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Bologna, 07/10/2013
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La domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli: "Visto gli articoli di stampa relativi alla riduzione delle attività sanitarie all'interno dei poliambulatori, si chiede al Sindaco e alla Giunta: se era a conoscenza delle decisioni assunte dall'AUSL e se di tale questione si era discusso in Conferenza Socio Sanitaria Territoriale; se non ritenga estremamente grave, da un lato considerare la sanità pubblica come un diritto sancito dalla Costituzione mentre dall'altro si tagliano/riducono le attività sanitarie erogate soprattutto alla popolazione più debole (età pediatrica ed anziani); se non ritiene che tale decisione possa, conseguentemente gravare sulla città di Bologna considerato che molte chiusure riguarderanno proprio attività esercitate in poliambulatori posti nelle città confinanti il capoluogo (San Lazzaro di Savena, Casalecchio di Reno, San Giovanni in Persiceto ecc...) e si ripercuoteranno con un effetto domino sulla sanità cittadina. Risposta dell'assessore Rizzo Nervo: "Nel rispondere al Consiglio comunale, abbiamo bisogno di dire ai cittadini che ci seguono in streaming e non solo, parole di verità: non è in corso alcuno smantellamento della sanità bolognese, della sua qualità ed eccellenza e, nelle parole dei sindaci che oltre aver letto ho avuto modo di sentire, non ritroviamo nessun riferimento a qualsivoglia smantellamento. Quindi rassicuriamo come prima cosa che non è in corso alcun smantellamento. Quel che è successo, come è avvenuto anche negli anni passati, è che il piano ferie che l'Azienda sanitaria mette in atto ogni estate per consentire ai lavoratori dipendenti di usufruire delle ferie cui hanno diritto, avrà un prolungamento di un mese, fino al primo novembre, rispetto ad alcune decisioni che erano state assunte all'interno del piano ferie e comunicate, ovviamente, alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, dove avevano avuto la piena trattazione. In un quadro in cui la Conferenza territoriale socio-sanitaria sarà chiamata a fare delle scelte che si rendono necessarie, ma che non sono necessariamente la riproposizione delle chiusure del piano ferie che è stato presentato. Tradotto: l'azienda non ha assunto delle decisioni, l'unica decisione che ha assunto è quella di procrastinare il piano ferie per il mese di ottobre, lasciando poi ad occasioni già previste di conferenza territoriale di definire le scelte in modo puntuale e definitivo. Non siamo quindi di fronte a nessuna decisione irrevocabile o presa per sempre. Quello che è successo, dicevo, è una riduzione delle attività di alcuni Consultori famigliari e di Ambulatori vaccinali, che era stata comunicata il 24 maggio in occasione del piano ferie. Ho avuto modo già di dire pubblicamente, e lo ripeto con altrettanta forza qui, che ritengo che il piano ferie deve tornare a svolgere la funzione che gli è propria: quella di un piano ferie per consentire di usufruire delle ferie agli operatori sanitari. In questi anni, per vari motivi, per una oggettiva fatica che le aziende si trovano a dover affrontare, è stato usato in modo, diciamo, estensivo. Io credo che proprio le scelte che la Conferenza territoriale sarà chiamata a fare nei prossimi mesi dovranno rendere stabili e sostenibili le decisioni, consentendo tra le altre cose di riportare alla loro funzione normale i piani ferie. L'Azienda ASL di Bologna, assieme alla Conferenza, è impegnata in questa rivalutazione costante dell'offerta di cure e di assistenza per i cittadini. L'ho già detto in altre occasioni e lo ribadisco: rimodulazione di questa offerta, sì, perché non bisogna essere ipocriti, trova una sua motivazione certo nel fatto che questo è il primo anno in cui c'è una decrescita delle risorse disponibili per la sanità rispetto al passato. Siamo andati per 30 anni verso una tendenza crescente, quest'anno è la prima volta in cui il segno è meno, peraltro in una evoluzione del bisogno che, invece, richiederebbe ancora di più. Quindi, certo, c'è questa motivazione, ma c'è un ripensamento complessivo dell'offerta sanitaria che segue anche le evoluzioni della medicina e della sanità moderna. Com'è noto, questa azione ha riguardato in maniera significativa i presidi ospedalieri, con un'attenzione particolare per il riconoscimento della loro vocazione e dei compiti assegnati e svolti all’interno della rete metropolitana, ma interessa anche le attività territoriali, in modo da renderle sempre più aderenti ai bisogni della popolazione, nel rispetto dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e con una attenzione che rimane costante per la qualità e sicurezza di ciò che si mette a disposizione dei cittadini. Gli ambiti di maggior rilievo interessati ai progetti di revisione riguardano i Consultori, la Pediatria Territoriale e la Continuità Assistenziale. Per tutti si rende necessario uscire da una logica prestazionale, aderendo invece alla logica della presa in carico, con particolare cura per la continuità dei percorsi, anche nel rapporto tra ospedalità e servizi del territorio. Rispetto alla Pediatria c'è anche il tema di una sempre maggiore collaborazione e dell'evoluzione del rapporto tra pediatria di comunità, pediatria territoriale e i pediatri di libera scelta. Un'evoluzione che coinvolga sempre di più i pediatri di libera scelta, di famiglia, nell'offerta delle prestazioni sanitarie. Le attività dei consultori si sono basate, storicamente, su una estesa distribuzione territoriale con sedi, orari di apertura e funzioni distinte. Queste differenze si spiegavano in parte con le caratteristiche dei diversi territori, in parte erano riconducibili a precedenti modelli organizzativi. E’ vero che una presenza diffusa sul territorio è utile perché avvicina il servizio al cittadino, ma è altrettanto vero che la ridotta dimensione oraria di apertura di molte delle sedi non produce gli effetti sperati sulla capacità di accesso. La presenza di nuovi bisogni, che richiedono risposte complesse e capacità di presa in carico effettiva, richiede un ripensamento della presenza di questi presidi sul territorio, in maniera da integrarli con altre progettualità in corso di realizzazione, prime fra tutte le Case della Salute. Tutte queste novità sono oggetto di una riflessione che è in corso, che non è arrivata ad assumere ancora alcuna decisione, che troverà momenti di valutazione definitiva da parte della Conferenza Territoriale nei prossimi mesi. Mantendendo ovviamente come elementi prioritari l’incremento della copertura vaccinale dell’infanzia per la prevenzione primaria delle malattie infettive, la presa in carico dei pazienti con patologie croniche, come diabete, asma, eccetera, la lotta all’obesità infantile attraverso azioni di prevenzione e promozione di corretti stili di vita, solo per citare alcuni esempi. Si tratta di rendere il sistema, nel complesso, più efficiente e capace di integrazione, fra pediatria di comunità e pediatria di libera scelta. Tutte queste decisioni saranno oggetto dell'attenzione della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di Bologna. Sul tema della psichiatria, che non mi pare fosse citato nella domanda, alcune precisazioni. Anche qui abbiamo bisogno di parole di verità. Noi non abbiamo chiuso la Residenza Oleandri. Abbiamo fatto molto di più, io credo di meglio. C'è un progetto organico, nato nella discussione con i professionisti e con le associazioni di riferimento, che è partito dalle associazioni dei cittadini e professionisti, prima ancora di essere portato all'attenzione della Conferenza territoriale. Un progetto che mira alla piena attuazione della legge 180, nell'ottica di ricorrere sempre meno all'istituzionalizzazione, alle strutture, per la cura psichiatrica, ma di favorire soluzioni domiciliari, di residenza supportata, come evoluzione in positivo dell'autonomia delle persone afflitte da problemi di carattere psichiatrico. Troveremo i modi, le forme, i tempi per esplicitare in modo più pieno e corretto queste novità, ma non stiamo parlando di piccole chiusure, bensì di un progetto complessivo che nella valutazione della Conferenza Territoriale troverà forme di discussione con la città e con il territorio".
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