Bologna, 16/09/2013

CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE BENEDETTO ZACCHIROLI (PD) SULL'EPISODIO ACCADUTO LO SCORSO 13 SETTEMBRE AI GIARDINI MARGHERITA


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Si trasmette di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Benedetto Zacchiroli (Pd) sull'episodio di violenza tra bande di ragazzi accaduto lo scorso 13 settembre ai Giardini Margherita.

“Bologna bene” e “Bologna feccia” il Consiglio da che parte sta?
Dello scontro tra le due fazioni “feccia” e “bene” avvenuto ai giardini margherita il 13 settembre si stanno occupando in molti. L'approccio al problema è molteplice. Chi si scaglia contro i social network, chi attribuisce le responsabilità ai genitori, alla società in genere, alla televisione. Quello che però mi ha sorpreso di più leggendo la cronaca è il rimanere sorpresi che quei giovani, duecentocinquanta, non due o tre, non un manipolo, si siano divisi per censo, per caste. Dov’è la sorpresa? davvero c’è qualcuno che non lo sa, che non se ne accorge che la nostra città queste divisioni le ha sempre avute e continuano ad esserci oggi? Non credo alla falsa ingenuità.
A prescindere dalla responsabilità personale, per cui quei giovani dovranno rispondere per quello che hanno fatto, che è male, c’è la responsabilità sociale, c’è una società, la nostra società, che continua ad impostare le nostre vite in maniera censitoria e non meritoria. E temo di poter dire che, anche se con gradazioni differenti, ne siamo tutti responsabili. Ma non conviene giocare allo scaricabarile. Non serve a nulla additarsi o additarci a vicenda. In un sistema di causa-effetto bisogna ragionare partendo dall’effetto.
Come nella migliore tradizione letteraria, televisiva o cinematografica le gang si sono date appuntamento e hanno iniziato a menarsi. La West Side Story in salsa bolognese ci interroga sui sui ingredienti: il censo, la provenienza geografica cittadina, gli stranieri che chiamiamo di seconda generazione, i social network e il cyber bullismo, genitori assenti, la tecnologia, la scuola…tutti mondi in cui a quei giovani, ai nostri giovani, pare, non siano dati gli strumenti per il discernimento tra bene e male.
È qui che la politica amministrativa deve entrare creando gli spazi. Deve creare spazi di aggiornamento degli insegnanti perché abbiano gli strumenti di conoscenza per insegnare ai giovani quei mondi virtuali che frequentano, le loro insidie ma anche le grandi opportunità. Creare spazi dove i genitori stessi possano imparare a discernere ed essere aiutati in un mestiere che diventa sempre più difficile ogni giorno. E non si tratta solo di differenze generazionali. È la frequentazioni di mondi altri, di cui non si concepisce il linguaggio e che hanno sui giovani degli effetti che possono essere devastanti. È lì che dobbiamo incidere. Non bastano le nostre sedute straordinarie. Dobbiamo agire in prima persona. Mi piacerebbe che con l’assessore Pillati si organizzassero momenti coi ragazzi nelle scuole, che coinvolgano anche noi consiglieri comunali, perché alla fine, nel disagio dei giovani, al fondo, c’è sempre, tra gli altri, il timore di essere soli, di un mondo dei grandi a cui non interessi, e tra questi sta anche la politica, il servizio agli altri.
Allora andiamoci, non aspettiamo che vengano loro, o che si incontrino da altre parti per darsele di santa ragione. Stiamo loro accanto e andiamoli a trovare. Senza paternalismi o maternalismi, ma andando ad ascoltare un disagio che c’è e contro il quale, anche noi, dobbiamo fare la nostra parte.
Fare capire che tra la bolofeccia e la bolobene, c’è la Bologna che ascolta e insieme a quei ragazzi, alle loro famiglie, alla scuola e alle tante agenzie educative, vuole farsi vicina per affrontare insieme il presente e il futuro con meno paura e con in mano gli strumenti giusti per farcela assieme, la Bologna che non è né quella “bene” né quella della “feccia”, la Bologna che è comunità".
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