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Bologna, 15/03/2013
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La domanda del Consigliere Daniele Carella (Pdl) Premesso che lo scrivente sta digitando la seguente domanda alle 6.30 del mattino per un fatto accaduto e constatato questa stessa mattina e quindi non presente per ovvi motivi sulla stampa odierna. Ma è un fatto che sta accadendo e che è indubitabilmente di interesse cittadino e della Amministrazione. Rilevato, su innumerevoli segnalazioni di utenti Tper, che a tutta quest'ora alcun mezzo di Trasporto Pubblico si evidenzia come in circolazione e ancor meno in servizio sulla intera rete e che i cittadini e gli utenti del servizio se ne sono accorti solo stamattina, mentre si accingevano ad andare a lavorare e/o ad andare dove dovevano o volevano, si chiede alla Amministrazione:
Con riferimento all'odierna interruzione del servizio di trasporto pubblico gestito da TPER ed alla protesta del personale viaggiante per le recenti decisioni datoriali che ne pregiudicheranno la gestione dei turni di lavoro, si chiede di conoscere il giudizio politico-amministrativo del Sindaco e, soprattutto, quali risposte l'Amministrazione pensa di dare ai lavoratori di TPER ed alle condizioni inumane di lavoro che l'azienda di fatto offre loro. La domanda della Consigliera Lucia Borgonzoni (Lega Nord) Visti gli articoli di stampa relativi al cosiddetto "sciopero selvaggio" che ha colpito oggi la nostra città si chiede al Signor Sindaco e alla Giunta:
Visti gli articoli di stampa relativi al cosiddetto "sciopero selvaggio" che ha colpito la nostra città in data odierna si chiede al Signor Sindaco e alla Giunta:
La risposta dell'assessore alla Mobilità Andrea Colombo: "Grazie Presidente, credo innanzitutto sia dovuto alla città e al Consiglio comunale una complessiva ricostruzione di quanto accaduto ieri. Come noto a partire dalle 4.30 del mattino, fin dall'inizio dell'orario di servizio urbano, suburbano ed extraurbano del trasporto pubblico di Bologna e provincia si è verificata una agitazione improvvisa e non preavvisata nei termini di legge da parte del personale di Tper che ha comportato la mancata uscita dei mezzi dai depositi fin dia primi turni del mattino. Fin dalle ore 5 della mattina la situazione è stata presidiata da personale dirigente dell'azienda che era quindi sul posto di lavoro richiamato per l'emergenza in corso già all'alba, mentre le Istituzioni, in particolare gli assessori alla Mobilità di Regione, Provincia e Comune, sono stati avvistati intorno alle ore 6.30 del mattino. Alle 7 ai depositi erano già presenti le Forze dell'Ordine per gli accertamenti dovuti. L'azienda Tper appena la situazione si è configurata nella sua gravità ha diramato un comunicato stampa chiedendo la collaborazione di tutte le testate, le redazioni giornalistiche, le radio, le tv e i siti web per diffondere la notizia contribuendo a ridurre i disagi che la situazione avrebbe certamente comportato per l'utenza nelle successive ore. Tale comunicato è delle 6.50 di ieri mattina. Contemporaneamente Tper compresa l'entità del fenomeno ha provveduto a chiedere, e come vedremo successivamente ad ottenere, l'intervento della Prefettura. Anche l'Amministrazione comunale di Bologna, venuta a conoscenza attorno alle 6.30 della situazione, si è attivata immediatamente. Alle 7.30, prima in forma orale poi in forma scritta attraverso la modifica dell'ordinanza in vigore, è stato revocato il blocco del traffico del giovedì. Fin dalle 7.30 tale informazione sulla revoca del blocco, che ovviamente consentiva ai cittadini di utilizzare il proprio mezzo privato, è stata comunicata a chiunque chiedesse informazione tramite i centralini del Comune, soprattutto della Centrale Radioperativa della Polizia municipale, quindi con un'ora di anticipo rispetto all'inizio del blocco del traffico, che come noto entra in vigore alle 8.30. La sospensione del provvedimento a seguito di questo sciopero improvviso è stato ritenuto una atto dovuto, in mancanza di altri mezzi di trasporto pubblici disponibili alla cittadinanza. Non è invece stata sospesa la zona a traffico limitato, in quanto, come noto, chi vi si reca in macchina più anche se non autorizzato comunque accedere al centro per dirigersi nei parcheggi di attestamento, in cui parcheggiare la propria autovettura. Quindi l'accesso era comunque garantito, perché come noto le autorimesse private ed i parcheggi pubblici presenti all'interno della ztl possono essere raggiunti anche da veicoli che non hanno ordinariamente una autorizzazione all'accesso. D'altra parte, come noto, il rapporto fra sosta disponibile e residenti è di 1 a 3, e quindi se anche fosse stata aperta la ztl difficilmente i veicoli esterni avrebbero potuto trovare spazio nelle strisce blu, né tanto meno in quelle bianche riservate agli abitanti. Attorno alle 7.40 è stato messa in campo anche una riorganizzazione del dispositivo della Polizia municipale. Veniva diramata a tutte le pattuglie già presenti sul territorio la comunicazione di sospensione dell'ordinanza antismog, e veniva istruito tutto il personale in servizio al fine di dare la massima informazione possibile all'utenza dello sciopero in atto, e della sospensione del provvedimento di limitazione della circolazione; e data l'emergenza improvvisa, questo è il punto centrale, la quasi totalità delle pattuglie del turno venivano operativamente reindirizzate verso al gestione del traffico che ovviamente nella prima pare della mattinata risultava particolarmente intenso. Il Corpo di Polizia municipale è stato anche impegnato nel corso di tutta la mattinata ad evadere e rispondere, tramite la Centrale Radioperativa, a svariate decine di telefonate di utenti e cittadini che richiedevano informazioni. Alle 8.10 l'ufficio taxi del Comune di Bologna, su indicazione dell'Assessore alla Mobilità, attivava l'allarme di massimo livello numero 3, che comporta la soppressione dei turni di riposo e la liberalizzazione degli orari di svolgimento del servizio, fino a nuova comunicazione, per potenziare massimamente la disponibilità di taxi in città. Questo in accordo con le Centrali radioperative tanto della Co.Ta.Bo. quanto della Cat, che venivano allertate dall'ufficio taxi del Comune. Tale allarme di massimo libello numero 3 veniva revocato attorno alle 14, quando il servizio bus era ormai completamente ripreso e le criticità del traffico rilevate in mattinata si erano normalizzate. Alle 8.15 venivano aggiornati i pannelli a messaggio variabile diffusi sul territorio comunale con l'informazione sia dello sciopero improvviso, sia della revoca del blocco del traffico, e venivano altresì aggiornati pannelli informativi posti alle fermate Tper, dove si informava dello stato di agitazione non preavvisato del personale. Attorno alle 9.30 veniva effettivamente emessa dalla prefettura una ordinanza di precettazione del personale dell'azienda, che accertava che le azioni di protesta in atto non preannunciate risultavano in contrasto con le previsioni della legge 196 del 1990, riguardante le modalità dell'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, e di conseguenza ordinava l'immediata ripresa del servizio da parte dei lavoratori interessati. Giova sottolineare come l'ordinanza della Prefettura non è atto di per sé idoneo a vincolare immediatamente tutti i lavoratori, in quanto è necessario procedere a comunicare insieme all'ordinanza, l'ordine di servizio di ripresa del lavoro, mediante una articolata procedura di notifica personale a ciascuno singolo lavoratore. Preciso che Tper fin dal momento in cui, come detto, già di primissima mattina, ha chiesto l'ordinanza di precettazione, ha anche preparato tutti i singoli ordini di servizio già firmati, a cui soltanto aggiungere il riferimento dell'ordinanza di precettazione. Ricordo infine che attorno alle 9 vi è stata una cabina di regia fra gli assessori alla Mobilità delle tre istituzioni locali, che ha portato attorno alle 10.30 ad una comunicazione, una presa di posizione in merito al blocco selvaggio del servizio al di fuori di ogni regola e senza alcun preavviso, che ha preso in ostaggio un'intera città, decine di migliaia di cittadini che devono muoversi per necessità di lavoro, studio e salute. Le istituzioni hanno condannato questa grave irresponsabile iniziativa per i danni di portata enorme che ha generato ad un servizio pubblico fondamentale. Nel contempo le istituzioni hanno convocato con urgenza un incontro con le organizzazioni sindacali e l'azienda. Sempre a metà mattinata anche Tper ha comunicato la propria posizione, ritenendo la protesta in alcun modo giustificabile, né accettabile nella sua forma e metodo, anche in considerazione del fatto che le vertenze in atto stavano seguendo i regolarti percorsi di confronto fra sindacato e azienda. L'azienda comunque e indipendentemente dalla verifica delle specifiche responsabilità ieri porgeva attorno alle 11 le proprie scuse ai cittadini che stavano subendo i disagi provocati dall'agitazione. Pertanto, come detto, dalle 9.30 circa, resasi disponibile l'ordinanza prefettizia, veniva precettato il personale, con progressivo riavvio del servizio. Gradualmente, attorno a mezzogiorno, eravamo a circa al 30% della flotta Tper nuovamente in servizio, e si raggiungeva il 100% attorno alle 14. L'azienda infatti adottava tutte le misure organizzative utili a ripristinare su tutti i collegamenti di linea le condizioni di regolarità del servizio, che tornava alla normalità al termine dell'ora di pranzo. Questo per quanto riguarda la ricostruzione di quanto accaduto. Per quanto riguarda le presunte motivazioni per la protesta messo in atto, si legge sulla stampa la presunta intenzione di Tper di abbandonare il traffico urbano di Imola o anche di abbassare il numero di corse per ridurre i costi. A questo proposito Tper risponde che si tratta invece, sia per Imola, che per i servizi dall'alto Reno, di razionalizzazioni organizzative che non prevedono tagli di servizio né di personale, ma una redistribuzione di quote delle attività svolte, in un ottica di ottimizzazione delle risorse e di contenimento dei costi, con il preciso intento di mantenere la stessa quantità di servizi per le comunità locali servite, senza ridurre gli occupati di Tper. Come ho provato a ricostruire sopra, il dispositivo dell'emergenza di è attivato fin dalle 5 di mattina. In sintesi si può dire che vi è stata quindi una informazione immediata con tutti i canali a disposizione dell'Amministrazione comunale e dell'azienda, con un revoca attorno alle 7.30 del blocco del giovedì, con un potenziamento generalizzato del servizio taxi a partire dalle 8, con una deviazione dei servizi della Polizia municipale sulla viabilità a partire dalle 7.30, con una richiesta, che ha poi avuto esito positivo, di una precettazione fin dalle prime ore della mattinata. Queste misure emergenziali, tuttavia, sono state poste in essere a fronte di una azione non preannunciata né preventivabile nelle forme e nei modi, che non ha consentito alle istituzioni e soprattutto all'azienda di procedere con quegli interventi che ordinariamente vengono assunti in caso di astensione del personale per attenuare i disagi agli utenti. Il non aver rispettato le procedure di cui la legge 196 del '90 ha impedito deliberatamente di dare una adeguato preavviso alla cittadinanza, e di garantire le fasce minime di servizio che normalmente vanno da inizio servizio fino alle 8.30 e dalle 16.30 alle 19.30. In base a quello che ho sopra ricostruito da parte delle istituzioni e dell'azienda è stato fatto tutto il possibile fin dalle primissime ore della mattina per comunicare alla città quanto stava accadendo, e per attenuare i disagi. Ma il danno arrecato ai cittadini è stato gravissimo per le modalità totalmente illegittime della protesta, come dimostra anche l'apertura di un fascicolo da parte della Procura con l'ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio e violenza privata. Sia chiaro che per quanto ci riguarda, nessuna rivendicazione a prescindere dalla sua fondatezza o meno, nessuna conflittualità delle relazioni sindacali, che nel caso concreto era tra l'altro oggetto di una procedura di raffreddamento già in atto e con incontri già convocati, niente di tutto questo può giustificare in alcun modo azioni del genere, che mettono sotto scacco un'intera città incolpevole. Pertanto non possiamo che ribadire la forte e ferma condanna per i metodi di protesta, perché riteniamo che il rispetto delle regole e del diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini costituisca una base minima e imprescindibile per qualunque confronto. La totale disapprovazione da parte delle istituzioni di quanto accaduto ieri, che rappresenta un precedente molto grave e non ripetibile, non preclude però alcun ulteriori riflessioni. In primo luogo non c'è dubbio che l'episodio di ieri segnali l'esistenza di tensioni che attraversano l'azienda e i lavoratori di Tper. Ma va detto con chiarezza ala cittadinanza, che queste tensioni sono anche e anzi principalmente conseguenza della gravità della situazione nazionale in cui versa il comparto del trasporto pubblico locale: tagli ai fondi statali, centralizzazione delle risorse che impediscono alle Regioni di programmare i servizi, ritardi accumulati nei trasferimenti dallo Stato al sistema delle autonomie. Dunque una situazione nazionale che si scarica sul piano locale in particolare nelle relazioni industriali, aziendali, e rende sempre più difficile garantire la qualità de servizio ai cittadini e la qualità del lavoro al personale. Abbiamo due possibilità per reagire a questo stato delle cose, di cui né gli enti locali, né le aziende, né i lavoratori, né tanto meno i cittadini incolpevoli che ieri hanno vissuto quei disagi, portano la responsabilità. Abbiamo due possibilità per reagire. La conflittualità totale, che non porta evidentemente da nessuna parte, non risolve i problemi, come dimostrato ieri, ma anzi li aggrava. Oppure abbiamo la possibilità di fare un tentativo, faticoso ma ineludibile, di fare ciascuno la propria parte. Gli enti locali, favorire la mobilità pubblica e velocizzare i pagamenti alle imprese. Le aziende, ridurrei costi, riorganizzare salvaguardando i livelli occupazionali. I lavoratori, contribuire ai processi di efficientamento. I cittadini, utilizzando sempre di più peri propri spostamenti il trasporto pubblico rispetto a quello privato. Se ci si mette insieme in questa prospettiva le istituzioni son certamente disponibili a sedersi e partecipare attivamente a tavoli di confronto, e soprattutto a farsi parti attive affinché le relazioni sindacali tra l'azienda Tper e le organizzazioni dei lavoratori possano riprendere e proseguire in modo più sereno. A quest'ultimo proposito di Tper, a fronte degli allarmismi e delle strumentalizzazioni degli ultimi giorni, va detto con chiarezza e responsabilità ai bolognesi, che la situazione del bilancio di Tper se gestita con responsabilità da tutti, può essere risolta positivamente. Innanzitutto non c'è ad oggi nessun rischio di non pagare gli stipendi al personale, e questo grazie anche ai versamenti e alle anticipazioni garantite da Regione, Provincia e Comune. non c'è nessun cosiddetto buco imputabile alla fusione, che ha bisogno certo dei suoi tempi ,come accade in qualunque operazione di tale portata anche tra imprese private, per spiegare pienamente i propri effetti positivi sul piano dell'integrazione tra le aziende della riorganizzazione, dei riefficientamento interno, e della integrazione fra trasporto pubblico locale su gomma e su ferro a garanzia di un sistema di mobilità efficiente per il territorio. Si tratta proprio per i motivi che abbiamo visto sopra di livello nazionale di una situazione di disequilibrio recuperabile con un piano di progressivo rientro, se tutti contribuiscono. Infine credo sia giusto dire che Tper è un'azienda giovane, sana, solida,che certo come tutti in questa fase sconta delle difficoltà economiche, ma è in grado di affrontare queste criticità, che certo esistono, molto meglio di altre realtà in Italia, ormai prossime al fallimento. Questo grazie al suo patrimonio, intendendo per patrimonio il valore aggiunto dei suoi soci, enti locali profondamente radicati sul territorio, e i suoi lavoratori, dalla dirigenza fino agli autisti di bus e treni. Tanto credo dovevo chiarire in merito a quanto è accaduto, alle ragioni che hanno comportato questa forma di protesta, alla posizione assunta in modo rigoroso, ma anche disponibile al confronto purché si rispettino le regole di base della convivenza civile da parte delle istituzioni, alle misure che nell'emergenza sono state adottate per ridurre il più possibile i disagi, che certo ci sono stati, ma che vista la mancata procedura di preavviso non potevano essere certo evitati, come succede ordinariamente in caso di sciopero, ma soltanto attenuati come si è fatto". I consiglieri si sono dichiarati non soddisfatti.
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