Bologna, 22/01/2016

QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUL RECORD DI BIMBI STRANIERI NEI NIDI


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L'assessore Marilena Pillati, ha risposto questa mattina, in sede di Question time, alla domanda d'attualità del consigliere Manes Bernardini (Gruppo misto) sul record dei bimbi stranieri nei nidi. La risposta è stata letta in aula dalla vicesindaco Silvia Giannini

Domanda del consigliere Bernardini
"Premesso che da notizie stampa si apprende che negli asili nido di Bologna un bambino su 5 è straniero, si chiede al Sindaco e alla Giunta cosa ne pensano dell'esclusione di più di 800 bambini italiani alla luce di quanto riferiscono le rassegne stampa".

Risposta dell'assessore Pillati letta in aula dalla vicesindaco Giannini
"Gentile consigliere Bernardini,
in merito all’articolo di stampa a cui lei fa riferimento, è necessario precisare in premessa che i dati citati relativi alla lista d’attesa riguardano l’esito della prima graduatoria di ammissione ai nidi di infanzia.
Come più volte ho avuto modo di dire nel corso di questi anni, il dato delle liste di attesa della prima graduatoria è fisiologicamente sovradimensionato rispetto alla realtà e destinato a ridursi, come peraltro sottolinea anche lo studio pubblicato dall'Area Programmazione del Comune di Bologna.
La lista di attesa, che a luglio era costituita da più di 800 bambini, già a settembre 2015, infatti, si era dimezzata.
A gennaio 2016, per effetto di ulteriori rinunce al servizio, si sono ridotti a 188 i bambini in attesa di un posto al nido e il numero si ridurrà ulteriormente con le ultime ammissioni di febbraio.
Fatta questa precisazione, vengo al merito della sua domanda.
Tra i criteri di ammissione al nido non è contemplata in nessuna forma la nazionalità dei genitori e d'altra parte i dati relativi agli ammessi e ai non ammessi non evidenziano alcuna anomalia.
La distribuzione dei bambini non ammessi al nido rispetto alla nazionalità è del tutto in linea con quella della popolazione dei richiedenti. In altri termini, un quinto delle domande proviene da genitori di nazionalità non italiana ed è circa un quinto la quota di bambini in lista di attesa con nazionalità non italiana.
L'analisi dei dati mostra, quindi, come i criteri di accesso non producano alcuna influenza positiva diretta o indiretta a favore delle famiglie non italiane.
Avviandomi alla conclusione vorrei sottolineare come il carattere inclusivo dei servizi educativi e delle scuole della nostra città è un valore che vogliamo difendere con convinzione. E’ estremamente positivo che le famiglie con cittadinanza non italiana si rivolgano ai nostri servizi educativi al pari di quelle italiane, contribuendo a fare dei nidi luoghi di incontro e di integrazione, che accolgono i bambini insieme alle loro famiglie e contribuiscono a creare una comunità dove nessun bambino è straniero".
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