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Bologna, 21/07/2014
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"Premesso che sono contro alla dittatura del politicamente corretto,del moralismo ipocrita e bigotto e non credo che una banalissima pubblicità possa strumentalizzare un corpo umano maschile o, femminile, che sia . Ognuno del proprio capitale corporeo è giusto che ne disponga a proprio piacimento. Certo, anche a dilapidarlo ed a farne scialo,ma vende del suo,quindi perchè vietarlo,se non esiste costrizione? Personalmente non lo ritengo eticamente condivisibile, ma non abbiamo discusso per anni dell'autodeterminazione del corpo delle donne ? Quindi,chi sono io per giudicare come una velina,fotomodella,modella sfrutti la propria immagine od il propro corpo? Chi sono io, per porre un'autority od un garante che stabilisca quello che è bene e quello che è male, nella pubblicità? Sono forse il Cristo Pantocratore che giudica come un uomo/donna possa disporre del proprio corpo, ovviamente sempre nei limiti consentiti dalle leggi della Repubblica e sempre che non vi siano costrizioni ? Vogliamo ritornare all'epoca della Santa Inquisizione,vogliamo reinstaurare i Tribunali perbenisti della pubblica morale? Il limite della pubblicità dovrebbe essere fra il buono ed il cattivo gusto, fra una pubblicità tecnicamente azzeccata e una no! Nella pubblicità, il corpo della donna non è oggetto passivo,ma è soggetto attivo che decide, in piena autonomia, sull'uso che si intende fare della propria immagine corporea e non vedo alcuna strumentalizzazione in ciò. Inoltre,capisco ancora meno i politici donne che strumentalizzano altre donne,in una visone taleban-femminista della pubblicità stessa. Odio la stupida ipocrisia rappresentata dal politicamente corretto,che è una sciocca interpretazione della realtà, che si adegua ad un perbenismo di facciata. Bisogna che ve ne facciate finalmente una ragione,esistono ragazze e donne consenzienti,libere,anche istruite che,in piena libertà,scelgono di vendere o mostrare il proprio corpo. E' sbagliato? No. Può non essere eticamente condivisibile, ma perchè dovete censurarlo o limitarlo ed in virtù di quale pubblica morale e chi la decide questa pubblica morale? Mi sorprende che i censori ed i perbenisti si collochino in quella sinistra che si definisce,a parole, liberale,ma nei fatti censura e giudica comportamenti ed atteggiamenti,indicando qual'è il limite dell'asticella del politicamente corretto. Se mi si vuole imporre il dictat del pensiero unico,la cultura del Minculpop, che attualmente esiste solo in alcuni paesi vetero-comunisti o, fondamentalisti islamici,allora io rivendico di essere politicamente scorretta! Ribadisco di essere contraria a qualsiasi Grande Fratello che censuri,di fatto,la libera manifestazione del pensiero,anche nella pubblicità. Ho una idiosincrasia per i novelli Torquemada in gonnella che decidono sulla liceità di una pubblicità e rivendico la mia libertà di vedere, o meno, una qualsiasi pubblicità,sia questa la “Passera delle vigne” o, il poster di Oliviero Toscani, dove si vede un lato B femminile, in short inguinali, con il refrain pubblicitario “Chi mi ama,mi segua”,o la pubblicità del prete e della suora che si baciano. Ritengo quindi,che non sia assolutamente indispensabile un ODG o una commissione,per parlare di sessismo,cioè del sesso degli angeli,cioè del nulla cosmico e ribadisco la mia avversione al politicamente corretto di alcuni, che serve solo a lavare le loro coscienze moraliste!".
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