Bologna, 18/06/2013

ISTRUTTORIA PUBBLICA INFANZIA, INTERVENTO DELLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE, SIMONA LEMBI


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Trasmettiamo intervento della Presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, in apertura dell'Istruttoria Pubblica sul tema "I servizi educativi e scolastici per l'infanzia nella città di Bologna".

"Signora Assessora alla Scuola Marilena Pillati, Signori Consiglieri e Signore Consigliere,
desidero per prima cosa salutare a nome del Consiglio comunale tutte e tutti coloro i quali hanno richiesto di partecipare all'Istruttoria e, così facendo, contribuiscono con le loro opinioni, mettendo a disposizione le proprie competenze, ad un confronto su una questione che ci sta particolarmente a cuore come quella relativa alle linee guida per l'elaborazione delle carte dei servizi per nido e scuola dell'infanzia del Comune di Bologna.
Sono 79 le persone che interverranno a nome di gruppi, comitati, associazioni, partiti, sindacati; 10 gli esperti indicati dalla Giunta; 30 i Consiglieri comunali, di quartiere e regionali che hanno chiesto di intervenire.
Si tratta, a mio parere, di un confronto prezioso e autentico. Prezioso perché, in un momento storico di diffidenza nei confronti delle istituzioni pubbliche, scegliere di dare una mano e mettersi a disposizione condividendo le proprie competenze, non sono gesti scontati. Autentico perché non ci limitiamo ad un dialogo che si svolge nello spazio di un tweet. Si tratta di un confronto di tre giorni che mette in gioco opinioni, pratiche, competenze.
Tutto questo ci consegna una grande responsabilità: quella di essere all'altezza di questo momento, delle competenze che ci vengono messe a disposizione e, a conclusione di questo percorso, di scegliere le migliori proposte per definire quel patto tra ente locale e genitori, in base al quale i papà e le mamme che decideranno di iscrivere i propri figli ad uno dei tanti servizi educativi del Comune di Bologna, sapranno a quali valori si ispirano quei servizi, così come conosceranno le pratiche e le azioni che incontreranno i loro figli in quella esperienza educativa.
Non entrerò nel merito delle proposte, che spettano a coloro che hanno chiesto di intervenire nel corso dell'Istruttoria Pubblica. Mi preme piuttosto, dopo aver affermato quanto per noi sia prezioso questo momento, sostenere il valore della nostra scelta: quella di aver voluto convocare la prima istruttoria pubblica di questo mandato, proprio sull'infanzia.
Non mi stancherò mai di dirlo: siamo in un momento di crisi profonda. La più grave dal '29 ad oggi. All'inizio di questa crisi, quelli almeno che non la negavano, molti sostenevano che occorresse “imparare a fare di più con meno risorse”. Non siamo più in quella fase. Noi dobbiamo imparare oggi a fare 'diversamente', in un contesto di decrescita della spesa pubblica e privata. La sfida è farlo senza rinunciare al fatto che sia importante per tutti, anche per gli adulti, quando i bambini frequentano servizi educativi. Dire, come vogliamo fare noi oggi, che si intende comunque investire sull'educazione dei bambini e che i bambini devono poter frequentare esperienze educative qualificate è una scelta, in un mondo in cui solo di recente si sono affermati i diritti dell'infanzia.
La questione della centralità dell'infanzia è recente, e come tale mai va data per scontata. È appena del 1989, infatti, la “Carta dei diritti dell'infanzia”, cioè l'affermazione dei diritti dei bambini a prescindere dalle condizioni di sesso, di censo e di provenienza geografica.
Da questo punto di vista, il Comune di Bologna ha una precisa tradizione da rivendicare e che continuare a praticare. Già Zanardi, il Sindaco del pane, agli inizi del '900 investì moltissimo nella scuola; lo fece anche Dozza: nel 1960 il Comune aveva 8.000 dipendenti, metà dei quali impiegati nella scuola. Nel 1969 l'Amministrazione inaugura il primo nido comunale con due anni d'anticipo rispetto alla prima legge nazionale sui nidi comunali del 1971. Più di recente, nel 1997, il Consiglio comunale convoca la prima istruttoria pubblica sull'infanzia e promuove un forum dal titolo “La città dei bambini e delle bambine”. Leggendo gli atti di quei lavori si scopre come molte delle questioni che affronteremo durante l'Istruttoria Pubblica fossero già note: già allora si diceva che occorreva una nuova fase, non più di crescita dei servizi, ma di una città che potesse rispondere con più forza all'ambizione di essere una città di bambini e bambine; si affermava che i servizi dovessero rispondere sempre più alle esigenze di società in cambiamento, con bambini provenienti da mondi, culture e tradizioni diverse; si cominciava ad affermare il bisogno di un nuovo protagonismo maschile nella cura dell'infanzia.
I lavori dell'Istruttoria Pubblica che ci prestiamo ad aprire si svolgono nel solco di quella tradizione. Vogliamo confrontarci con esperienze e competenze differenti per migliorare la Carta dei servizi dei nidi e scrivere ex novo quella delle scuole dell'infanzia.
Vorrei concludere tornando alla questione da cui sono partita: occuparsi seriamente di bambini significa occuparsi di 'grande politica', e vuole dire affrontare le questioni più profonde su cui si sviluppano le società che abitiamo.
Auguro a tutti buon lavoro".
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