Bologna, 05/05/2014

IL RICORDO DI MAURIZIO CEVENINI IN CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE LEMBI


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Di seguito, l'intervento della presidente del Consiglio comunale Simona Lembi nel corso del consiglio comunale in ricordo di Maurizio Cevenini.

"Signor Sindaco, colleghi di Giunta, signori consiglieri e signore consigliere,
desidero ringraziare le autorità civili e militari che hanno scelto di partecipare a questa cerimonia in apertura della quale desidero rivolgere, a nome del Consiglio comunale di Bologna, un saluto affettuoso ai famigliari, numerosi questo anno, di Maurizio Cevenini, in particolare alla figlia Federica, al piccolo Gabriele e al fratello Gabriele.

Siamo qui oggi, nel secondo anniversario dalla sua scomparsa, per ricordare Maurizio Cevenini.
Solitamente si ricordano le persone nei cosiddetti anniversari tondi: al primo anno dalla scomparsa, al quinto al decimo e così via. Ma questa formula, nel caso di Maurizio Cevenini, risultava troppo stretta, non poteva funzionare. Quindi, abbiamo scelto di rinnovare questa cerimonia anche quest'anno, e continueremo a farlo nei prossimi anni.
Ci sono molti modi per ricordare le persone, come dice il Sindaco per 'portare nel cuore'. Alcuni gesti privati, singolarmente scelti. Poi ci sono quelli pubblici, che hanno l'ambizione di parlare ad altri, ed in particolare alle nuove generazioni.

Nel secondo anniversario dalla sua scomparsa abbiamo scelto di parlare alle nuove generazioni e a Bologna pubblicando alcuni degli interventi del consigliere, vicepresidente, presidente del Consiglio comunale svolti in quest'aula dal 1995, anno della sua elezione, fino al 2012.
Si è trattato di un impegno condiviso da tutte le commissioni consiliari, da tutti i gruppi consiliari unanimemente, d'intesa con il sindaco. Si tratta di una scelta doppiamente parziale in primo luogo perché si tratta di una selezione degli interventi svolti in Comune, poi perché, nella sua lunga esperienza politico amministrativa, Maurizio è stato anche assessore a San Lazzaro, presidente del Consiglio provinciale, consigliere regionale. E tuttavia, per quanto parziali, leggendoli tutti insieme, questi interventi restituiscono alla sua amata Bologna tutto l'amore e la cura che Cevenini aveva per questa città e che esprimeva a partire da un modo unico, irripetibile, di fare politica.
E' mia intenzione lasciare ad ognuno di voi, che oggi ha ricevuto questo volume, tutta intatta l'attesa e il gusto di leggerlo.

Permettetemi solo di richiamare alcune questioni ricorrenti nei suo interventi: Maurizio Cevenini aveva una capacità unica di tenere insieme argomenti molto diversi tra loro e con peso politico differente: intervenne sulla riforma costituzionale ferma al senato nel 2004 o sul rispetto del divieto di fumo nei luoghi pubblici con la stessa identica fermezza. Aveva, molti anni fa, intravisto le potenzialità e il bisogno di questo territorio di essere finalmente una città metropolitana per affrontare al meglio questioni che non possono fermarsi ai confini dei singoli comuni: le politiche scolastiche, sanitarie, di area vasta.

Insisteva sempre su di un 'noi' che interessava di volta in volta interlocutori molto diversi: noi amministratori ed amministrati, noi insieme eletti ed elettori, noi consiglieri comunali anche di parti politiche differenti, noi bolognesi tutti.

In un intervento del 2004, come Consigliere comunale, allora era vicepresidente del Consiglio, affermò: 'in questo intervento faccio il possibile per non sottolineare gli aspetti di parte che vedo preoccupanti di quel testo (si trattava di riforme istituzionali), perché mi interessa che il Consiglio comunale di Bologna oggi condivida una preoccupazione espressa da tutti i Presidenti delle Regioni.'

Nel 2000 presenta un ordine del giorno condiviso da tutti in occasione della giornata nazionale per la donazione e i trapianti.

Svolge un lungo intervento sul programma del mandato amministrativo '95 - '99 che termina con un impegno 'per noi le riforme vanno fatte insieme e non contro qualcuno'.

Interpreta in modo originale la relazione dentro - fuori le istituzioni, con una presenza costante e difficilmente riproducibile alle iniziative pubbliche - migliaia - che si svolgono in città. E' spesso testimone di fatti salienti accaduti in città o che interessano Bologna, desideroso di riportarli in Consiglio: interviene sulla sentenza di secondo grado della strage dell'istituto Salvemini, sul risarcimento delle Vittime della uno bianca, per condannare l'attacco terroristico dell'11 settembre, l'assassinio del professor Biagi, il mancato invito dei famigliari del due agosto alla Camera dei Deputati, interviene per ricordare il decennale dalla caduta del muro di Berlino.

E' evidente, leggendo tutti questi interventi - anche quelli che non siamo riusciti a pubblicare - come Cevenini abbia saputo unire un alto senso delle Istituzioni, che tutti gli hanno riconosciuto, e una forte vicinanza con le persone, una capacità straordinaria di includere ed unire.

Nemmeno tanto sullo sfondo, anzi sempre davanti a tutto, Maurizio Cevenini esprimeva sempre e comunque il suo grande amore per questa città e per i suoi abitanti.

Nel 1996 affermava: 'sbaglia chi crede che solo i grandi progetti mantengano Bologna a livello delle migliori città europee, in cinquant'anni questa città ha creato una rete di servizi scolastici, sanitari e sociali, unici in Italia, esempio per l' Europa, forme di aggregazione associativa spontanea nel campo dello sport, tra giovani, nei centri culturali e nei centri sociali.' Poi, aggiungeva, 'non sottovalutiamo ciò che abbiamo fatto per Bologna, con l'apporto fondamentale dei bolognesi'. I bolognesi quindi, non amministrati, ma Amministratori, anche quando non siedono in consiglio comunale. Qui stava, a mio parere, tutta la forza dell'azione di Maurizio. Quella di far sentire i cittadini di Bologna in questo luogo sempre, quella di tener stretta la forbice tra chi sta dentro e fuori i luoghi in cui si prendono le decisioni che tutti riguardano.

In uno dei sui ultimi interventi in Consiglio comunale aveva affermato: 'noi consiglieri siamo dipendenti dei cittadini di Bologna.' Poi successivamente 'i nostri azionisti, quelli veri, sono i cittadini che ci hanno votato e che non si dimenticano di noi.'

La massima espressione di questo modo di operare Maurizio, permettetemi questa confidenza, io lo chiamavo anche così, l'ha esplicitata nel breve discorso di insediamento da Presidente. 'Per ognuno di noi, disse, c'è stato un cittadino che ha scelto una sola persona, per rappresentarlo nella votazione all'interno del Consiglio comunale. Credo che questo ci debba guidare nel lavoro futuro, pensando che tra cinque anni noi renderemo conto alla città di Bologna, ai bolognesi, del lavoro fatto. Se la stima e la considerazione nei confronti dei consiglieri comunali, della Giunta comunale, crescerà rispetto all'attuale giudizio che viene dato sulla politica, credo che sarà un successo per tutti noi.'

L'amore per Bologna, di fatto, era la cura e l'attenzione che riservava ai bolognesi. La foto della copertina di questo volume che insieme abbiamo voluto promuovere, rispecchia proprio questa scelta: Maurizio poteva essere ovunque in città, ma nel suo sguardo, nel riflesso dei suoi occhiali, è solo ed esclusivamente in Piazza Maggiore.

Nel suo ultimo intervento, su questo concludo, quello per aderire alla fondazione Imbeni, per un'Europa dei diritti, affermò: 'elevare la politica significa far prevalere le proprio idee, se si riesce, e comunque essere ricordati per la linearità del proprio percorso politico'. Era il 20 febbraio del 2012.

Maurizio Cevenini è stato amico, collega di tutti noi, di questa città, di tutti coloro che hanno avuto l'occasione di conoscerlo, perché sapeva stare davvero in mezzo alla gente.
Sapeva interpretare, con garbo e con leggerezza come amava dire, il sentimento popolare. Mai una parola fuori luogo, mai, in un'epoca di insulti, parolacce o, peggio, battute ad effetto che offendessero la dignità delle persone, certo non quella degli avversari politici.

Così vogliamo continuare a ricordare Maurizio Cevenini sapendo che parlare di lui significa ancora parlare di affetto per la città e per i bolognesi".
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