Bologna, 25/11/2014

CONSIGLIO COMUNALE, SEDUTA SOLENNE PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE. L'INTERVENTO DEL SINDACO VIRGINIO MEROLA


    .
Di seguito, l'intervento del sindaco Virginio Merola nel corso della seduta solenne del Consiglio comunale dedicata alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

"Voglio ringraziare Sandro Casanova e Marco Cammelli, tutti voi per essere presenti a questa seduta. Anche questa seduta, a mio avviso, ci dà l'idea di un percorso e questo è molto importante dircelo, che è iniziato rispetto agli anni passati. Ognuno di noi ha avuto storie personali, su questo. il successo dell'esperienza che ci ha raccontato Cammelli è indicativo: anni fa questa attenzione dei mass media non c'era, non c'era questa sensibilità nel mondo maschile, nel mondo della politica che in larga parte è maschile e quindi mancavano alcune condizioni che oggi cominciamo a realizzare e che delineano un percorso comune su un tema che sappiamo essere di lunga lena, perché è una questione culturale di fondo che attiene alle relazioni tra gli uomini e le donne nella nostra società.
Abbiamo visto e potremmo ripercorrere insieme i cambiamenti ottenuti dal punto di vista normativo, nuovi strumenti legislativi; la Casa delle donne per non subire violenza ha fatto scuola a livello regionale e nazionale, forte nell'attenzione delle vittime della violenza. Dal punto di vista del politicamente corretto e di quello che trasmettono i mass media è stato dato un colpo a quella che era una prerogativa di anni fa: in caso di violenza erano le donne a essere colpevoli. L'approccio culturale sta cambiando e potrà continuare a cambiare soprattutto se noi teniamo il punto fermo di un impegno comune per quanto riguarda la necessità di comunicare su questo tema, di informare e aumentare la consapevolezza.

Leggo che anche il Governo italiano, in una nota di oggi, apre una nuova campagna di sensibilizzazione per la lotta contro la violenza sulle donne rivolta agli uomini e ai ragazzi, e fa propria questa necessità intervenendo sul cambiamento culturale maschile come elemento indispensabile per prevenire il fenomeno della violenza sulle donne.
Quindi questo tema è al centro dell'attenzione delle istituzioni, di importanti protagonisti della nostra città. Credo che il primo impegno che dobbiamo prendere sia di continuare su questa strada, affinando ancora meglio i nostri obiettivi di comunicazione e le nostre iniziative. Penso che la comunicazione più efficace, vivendo in un tempo di televisione sia quella che passa attraverso personaggi noti, ma ancora più efficace è quella che si costruisce su percorsi che nascono dentro la società. Aver coinvolto categorie che frequentano il pubblico in generale, come i tassisti, credo sia stata un'ottima idea, così come quella di coinvolgere la scuola e il mondo sportivo. Occorre chiamare a raccolta perché prendano parola pezzi di società che assistono quotidianamente, per il loro lavoro, a questo tema della graduazione della violenza, a partire da offese e insulti.
Da parte nostra, siamo impegnati come Comune a rinnovare la convenzione con la Casa delle Donne e ad arricchirla in un lavoro che facciamo con il sostegno delle forze dell'ordine e della procura, non solo per la formazione che c'è su questi temi, ma anch eper le opportunità che ci può offrire la confisca di beni a organizzazioni criminali o cittadini su cui la procura è intervenuta per requisire patrimoni acquisiti illeglamente. Vogliamo continuare nel mettere al centro, in prima battuta, il tema dell'assistenza alle vittime, la possibilità attraverso la Casa delle Donne degli alloggi rifugio.
Al tempo stesso, sul tema della prevenzione dobbiamo andare avanti con il taglio emerso oggi. Quest'anno è avvenuto un fatto che possiamo far diventare importante: la nostra Regione ha approvato una nuova legge che contiene un intero capitolo, il titolo V, dedicato agli indirizzi di prevenzione della violenza di genere. Uno dei nuovi immediati impegni che dobbiamo chiedere alla nostra Regione è che questa legge viva di finanziamenti adeguati, a me stanno bene gli atti di indirizzo, ma in questo caso sono previsti capitoli di Bilancio e non possono essere lasciati ai Comuni. Saranno i nuovi consiglieri regionali, anche sollecitati dai comuni e dalle donne di questa città ad avere la capacità di assumere impegni coerenti sui capitoli di Bilancio.
La legge Regionale contiene un altro punto importante: la creazione dell'Osservatorio, che non credo serva a creare l'ennesimo carrozzone, ma con modalità le più agili e semplificate servirà a metterci a disposizione il dato concreto su cui basare le nostre azioni positive o valutazioni.

Dal primo gennaio daremo vita, controcorrente, rispetto ai tagli del Governo, alla Città metropolitana: occorrerà costruire insieme, con una valida esperienza da valorizzare quella della Provincia che ci permetterà di assumere come primo atto della nuova istituzione la redazione di un Piano metropolitano contro la violenza di genere, in modo da coinvolgere su questo i Comuni, a partire dalle Unioni dei Comuni che la legge stessa prevede siano il livello precipuo per la costruzione di centri antiviolenza e case rifugio.
Questo è il quadro di lavoro che vedo per il prossimo anno e che possiamo assumere come impegno comune.

Alcune considerazioni, infine, su quanto stiamo facendo in questi giorni. Tra le tante iniziative che stiamo facendo, mi piace sottolineare il fatto che dal 2006 la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna promuove il Festival La Violenza Illustrata, unico festival nel panorama internazionale interamente dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Un mese fatto di iniziative culturali per parlare della violenza sulle donne - attualmente in corso, fino al 6 dicembre - attraverso convegni, spettacoli, mostre e proiezioni, con un programma che coinvolge il Teatro Comunale, l'Arena del Sole, la Cineteca e tanti altri luoghi della città.
Senza nulla togliere a tutte le altre iniziative, lo ritengo molto importante a proposito di comunicazione ed informazione.

Se il tema è cambiare la cultura maschile, io credo che dobbiamo utilizzare queste occasioni, per vedere anche su questo come fare passi avanti. Intanto che i dati vengano forniti e aumenti la consapevolezza che la violenza degli uomini contro le donne non è un fatto legato al censo, alla situazione economica, ma avviene in contesti trasversali dal punto di vista sociale , forse mette al riparo da polemiche inutili su altri fronti: è sempre possibile tornare indietro, visto il clima sociale, ma sinora, mi pare, siamo sempre riusciti a portare fuori dalle strumentalizzazioni per cui si individuavano gli autori su base etnica o patologica, come avete detto. Credo che per consolidare questo, il fatto che si tratta di sostenere cambiamenti culturali di approccio di punti di vista nel maschile e affermare una pluralità nel maschile, chiedo che noi dobbiamo trovare un modo di non oscillare tra l'affermazione che condividiamo, di non ridurre a patologia la violenza maschile, ad un allargamento, mi permetto di dire troppo generico, della violenza maschile in quanto tale. Credo che dovremo lavorare insieme, e questo sarà possibile se aumenteranno gli uomini che prendono parola, e prendere parola vuol dire anche essere predisposti all'ascolto concentrandoci sulla concreta situazione storica, cioè sugli stereotipi concreti che sono in atto oggi, individuando in modo pragmatico su quali settori della nostra società maschile dobbiamo intervenire, perché possano essere antenne concrete di possibilità di cambiamento di atteggiamenti culturali.

Non vorrei equivocare, ho sempre detto che per me il tema di fondo è che c'è una cultura maschilista che fa parte di un radicato rapporto di potere. Ho sempre cercato di distinguere, perché ci può aiutare in una società che si batte per ulteriori democratizzazioni, tra il potere come dominio e il potere come capacità di fare. Quindi, di concentrarci su questa possibilità del potere come capacità di fare, che ci viene dal meglio del pensiero femminista.

Dobbiamo ancora interrogarci sulla divisione del lavoro di cura, ancora più evidente oggi per la crisi e la disoccupazione che colpisce particolarmente le donne. credo però dovremmo fare uno sforzo insieme per affinare le nostre campagne di comunicazione e il nostro impegno concreto, coinvolgendo non solo testimonial noti al grande pubblico, ma pezzi di società, e su questo delle ipotesi di dialogo tra associazioni e donne della nostra città e questi uomini che prendono posizione.
Questo ci eviterebbe di evitare la scusa del non riconoscersi in una descrizione generica dell'uomo in quanto tale come maschilista violento.
Cioé, da una parte c'è la rassicurazione che viene dalla patologizzazione, dall'altra il rifarsi all'essenza, come diceva anche Sandro Casanova,
del maschile come destino di violenza, può essere un modo per creare una reazione di non ascolto e di chiusura.
Io penso che non sia un dato connaturato al destino maschile, quello della violenza, anche se non mi illudo che possa scomparire nella convivenza umana credo si possa lavorare per ridurla parecchio, credo si possa lavorare insieme per relazioni amorose, di amore civile. Lavorare su questi aspetti della gelosia, dell'incapacità della perdita per sedimentare azioni concrete nella nostra città, come abbiamo già fatto con queste esperienze, che ci metta in grado di farne un'azione fino in fondo. Comunicare è un'azione, ma garantirsi che abbia radici e sia permanente e consolidata è il nostro obiettivo comune su cui concentrarsi. Sapendo che su questo ci sono da evitare protagonismi, atteggiamenti alla moda, sapendo che una certa idea di politicamente corretto allontana da una discussione vera e franca e quindi coinvolgere persone concrete e reali della nostra città.

Il percorso l'abbiamo iniziato, lo stiamo sostenendo, abbiamo nuove opportunità di legge, abbiamo sicuramente un Consiglio e una Giunta che continuano a fare di questo tema una priorità, proprio perché la situazione economica aggrava questa priorità culturale e sociale e la sua specificità concreta, per evitare possibili letture deterministiche che non hanno senso per l'operatività del nostro lavoro.
Oggi in Giunta abbiamo approvato il fatto che anche il Comune di Bologna si doterà di Consigliere di fiducia per la prevenzione e l'affidamento in caso di molestie e stalking.

Credo che questi appuntamenti siano momenti in cui, al di là della scadenza, cerchiamo di aumentare la nostra consapevolezza e di mirare meglio gli interventi, per ridurre il danno a partire dall'assicurare il pieno sostegno per la protezione delle vittime, fino alla possibilità che prevede la Legge regionale, ma che abbiamo cercato di anticipare, di costituirci parte civile nei casi di violenza alle donne.
Tutto questo lo possiamo fare se manteniamo fermo quello che ci dicono queste esperienze, che anche oggi abbiamo riascoltato: se individuiamo nuovi ambiti della nostra società da coinvolgere in queste campagne di comunicazione, in modo da rendere permanente un'attività che è fondamentale per la prevenzione e indispensabile a partire dal fatto che oggi noto, che oggi, introdotti dalla presidente del Consiglio, siamo tre uomini. In qualche modo tentiamo di dimostrare che il dialogo è iniziato e io credo che sia il dialogo la vera soluzione. Se teniamo fermi che la relazione tra uomini e donne, il bene relazionale sarà sempre più importante per il futuro della nostra città, credo che faremo per essa veramente un lavoro positivo.
Grazie per i passi avanti che abbiamo fatto insieme".
      .