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Bologna, 21/10/2013
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"Vedo, Sento, Parlo: saluto a Lea Garofalo, vittima di Mafia, testimone di giustizia. Sabato 19 ottobre a Milano migliaia di persone si sono radunate in Piazza Beccaria per rendere omaggio, a Lea Garofalo, testimone di giustizia, a quattro anni dalla sua uccisione per mano dell’ex convivente. Non l’ennesimo femicidio, un'altra orribile uccisione di una donna da parte di un uomo a lei vicino, ma qualcosa – se è possibile - di ancor più efferato e crudele: Lea è stata uccisa dal suo compagno, padre di sua figlia, perchè nell'abbandonarlo, ha osato collaborare con la giustizia, ha tradito l' 'ndrangheta, ha deciso di spezzare per sempre i legami con il clan mafioso di cui aveva fatto parte fin dall'infanzia, ha voluto, in definitiva, tornare ad essere una donna libera, ancor prima che per sé, per il bene della figlia, nella speranza di offrirle una vita migliore, una vita buona. Ma la mafia non può permettere che una sua donna si ribelli alla sua legge e tradisca il suo compito primario rispetto ai figli: quello di trasmettere i “valori della famiglia” , in questo caso i valori dell’ 'ndrina. Così Lea è stata sequestrata, torturata ed infine uccisa il 24 novembre 2009; i suoi resti carbonizzati sono stati trovati in un magazzino nei pressi di Monza, solo grazie alla confessione di un pentito. Il solenne funerale civile, è stato voluto proprio dalla figlia Denise, oggi 22 enne, a seguito della condanna definitiva all’ergastolo di suo padre e dei suoi collaboratori. E' lei che ha invitato tutti ad un funerale pubblico, in onore della sua mamma coraggiosa che si è ribellata alla cultura della mafia ed ha rotto il codice del silenzio, e come “segno di vicinanza e di riconoscenza a tutte le donne e gli uomini che hanno rischiato e continuano a mettersi in gioco per la propria dignità e per la giustizia di tutti”. Alla cerimonia solenne, presieduta da don Ciotti, presidente di Libera, insieme al Sindaco di Milano erano presenti numerose autorità – c’era anche Bologna , rappresentata ufficialmente dall’assessore Monti - c'era una moltitudine di giovani e soprattutto c’era la voce, commossa e forte di Denise, anch’essa collaboratrice di giustizia, che ho potuto dare l’ultimo saluto a sua madre, solo da lontano, dal rifugio in cui vive sotto protezione, da quando, come sua madre, ha deciso di combattere per la libertà, contro la cultura della sua famiglia d'origine, contro le mafie. Una storia assurda e terribile quella di Lea e di sua figlia, una vicenda che ha dell’incredibile se non fosse invece così drammaticamente prossima a tutti noi. Don Ciotti ha detto sabato che “Non basta commuoversi, bisogna muoversi , non basta parlare di verità, bisogna cercarla” , bisogna “vedere, sentire e parlare”, come recita lo slogan dedicato al ricordo di Lea Garofalo, bisogna agire, come hanno fatto e fanno le Sindache della Locride, come hanno fatto e fanno quanti si impegnano in prima persona per denunciare e contrastare ogni forma di potere illegale e violento di natura mafiosa, quanti sono impegnati a costruire giustizia, a combattere la corruzione e l'usura, a promuovere politiche e cultura di legalità. E' da questa parte che vogliamo stare anche noi, è da questa parte che è schierata Bologna, ed è per questo che oggi in Consiglio comunale onoriamo la memoria ed il coraggio di Lea Garofalo, martire di mafia. "Per questo presento oggi un odg di solidarietà e d'impegno, chiedendo a tutti i colleghi di sottoscriverlo e di ammetterlo al voto con carattere d'urgenza".
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