Bologna, 05/05/2014

IL RICORDO DI MAURIZIO CEVENINI IN CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DELLA VICEPRESIDENTE SCARANO


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Di seguito, l'intervento della vicepresidente del Consiglio comunale Paola Francesca Scarano nel corso del consiglio comunale in ricordo di Maurizio Cevenini.

"Un caro saluto a tutte le autorità presenti e un ringraziamento per essere qui quest'oggi, un saluto ai colleghi consiglieri, al Sindaco e alla sua Giunta e un abbraccio alla figlia Federica, al suo bimbo Gabriele e al fratello di Maurizio. Dopo due anni da quel terribile fatto mi trovo nuovamente a intervenire in quest'aula per ricordare Maurizio, si dice che il tempo sia una buona medicina per alleviare le sofferenze, in questo caso non è così. Il tempo amplifica la sensazione di vuoto e di dolore per la perdita di un collega e di un amico. La presidente Lembi ha presentato la raccolta di alcuni tra i tanti interventi fatti da Maurizio durante i mandati con il ruolo di consigliere, vicepresidente, presidente di questo Consiglio comunale. Ebbene, proprio noi consiglieri comunali abbiamo preso visione del suo lavoro in quest'aula e abbiamo proprio scelto, individuato alcuni interventi, e per chi come la sottoscritta è al primo mandato e ha con lui condiviso solo dieci mesi, leggere come si esprimeva Maurizio ai tempi del sindaco Vitali, Guazzaloca, Del Bono e dell'attuale sindaco Merola, sia nella veste di maggioranza che di minoranza, sia nella veste politica che istituzionale, beh, penso che abbia portato a fare delle riflessioni, a trarre degli importanti insegnamenti. Sono proprio queste riflessioni, questi insegnamenti che io voglio, seppur in maniera assai sintetica, condividere con voi. Io sono rimasta molto colpita dal pensiero e dalle analisi di Maurizio, che a mio avviso, senza dubbio è stato un precursore in tema di apertura mentale, in tema di disponibilità al dialogo, in tema di quella politica costruttiva, concreta e presente non solo in aula ma anche su tutto il territorio bolognese, politica proiettata all'ascolto degli altri, di qualsiasi schieramento fossero, perché ancora oggi è troppo radicata e a volte negativa la divisione tra le parti politiche, le arringhe fini a se stesse tese a difendere ideologie inattaccabili pur di non avviare un confronto e una condivisione volta davvero al raggiungimento di un obiettivo comune. il bene di Bologna.
Voleva, e sopratutto sapeva, parlare e confrontarsi con tutti, colleghi consiglieri, assessori, dirigenti, ma anche e sopratutto tutti i dipendenti comunali che raggiungeva spesso e volentieri con il suo sorriso, con un orecchio attento e pronto, per non parlare poi del confronto con il cittadino comune, in strada, al bar, allo stadio, in qualsiasi contesto fosse. E così mi ritrovo a leggere in un intervento sul Bilancio di previsione del Comune dell'esercizio 1996 e Bilancio pluriennale 96-98, di città metropolitana come principale obiettivo di attuazione, ma anche di come il consigliere Cevenini, già quasi vent'anni fa motivasse fortemente e supportasse il rapporto tra pubblico e privato esortando tutti affinché questo comune avesse meno timidezze sullo sviluppo di questo rapporto in modo che le municipalità divenissero sempre più regolatori e controllori di esigenze che erogatori di servizi, pur garantendo la prevalenza di presenza del pubblico nel settore scuola e sanità, diceva il 6 maggio del '96, "il pubblico assolutamente non si ritira, anzi, rilancia, controlla e indirizza, ma vuole sburocratizzarsi" e il 2 marzo del '98 "l'importante è che l'Ente pubblico abbia le redini sistematiche dei rapporti, l'Ente pubblico deve essere il controllore di tutto ciò che viene presentato ai cittadini nella città di Bologna": questa è la cosa fondamentale, perché se i servizi li erogano i privati, credetemi, è del tutto irrilevante se lo si fa negli interessi della collettività. Pensate che oggi noi in quest'aula ancora discutiamo su questo rapporto e talvolta ci arrocchiamo su posizioni rigide quando dovremmo capire che non sono concetti di destra o di sinistra bensì di buon senso, di buona amministrazione, di garanzia di servizi qualitativamente alti che il pubblico, lo sappiamo tutti, non può più supportare. Vedete in politica occorre avere il coraggio che ci porta a perseverare in posizioni che spesso non sono condivise dai più ma a volte questo accade solo per ideologie tramandate e radicate, le stesse che a volte ahimè impediscono un iter più risoluto, veloce ed efficace per tutti.
Maurizio aveva questo coraggio, aveva il coraggio di dire la propria e appoggiare, dopo averle attentamente ascoltate e valutate talune proposte anche dell'altra parte politica, pensate ad un intervento del 19 dicembre del '97 sulla pedonalizzazione di piazza Aldrovandi e leggete i quotidiani di queste settimane che riportano la medesima discussione. Leggetelo attentamente, ve lo consiglio, le decisioni prese dalla maggioranza non devono mai essere vissute e sentite come dei dictat ma come delle condivisioni di linee giuda che dovrebbero passare obbligatoriamente attraverso un insieme di azioni costruttive ed intelligenti. Diceva, "non credo che sia sbagliato mediare, occorre sentire tutte le campane e provare perché il tema del traffico a Bologna è un tema estremamente delicato e difficile, e nessuno può pensare che la chiusura di una piazza o di una strada risolva in sé i problemi dell'inquinamento e tante altre questioni perché sappiamo che poi se riversi nei dintorni ciò che non hai risolto in quel punto specifico non risolvi il problema nel complesso" Questi sono segnali di apertura, di ascolto, di rispetto, in un'unica parola segnali di democrazia. Ho citato pochi stralci di alcuni interventi perché per me che sono ancora abbastanza acerba e mal comprendo il linguaggio politichese sono stimoli giusti per sperare ancora in una politica sana, per lavorare in un modo serio e responsabile, per essere ancora fiera di essere una rappresentante della classe politica e delle istituzioni cittadine. Concludo dicendo che la città ha bisogno di persone come Maurizio ora come non mai, specie in questo periodo così confuso, così travagliato, con difficoltà mai sentite, così pesanti e per certi versi quasi inaffrontabili, ha bisogno di competenze, ha bisogno di serietà e ha bisogno di un po' più di umanità".
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