delle Commissioni Giustizia, Esteri e Difesa della Camera dei Deputati, un grazie particolare alla presidente, Donatella Ferranti, di cui ho apprezzato davvero l'intervento.

I parlamentari ci danno un segnale di vicinanza e solidarietà che è particolarmente rafforzato dalla recente approvazione della legge di Ratifica della Convenzione europea in materia di collaborazione giudiziaria del 2000, approvazione che proprio da questa aula abbiamo richiesta e che ora affidiamo al Senato della Repubblica.
E voglio rivolgere anche un ringraziamento particolare alla Camera, alla sua Presidente, ai relatori onorevoli Verini e Amendola, firmatari del disegno di legge, ai componenti tutti delle Commissioni.

E infine ancora un ringraziamento: voglio ringraziare questo nostro Comune, per l'approvazione della Convenzione tra l'Assessorato alla Cultura e l'Associazione dei parenti per rendere più agevoli le iniziative per la vita del Museo. Un Museo, proprio ieri i parlamentari significativamente l'hanno visitato, che è, con le sue iniziative, protagonista vero dell'impegno per la verità, la giustizia e la memoria,

Signor Sindaco, il 27 giugno 1980 un aereo civile, il DC9 Itavia è partito da Bologna ed è stato abbattuto, è precipitato nel mare di Ustica portando con sé la vita di 81 cittadini italiani innocenti. In questo 2015 noi ricordiamo i 70 anni dalla lotta di Liberazione che ha portato alla nascita di questa nostra Repubblica e i 35 anni dalla strage di Ustica. Vogliamo dire che metà della vita della nostra Nazione è segnata da questa ferita di morte, di verità negata, e che anche per noi parenti, questi 35 anni sono, tutto sommato, una metà della vita.

Si intrecciano, dobbiamo ben considerarlo, i destini della nazione con i destini delle persone. E credo si possano citare le parole di una delle Sentenze del Tribunale civile di Palermo: 'Se i parenti avessero potuto conoscere in tempi ragionevoli la ragione della morte dei loro congiunti avrebbero potuto evolversi con una libertà molto maggiore potendo elaborare il lutto della morte dei loro congiunti, senza restare nella prigione di questa verità negata e potendo dedicare le energie che hanno impiegato nella ricerca della verità ad altre forme di realizzazione della propria personalità'. Sono belle parole.
Ma non è stata negata solo la verità: se per un attimo andiamo a quelle voci che nel Museo si rincorrono attorno al relitto del DC9, comprendiamo quanti diritti sono stati calpestati in quella notte, alla famiglia, allo svago, alla affettività, ai sentimenti, alla gioia di vedere, alla gioia di vivere. Ustica non è solo verità e giustizia negata, ma sono i sentimenti spezzati, la quotidianità della vita negata, il diritto alla vita negato, insomma. Ustica è tutto questo e anche di più. Ustica è la tragedia dell’Itavia, la tragedia del Presidente Davanzali, della sua famiglia, delle sue figlie, e dei dipendenti tutti. Anche per questo permettetemi un saluto di considerazione ai tanti che oggi, proprio qui a Bologna difendono, in altri modi, i diritti delle persone. Sentiamo insieme anche la responsabilità per quelli che non hanno subito, 35 anni fa, lo strazio della perdita, ma più giovani, sono qui oggi con noi; ugualmente, nella loro esistenza portano il retaggio di questa tragedia, un vuoto profondo con cui misurarsi.

Ma che cos’è Ustica?
Ustica è una tragedia ben nota nell’immediatezza dell’evento, delineata dalle voci degli avieri in servizio - le avessero ascoltate il giorno dopo - e scritta nell’unico tracciato radar sopravvissuto alla distruzione generale. Una tragedia fatta sparire, nascosta all'opinione pubblica dalla versione ufficiale che parlava di cedimento strutturale. “La tragica ovvietà che gli aerei cadono”. Affondata nel mare dell’oblio, come era sprofondato nel mare il DC9.
Oggi qui la verità possiamo dirla e ripeterla: c'è già , la sappiamo, ce l’ha consegnata nel 1999 la Sentenza ordinanza del giudice Priore: 'l'incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il DC9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un'azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato alcuna spiegazione'.
E, più di recente, a chiudere il cerchio, la confermano le Sentenze definitive della Cassazione di Palermo: l’aereo è stato abbattuto e i Ministeri dei Trasporti e della Difesa sono responsabili per non aver tutelato la vita dei cittadini innocenti e per aver nascosto, i tutti i modi, la verità distruggendo prove e depistando. Questa è già la verità, questo è il ruolo che hanno avuto le nostre istituzioni, gli uomini delle nostre istituzioni, dei nostri ministeri, questo dicono delle sentenze della Cassazione, tutte le altre che sono aperte, perché altri parenti, sono tanti, 81 morti sono circa 300 parenti, e hanno quindi adito molti altri le vie legali in sede civile, andranno a finire in questo modo, perché queste due sentenze definitive fanno giurisprudenza. Dunque, nonostante l'avvocatura dello Stato ricorra, come deve fare, come potrebbe non fare, non lo so, parliamone, ma in ogni caso nonostante questo tutte le altre azioni civili aperte, con gli anni finiranno tutte in questo modo. Vorrei fosse chiaro ed è per questo che a volte chiediamo al Governo della Repubblica, potesse mai intervenire e dare delle indicazioni agli avvocati che per l'avvocatura dello Stato si muovono. Consegno alla presidente Ferrante anche questo commento.

Oggi, in questo 35° anniversario, noi qui, tutti insieme dobbiamo dire che è venuto il momento di voltare pagina per il nostro Paese, prendendo atto delle Sentenze pronunciate, che intanto devono essere rispettate, da tutti, anche da quelli seduti in Parlamento, ce lo hanno sempre chiesto e noi lo abbiamo sempre fatto, finché il giudice Priore nel '99 non ha detto missile, io non ho mai usato quella parola, dicevo o missile o bomba o cedimento strutturale, quindi ognuno rispetti le regole del gioco. Credo fermamente di dovere rimanere in uno Stato di diritto, qualcuno può dire subito dopo che non è d'accordo con questa sentenza, ma questa è la sentenza, non può dire altre cose, deve dire che è la sentenza, finché non ce ne saranno altre, questa è la verità, sulle cause, sulle responsabilità dei due ministeri, mi mancano i responsabili, bene andiamo avanti.

Dicevo dobbiamo voltare pagina, lo abbiamo detto quest’anno con don Ciotti e Libera per le strade di questa città e davanti al Museo; lo abbiamo ripetuto il 21 aprile, collegando con le opere di Christian Boltanski, simbolicamente, gli sguardi degli eroi della Resistenza alle voci che circondano il relitto del DC9 e ai battiti dei cuori dei bolognesi. E lo ripetiamo oggi con tutta la determinazione possibile bisogna voltare pagina e lo deve fare soprattutto il Governo di questo Paese.

'Nessuno ci ha dato spiegazioni', diceva Priore nel '99 concludendo la sua sentenza, ma noi, la società civile, le Associazioni, il mondo dell’arte, le iniziative meritorie del Parlamento, la verità in questi anni l’abbiamo conquistata.
Ma l’ultima definitiva pagina non possiamo scriverla. Sono i saperi militari, le politiche dei Governi che debbono definire e chiarire lo scenario nel cielo, le responsabilità dirette degli aerei in volo. Si deve dire chi fosse in volo e cosa stesse facendo di così indicibile da non poter essere svelato e da dovere indurre questo segreto per 35 anni. In questi anni, oltre alla totale distruzione di materiale documentario effettuata dai militari italiani, non stranieri, è stata scarsa o nulla la cooperazione internazionale. E sono proprio Stati amici o alleati, Usa, Francia e Libia i protagonisti principali di questa mancata collaborazione.

Tutto questo ha caratterizzato la prima lunghissima fase dell’istruttoria, e tutto ciò è stato scritto e formalizzato nel 1999. Ma anche oggi l’assenza di collaborazione condiziona in modo determinante, le indagini riaperte dalla Procura di Roma dopo che il Presidente emerito Francesco Cossiga, nel 2007, ha direttamente addossato alla Francia la responsabilità dell’abbattimento del DC9 Itavia. Oggi l’impegno per la verità è dunque nelle mani del nostro Governo. E devo segnalare, per quanto è a mia conoscenza, che l’ultima iniziativa di rilievo è stata una lettera dei Presidenti Amato e d’Alema ai capi di stato di Usa, Francia e Libia nel 2000. Nel chiedere collaborazione segnalavano nello specifico tutte le mancate risposte alle rogatorie internazionali. Credo che non vi sia stata alcuna risposta e nessuna altra iniziativa dal 2000 in poi.

E’ indispensabile un nuovo e determinato impegno del Governo, della nostra diplomazia, è indispensabile far sentire quanto sia inaccettabile questa mancanza di collaborazione effettiva, ma ancora di più è indispensabile ribadire, ad ogni livello internazionale, l’assoluta esigenza, per la dignità stessa del Paese, di conoscere la piena verità su quanto è accaduto quel 27 giugno 1980. Sono consapevole che si tratta di affrontare una questione 'spinosa' perché si tratta di portare alla luce azioni militari di altri Paesi, ma è pur vero che da quelle azioni militari il nostro Paese, in tempo di pace, è stato colpito. E quindi, a partire da Stati Uniti e Francia, tutti debbono esplicitamente sentire l’esigenza di una più 'aperta' e completa collaborazione. Anche la Libia, per quel che ne rimane, deve sentire questo impegno e anche l’Europa, la Comunità europea, deve essere chiamata a collaborare, sia perché nei fatti il cielo sopra il Tirreno è un confine europeo, non soltanto italiano, sia perché nei cieli quella notte si sono riscontrate presenze anche di aerei belgi, tedeschi, inglesi. Abbiamo dunque bisogno della collaborazione di tutti e soprattutto delle conoscenze di tutti. Come c’è ancora bisogno della Nato, che, per l’intervento del governo Prodi-Veltroni fu determinante per delineare la presenza degli aerei in cielo nella notte della tragedia, cosa ostinatamente negata dalle autorità militari italiane.

Chiediamo al nostro Paese di voltare pagina e noi continueremo nel nostro impegno, nel nostro andare, attorno al Museo, con l'impegno per la memoria, per la verità e per storia: lo faremo questa sera ricostruendo con la musica di Battiato un ponte tra Bologna e Palermo, lo faremo con gli spettacoli del giardino della Memoria e facendo risuonare forte il 10 agosto: 'io lo so' di Giovanni Pascoli. E poi alla fine di ottobre organizzeremo un grande convegno storico, con l’istituto Parri e l’Università di Bologna sulla situazione internazionale nel bacino del mediterraneo in quel tragico 1980.

E qui ancora una considerazione: la circolare Renzi sulla desecretazione si sta rivelando un vero fallimento. Il Governo sta attuando una iniziativa lodevole, che anche noi abbiamo salutato con soddisfazione, senza fare conto però nella sua applicazione della realtà effettiva dello stato degli Archivi ministeriali, senza cercare forme di collaborazione, senza indicazioni precise: un grande dispendio di energie che sta portando a uno scarico impressionante di materiale a volte insignificante. Anche in questo campo c’è bisogno di voltare pagina, di considerare con più consapevolezza e impegno la questione.

Signor sindaco, autorità tutte, consapevoli come cittadini di aver fatto fino in fondo il nostro dovere, di aver svolto un ruolo significativo per la democrazia di questo Paese, di aver contribuito a far luce su una vicenda terribile per la vita della Nazione, chiediamo davvero che si volti pagina e si dia inizio ad una stagione di completa verità".
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