Bologna, 28/06/2013

QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA RICERCA DI UN IMMOBILE DA DESTINARE A UFFICI GIUDIZIARI


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La Vicesindaco Silvia Giannini con delega al Patrimonio e ai Rapporti con gli Uffici giudiziari, ha risposto oggi, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità dei consiglieri Tomassini e Facci (Pdl), Bugani (M5S) e Salsi (GMisto) sulla ricerca di un immobile da destinare a uffici giudiziari.

La domanda d'attualità del consigliere Lorenzo Tomassini (Pdl):
"Visto il recente articolo di stampa pubblicato sul sito Affari Italiani - Redazione Emilia Romagna in ordine all’avviso di manifestazione di interesse formalizzato dal Comune di Bologna – Settore Patrimonio e registrato  in data 13 giugno 2013 al n. 146971 del Protocollo Generale, chiedo di sapere se l’Amministrazione comunale, delineando i requisiti dell’immobile da destinare ad uffici giudiziari (mq da 6.500 a 7.500; archivi per mc. 400; possibilità di collocare 220 persone, di cui 90 circa in uffici singoli; possibilità di accesso carrabile ad automezzi della polizia penitenziaria fino alla lunghezza di mt. 9,20 e possibilità di sosta interna per mezzi di servizio; ubicazione all’interno del centro storico  delimitata a nord da Via San felice, Piazza Malpighi, Via Ugo Bassi, Via Altabella, Via Rizzoli e Strada Maggiore e dai Viali Vicini, Aldini e Panzacchi) abbia, nella sostanza, tracciato l’identikit  dell’edificio ex maternità di via D’Azeglio in Bologna, già di proprietà della Provincia di Bologna e recentemente acquisito da un noto imprenditore locale.
A tal fine, chiedo il motivo per il quale, come già avvenuto per Palazzo Pizzardi, l’Amministrazione si ostini a ricercare beni di privati da locare, piuttosto che attivare percorsi di finanza di progetto che le consentano, negli anni, di acquisire la proprietà degli immobili da destinare all’edilizia giudiziaria".

La domanda d'attualità del consigliere Michele Facci (Pdl):
"Premesso che, la stampa locale ha riportato la notizia, secondo la quale l'Amministrazione Comunale è alla ricerca di un'area di circa 6.500/7.500 mq per l'ampliamento degli uffici giudiziari, chiedo se l'Amministrazione, nell'effettuare tale ricerca, ha pensato più propriamente all'immobile dell'ex-maternità (circa 8.000 mq); se non ritiene singolare, inoltre, come Palazzo Pizzardi e l'immobile dell'ex-maternità siano riconducibili di fatto allo stesso proprietario; se non crede che invece sia opportuno prevedere la realizzazione di un'unica cittadella giudiziaria, per esempio nell'area della ex Staveco".

La domanda d'attualità del consigliere Massimo Bugani (M5S):
"Premesso che da notizie apparse sulla stampa è emerso che il Comune di Bologna è alla ricerca di nuovi spazi da destinare ad uffici giudiziari; che recentemente si è conclusa la riorganizzazione logistica degli uffici giudiziari; chiedo al Sindaco e alla Giunta quali sono le motivazioni che sono alla base della richiesta di nuovi spazi da parte del Presidente del Tribunale. Qual è la valutazione della Giunta sulla scelta di un perimetro così ristretto all’interno del quale reperire il nuovo immobile e se non crede che questo possa incidere sull’economicità dell’operazione; qual’è stata la valutazione dell’operazione “Palazzo Pizzardi” da parte dell’allora Presidente del Tribunale e del Procuratore Capo ed in caso di valutazione negativa per quale ragione l’amministrazione ha deciso di fare comunque l’operazione; se la Giunta non ritiene che sia giunto il momento, come più volte sollecitato, di avviare i lavori per realizzare la “Cittadella Giudiziaria”; vista la necessità di reperire un nuovo immobile in locazione, la Giunta ritiene che sia stata una scelta azzeccata, dal punto di vista economico, la riorganizzazione degli uffici Giudiziari?"

La domanda d'attualità della consigliera Federica Salsi (GMisto):
"Premesso che il Comune ha emesso un avviso di manifestazione d’interesse per la ricerca di un immobile in locazione da destinare ad uffici giudiziari o altri usi istituzionali; considerato che la Vicesindaco dichiarò in sede di commissione il 16 gennaio 2012 in merito agli Uffici Giudiziari “l’esigenza di affrontare il problema anche nel medio lungo periodo” e che “è comunque più conveniente restare nei locali del comune”, l’Assessore Gabellini in sede di commissione il 28 marzo 2012 in merito agli uffici giudiziari dichiarò che “lAmministrazione comunale ha la consapevolezza dei problemi” e rileva che “si hanno a disposizione circa 9 anni per affrontare la questione”; chiede per quale motivo l’Amministrazione manifesta interesse per la locazione di uffici presso privati quando aveva dichiarato la non economicità di questa pratica? se ritiene questa una soluzione per il medio e lungo periodo al problema degli Uffici Giudiziari; quale sia la durata della locazione che l’Amministrazione ipotizza".

La risposta della Vicesindaco Silvia Giannini:
"La necessità di reperire ulteriori spazi a servizio degli uffici giudiziari di Bologna, emersa già da tempo e formalizzata dalla Commissione di Manutenzione degli uffici giudiziari già nella commissione del 9 maggio 2012, discende da una serie di elementi che sintetizzo in questo modo, innanzitutto la soppressione delle sezioni distaccate di Imola e Porretta prevista dal d.lgs. 155/2012 in vigore dal 12 settembre 2012, ma già nota da tempo; in secondo luogo l’istituzione del Tribunale delle Imprese, che ha valenza distrettuale ma che insiste sul comune capoluogo di Regione, quindi Bologna già previsto dal d.lgs. 26 giugno 2003, n. 168, come modificato dall’art. 2 del d.lgs. 24 gennaio 2012 numero 1 ed entrato in vigore nel settembre 2012; ancora, l’istituzione presso i tribunali e le corti d’appello delle sezioni specializzate in materia di persone e di famiglia previsto dal disegno di legge 119 ed attualmente in discussione in commissione parlamentare, infine la necessità, già evidenziata dal Presidente del Tribunale Ordinario di Bologna, di trovare collocazione ai sempre più numerosi G.O.T. (14 al momento della collocazione in Palazzo Legnani Pizzardi, circa 35 oggi) che contribuiscono, come sapete, allo svolgimento delle attività della giustizia. Tale necessità era già stata sottolineata nel corso di sedute della Commissione di Manutenzione, che voi sapete, è quella dove si discutono e si decidono queste questioni, del 13 ottobre 2011, 7 dicembre 2011, 15 febbraio 2012, oltre che nella citata seduta del 9 maggio 2012.
Per quanto detto sopra, a fronte di queste esigenze che sono emerse a seguito di queste modifiche normative di riorganizzazione dell'attività degli uffici giudiziari, per quanto pertanto detto, e data la non disponibilità di ulteriori spazi di proprità comunale oltre a quelli già assegnati agli uffici - guardo la consigliera Salsi che dice "perché vi rivolgete ai privati?" perché non abbiamo immobili comunali che possano fungere allo scopo oltre a quelli che già mettiamo a disposizione e sono prevalentement ecome ben sapete Palazzo Bacciocchi e via Garibaldi, dicevo che per tutti questi motivi, con determina PG. 209850 del 12 settembre 2012, era stato approvato, come aveva già ricordato la consigliera Salsi, un avviso di interesse per la ricerca sul mercato di un immobile o più immobili, purché adiacenti, che prevedeva: una superficie utile complessiva (in una o più unità purché contigue) di circa 4.500 metri quadri; la possibilità di accesso carrabile e di sosta interna per almeno 15 automezzi; ubicazione all’interno del perimetro delimitato dalle Vie Malpertuso, Nosadella, Piazza Malpighi, Via Ugo Bassi, Via Altabella, Via Rizzoli, Piazza Santo Stefano, Via Santo Stefano, Via Rialto, Via Castiglione, Viale Panzacchi, Viale Aldini, come meglio individuato nella planimetria allegata all’avviso stesso e infine disponibilità entro il 2012.
E' vero che come ricorda la consigliera Salsi che la superficie richiesta dagli uffici giudiziari era di 7500 metri quadri, il Settore competente alla emissione del bando, prima di definire la superficie in 4.500 mq. aveva: effettuato una verifica con le amministrazioni comunali proprietarie degli immobili di Porretta e Imola per conoscere le superfici effettivamente utilizzate per uffici e le quantità di archivi effettivamente utilizzate; aveva poi effettuato una verifica alla luce del decreto legge 95 “Spendig review” il quale introduceva, in linea di principio, per le amministrazioni locali, al comma 9 dell’art. 3 il comma 222bis da aggiungere al comma 222 dell’art. 2 della legge 23 dicembre 2009 nr. 191, che forniva le superfici massime destinabili ad ogni ufficio. In quella sede, sentito anche il parere del rappresentante del Ministero della Giustizia, che è sempre presente nelle commissioni e che svolge un ruolo evidentemente fondamentale essendo gli uffici giudiziari una funzione propriamente statale ancorché in capo - purtroppo - ai comuni in virtù di una vecchissima legge del '41, dicevo appunto che in quella sede, sentito anche il rappresentante del Ministero della Giustizia, si era ritenuto opportuno operare - si ribadisce, in linea di principio - il contenimento delle superfici, al fine di contenere i canoni di locazione di cui sarebbe stato richiesto il rimborso alla Amministrazione Centrale. Anzi, nell'avviso c'era proprio scritto che la decisione sarebbe poi stata subordinata alla disponibilità del Ministero ovviamente di far fronte a queste maggiori spese e quindi si era tentato di contenere un po' gli oneri.
In risposta a tale manifestazione di interesse, erano pervenute tre offerte, due delle quali non corrispondenti ai requisiti richiesti. La terza offerta fu attentamente valutata, in quanto l’immobile presentava superfici e la distribuzione interna di gradimento della amministrazione Giudiziaria.
In particolare si è ritenne opportuno effettuare una serie di approfondimenti, compresi sopralluoghi, alla presenza del responsabile tecnico del Ministero della Giustizia, il primo in data 8 novembre 2012, per verificare l’accessibilità e la sicurezza dei mezzi della Polizia Penitenziaria che trasportano i detenuti. Emersero criticità che furono esplicitate dal Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria in data 26 marzo 2013.
Nel frattempo, dopo la pubblicazione dell’avviso di manifestazione di interesse, era entrata in vigore la legge 228/2012, cosiddetta “legge si stabilità 2013”, che vieta ai comuni la stipulazione di contratti di locazione passiva salvo che la locazione sia stipulata per acquisire, a condizioni più vantaggiose, la disponibilità di locali in sostituzione di immobili dismessi. Successivamente alla entrata in vigore di detta norma, vi sono stati molti pronunciamenti di Sezioni regionali della Corte dei Conti, in particolare, la Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per la Liguria ha deliberato, con deliberazione nr. 9/2013, ritenendo che la norma ponga il divieto assoluto di acquisire, a qualunque titolo, diritti immobiliari nell’esercizio 2013, con la sola esclusione dei contratti di locazione passiva nei limiti descritti dall’articolo di legge. Pertanto, in relazione ai motivi tecnici della Polizia Penitenziaria che ho detto prima, e alla necessità di rispettare questa nuova normativa, la proposta pervenuta a seguito della manifestazione di interesse, dovette essere diniegata.
La Commissione di Manutenzione, cui furono comunicate la ragioni del diniego, evidenziò che non erano venute meno le motivazioni per cui gli spazi erano stati richiesti.
Il Comune di Bologna comunicò, pertanto, che ulteriori eventuali avvisi pubblici per la ricerca sul mercato, ripeto, sul mercato perché non abbiamo la disponibilità di altri immobili, di altre offerte avrebbe potuto essere attivata solo a seguito di riordino complessivo di locazioni passive in corso, che permettessero razionalizzazioni degli spazi tali da consentire condizioni economiche più vantaggiose (nostra nota PG. 68227 del 22 marzo 2013 al Presidente della Commissione di Manutenzione).
Questo credo che risponda anche a quanto diceva prima la consigliera Salsi, perché poi si è tornati ad aumentare i metri quadri, perché contemporaneamente si dismettono altre sedi passive, perché contemporaneamente dobbiamo garantire che l'operazione rispetti quanto stabilito dalla Legge di stabilità 2013, ossia che nel complesso sia a condizioni più vantaggiose, ovvero che non comporti oneri addizionali per gli enti e conseguentemente per la quota che viene rimborsata che, ci tengo a dire è attorno al 70%
ma è in calo perché ci rimborsa sempre meno il Ministero ed è questo il motivo perché in quest'opera di riorganizzazione i metri devono essere maggiori.
Al fine di potere pubblicare nuova manifestazione di interesse gli uffici hanno predisposto tale piano di riordino che prende in considerazione locazioni ad oggi in essere, quindi rivede la localizzazione attuale dei vari uffici, riduce le superfici disponibili conformemente a quanto previsto dalla citata “spending review”, fissa un canone massimo di locazione ad un importo più basso di quello ad oggi corrisposto, complessivamente, tenendo conto degli uffici coinvolti dalla riorganizzazione, allarga il perimetro dell’area all’interno della quale si possono trovare gli immobili, pur cercando di garantire la brevità e semplicità dei percorsi per gli utenti e per gli addetti (questo in risposta alla richiesta specifica del consigliere Bugani che chiede ragione del “perimetro così ristretto”.
Abbiamo un po' allargato rispetto all'altro bando ma queste sono questioni che vengono sempre discusse nella Commissione Manutenzione e in quella del 15 maggio scorso, sono stati approvati i contenuti tecnici a seguito dei quali è stato pubblicato il bando. Il bando come ricordavate voi è aperto, scade l'11 luglio e noi speriamo di ricevere tante offerte. Spero che anche questa domanda d'attualità possa contribuire a diffondere l'informazione che comunque abbiamo diffuso in tutti i modi possibili.
Quanto detto sopra evidenzia, in maniera indiscutibile, che la ricerca discende da un percorso articolato, lungo e condiviso sempre con la Commissione di Manutenzione, che traccia l’identikit delle esigenze degli uffici giudiziari rendendole compatibili con il quadro normativo vigente.
A completamento di quanto detto sopra, pur esulando dalle domande pervenute, ma per dare un'idea del lavoro di riorganizzazione che stiamo cercando di fare su tutti gli immobili, ne approfitto per precisare che, in applicazione della “spending review” sono stati richiesti a tutti i proprietari di immobili con cui il Comune di Bologna ha stipulato contratti di locazione passiva abbattimenti del canone, in linea con l’abbattimento previsto anche dal bando pubblicato. Ciò pur non sussistendo l’obbligo per le amministrazioni locali. Non so se vi ricordate, nel decreto Spending review c'era una norma che appunto imponeva una riduzione dei contratti - mi sembra se ricordo bene - del 15% poi fu eliminata anche perché rischiava di creare molti problemi e molta conflittualità essendo dei contratti in essere, ecco però ugualmente noi abbiamo ritenuto di chiedere a tutti i proprietari con cui abbiamo contratti di locazione passiva queste riduzioni.
Si precisa, in risposta al quesito posto dal Consigliere Salsi, che la durata del contratto, nel caso in cui fra i proponenti vi sia un soggetto che possiede tutti i requisiti richiesti, sarà quella prevista dalla legge per contratti commerciali, cioè 6+6 anni.
Per quanto attiene la possibilità di attivare un percorso per la realizzazione di una cittadella giudiziaria, si precisa che la sottoscrizione eventuale di nuovo contratto di locazione non altera le strategie della amministrazione in materia, che sta continuando a valutare la questione in materia.
Preliminarmente si sottolinea che una cittadella giudiziaria, atta a dare risposta “definitiva” alle esigenze della giustizia - badate che quando pensiamo ad una cittadella giudiziaria dobbiamo pensare ad un arco di circa 9 anni per la realizzazione e poi a qualcosa che abbia una durata di almeno 30 anni, quindi abbiamo un orizzonte temporale di 30-40 anni - pur nell’ipotesi di progressiva dematerializzazione degli archivi - a cui stiamo lavorando però questo non vuole dire che noi immediatamente riusciamo a liberarci degli archivi cartacei - dalle valutazioni fatte dai tecnici del Ministero, la realizzazione di una cittadella giudiziaria avrebbe bisogno di una superficie complessiva non inferiore ai 120.000 mq. (oggi, considerando anche tutti gli archivi variamente collocati, gli spazi conferiti ammontano a circa 75.000 mq.).
Il costo di costruzione di un complesso di questo tipo, corredato di tutti gli arredi, i dispositivi di sicurezza, le attrezzature, ammonterebbe a circa 400 milioni di euro.
Tali cifre, sia in termini dimensionali che economici, derivano da un confronto svoltosi, in materia, con i tecnici del Ministero della giustizia. Inoltre le ipotesi di realizzazione sono sostanzialmente 2: intervento realizzato dalla amministrazione con finanziamento dell’investimento da parte dello Stato (perché è evidente a tutti che noi non abbiamo i soldi per fare questo investimento), ma dubito nell'attuale situazione di crisi dei conti pubblici che anche lo Stato abbia la possibilità di poterci finanziare un investimento così ingente, oppure un intervento da realizzarsi con contributo di privati: in questo secondo caso si stima che un canone di locazione, considerando un rendimento della iniziativa del 5%, non possa essere inferiore ai 20 milioni annui.
Entrambe le soluzioni non paiono, al momento economicamente sostenibili. Ciò non vuol dire che sia un'ipotesi questa che non continuiamo a valutare in tutti i suoi aspetti.
Inoltre, la realizzazione di una cittadella giudiziaria comporta una serie di azioni complesse, dai tempi lungi, così riassumibili: preventivo accordo con il Ministero sui contenuti economici della iniziativa, individuazione di un’area, di superficie non inferiore a 20/25 ettari in cui collocare l’attività (l'area della ex Staveco, da voi più volte citata sembra un'area insufficiente ed in ogni caso quest'area è interessata da un piano assieme all'Università), redazione di progetto preliminare, esperimento di gara, sottoscrizione di concessione, redazione da parte del concessionario di progetto esecutivo, realizzazione dell’opera, collaudi e consegne e poi tutto il trasloco.
Tale iter non ha durata presunta inferiore ai 9 anni, per cui, come detto sopra, la sottoscrizione di nuovi contratti di locazione e la conservazione dei contratti in essere non alterano le strategie della amministrazione in materia e non sono ostativi del perseguimento dei strategie differenti.
Infine occorre rilevare che sarebbe preliminarmente da definire, qualora si decidesse per la cittadella giudiziaria, il destino e l’eventuale valorizzazione degli immobili di proprietà comunale (per un totale di circa 30.000 mq. di superficie utile), cioè Palazzo Baciocchi e l’ex convento di san Domenico, oggi occupati dagli uffici giudiziari, nel caso di spostamento degli stessi in altra sede, perché quello che sicuramente non vogliamo è il degrado del centro storico".
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