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Bologna, 09/12/2013
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"Intervengo su un'analisi del rapporto ministeriale sull'applicazione della legge 194, apparsa su L'Unita e sull'odissea di una coppia di coniugi italiani residenti all'estero in cerca della pillola del giorno dopo nella nostra città . Sicuramente i dati grezzi sull'applicazione della 194 sono da giudicare positivamente: dal 1982, anno in cui sono cominciate le rilevazioni si registra un calo superiore al 50% ; anche quest'anno si è registrata una diminuzione. Credo però che sia necessaria un'analisi più approfondita. Innanzitutto un problema è costituito dall'alta percentuale di cittadine straniere, sopratutto per quello che riguarda la ripetitività che per esempio a Bologna raggiunge il 53% . Un secondo problema riguarda la possibilità che stia rialzando la testa l'aborto clandestino. Infatti crescono gli obiettori di coscienza e calano gli aborti. In alcune regioni, ad esempio il Lazio gli obiettori sono ormai al 91% e si registra un crollo delle richieste di intervento. Ci sono regioni dove si verifica un'obiezione di struttura : interi ospedali non applicano la legge, che recita chiaramente come ogni struttura pubblica deve farsene carico. Prendendo in esame le donne con meno di 20 anni il tasso di abortività (numero di aborti per 1000 donne dai 15 ai 49 anni) è 6,7. I dati relativi alla coetanee francesi (15,2) , inglesi(20), spagnole(13,7) sono di gran lunga più alti: eppure in questi paesi il ricorso alla contraccezione è maggiore, i contraccettivi sono spesso prodotti da banco in alcuni casi gratuiti , c'è una maggiore informazione. In alcuni casi si è anche visto un lieve aumento degli aborti spontanei, che ben ricorda chi ha operato negli anni precedenti il 1978. Va anche ricordato che è in vendita per altre ragioni un farmaco che preso a dosi alte diventa abortigeno e che ci sono siti internet che a richiesta senza alcuna verifica spediscono a casa confezioni di ru486, la pillola abortiva. Per tutte queste ragioni ritengo che al di la della espressione di soddisfazione bisognerebbe compiere un' analisi più mirata, affrontare il tema dell'obiezione con gli strumenti offerti dalla stessa legge all'articolo 9 ( assunzioni ad hoc e mobilità ), mettere in atto un capillare programma di assistenza ed informazione sopratutto per quello che riguarda le cittadine straniere, come la stessa legge recita all'articolo 15, ripensare alla organizzazione dei servizi nei reparti di ginecologia, incentivare il ricorso all'aborto medico , che permette di intervenire prima , senza anestesia e sala operatoria. Se però la ministra sceglie come consulente una biologa che ha scritto libri sulla pericolosità della ru486, senza tener conto delle esperienze di altri paesi e del parere dell'OMS , non ci siamo proprio. Un po' di tempo infine per la pillola del giorno dopo. Che sia un contraccettivo e non un abortigeno lo dice tutto il mondo scientifico, perfino il nostro ministero della salute. Poi un strana decisione dl CNB ha istituito la clausola di coscienza a cui subito si è adeguato il nostro ordine, per cui è possibile che un professionista possa rifiutare compiendo a mio parere un atto ai limiti della legittimità, oltre che della deontologia. Ma esiste ed anche codificato che in questo caso lo stesso professionista deve adoperarsi per consentire alla coppia di ottenere il farmaco nel più breve tempo possibile . Spesso il sovraffollamento dei ps e la pigrizia mentale rendono questo semplice atto impossibile , ma su tutto ciò i responsabili hanno il dovere di intervenire".
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