Bologna, 08/07/2015
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"Grazie Presidente, signora Presidente della Camera, autorità civili e militari, signor Yunus, care consigliere e consiglieri e cari cittadini, è davvero un onore poter ospitare oggi in città, nella sala del Consiglio comunale, una delle figure più straordinarie e brillanti del nostro tempo: economista, fondatore della Greemin Bamk e premio Nobel per la Pace, Muhammad Yunus, inventore del microcredito moderno. Basarsi sulla fiducia per concedere prestiti ai più poveri e non sulla solvibilità, questa l'idea alla base del microcredito di Yunus, un'idea che funziona e che è stata replicata su vasta scala in più di venti Paesi. La Grameen Bank ad oggi ha erogato più di 15 miliardi di dollari a oltre 8 milioni di richiedenti, con percentuali di restituzione superiori al 97%. Più del 90% dei prestiti è destinato alle donne, considerando che i profitti realizzati dalle donne siano più frequentemente destinati al sostentamento delle famiglie. Nel mondo in cui viviamo, l'idea di basarsi sulla fiducia, per dare alle persone strumenti che possano fare loro superare una condizione di bisogno, da tanti è stata definita rivoluzionaria. Credo, infatti, che proprio la fiducia debba essere il valore sul quale costruiamo relazioni tra le persone di una comunità, sia essa locale o globale. Senza fiducia, senza relazioni autentiche, non ci può essere una comunità fatta di persone, comunità che insieme crea occasioni di futuro per il bene comune. E' nei momenti difficili che occorre sostenere i diritti umani e reagire per affermarli. Oggi povertà e degrado ambientale sono legati: acqua, aria e terra sono a rischio e a rischio è la nostra umanità. Quindi, per restare umani, dobbiamo scommettere sul bene relazionale. Questo significa impegnarsi perché una società più equa e più libera sia in grado di redistribuire non solo reddito, ma anche redistribuire potere di fare. A tale proposito abbiamo bisogno di fare un passo avanti, sia mentale che pratico, e la nostra città è matura per questo passo avanti, insieme al mondo delle imprese, inteso come imprenditori e lavoratori che debbono entrare da protagonisti in questo circuito collaborativo per la promozione e la costruzione del bene comune, per far emergere, come costitutiva dell'impresa moderna, la rilevanza pubblica della responsabilità sociale. Occorre agire per cogliere tutte le opportunità positive che si aprono per un'economia che vuole essere davvero civile attraverso lo spazio dei beni comuni, un ponte concreto tra lo spazio privato e lo spazio istituzionale pubblico. Per queste ragioni è di fondamentale importanza dare seguito nel concreto al concetto di Business sociale che Yunus porta avanti ormai da anni, e cioè di un nuovo tipo d'impresa, che mira al benessere della collettività e non solo dell'imprenditore. Grazie a Yunus siamo partiti dal microcredito, possiamo arrivare in tutti i settori. Su questo tema il quadro normativo italiano è ancora arretrato, ma nulla vieta di mettere in moto progetti nati dall'iniziativa di una comunità. Si tratta di individuare problemi, risolverli mettendo in campo strumenti che possano soddisfare sia coloro che sono impegnati nel progetto, sia le comunità in cui agiscono, creando occasioni di lavoro. E' proprio sul concetto di costruzione e cura del bene comune da parte della comunità stessa dei cittadini, che come Comune di Bologna abbiamo voluto, per primi in Italia, adottare un Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani. Uno strumento per attuare il principio costituzionale di sussidiarietà, offrendo una cornice di riferimento alle diverse occasioni in cui Comune e cittadini si alleano per condividere la responsabilità di rigenerare e curare la propria città. Signor Yunus, è per noi davvero importante che lei abbia accettato di diventare nostro concittadino, per il contributo che dà alla reputazione della nostra città nel mondo e perché ci aiuta a rendere ancora più consapevoli i nostri concittadini della nuova frontiera che si apre con il suo esempio. La nostra città è e vuole restare aperta al mondo. Le nostre relazioni con il mondo sono assicurate dalla nostra Università, la più antica, come sa, del mondo occidentale, dal nostro sistema di imprese e dalla nostra coesione sociale. Essere cittadini del mondo significa organizzare la convivenza tra diversi e farlo attraverso una estensione della democrazia, dei diritti e dei doveri delle persone. Come lei ci insegna, la differenza la fanno le persone. Sapere vivere la ricchezza degli stili di vita e farne la leva per costruire legami di libertà e fiducia tra le persone, questa è la sfida per la nostra città e per l'Europa. Un'Europa in bilico tra chiusura e apertura al mondo, un'Europa che, se vuole avere un futuro, non può che scegliere la strada della fiducia e dell'apertura agli altri, scommettendo sulla democrazia e non soltanto sulla misera contabilità in euro delle convenienze a stare insieme. E' bene ricordare in questi giorni un'amara considerazione che faceva Jean Monnet, uno dei padri fondatori della Comunità Europea: 'Forse, nella costruzione dell'Europa, non dovevamo partire dai mercati, ma dalla cultura e dalla politica'. Lei, signor Yunus, ci ha insegnato che, per il mondo di oggi e per il suo futuro, cittadini si diventa, costruendo progetti concreti insieme agli altri. Si sceglie di essere cittadini e, dunque, grazie di cuore per avere accettato di diventare cittadino della nostra amata città".
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