Bologna, 08/11/2013

QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA FILM COMMISSION


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L'assessore alla Cultura Alberto Ronchi, ha risposto oggi in sede di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Massimo Bugani (M5S) sulla film commission.

La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):

"Viste le notizie apparse sulla stampa sull’approvazione in Consiglio Regionale di una risoluzione per riorganizzare la Film Commission Regionale, pongo la seguente domanda d'attualità per sapere quale valutazione politica date alla risoluzione approvata in Regione e quali sono le ripercussioni sulla Film Commission Comunale e sulla sua organizzazione".


La risposta dell'assessore Ronchi:
Innanzitutto ci tengo a precisare che non c'è nessun problema, io ascolto tutti, mi sono limitato a sottolineare il fatto che la fiction è la fiction e allora quando si gira uno spot divertente-devo dire che è divertente - e per dire che il cinema è in "braghetta" si va sotto lo schermo del cinema in Piazza alle 2 del pomeriggio, con la Piazza deserta, allora io mi son permesso di dire che se ci andavano alle 22.30 c'erano oltre 3000 persone e questo è un fatto unico in Italia e in Europa. Comunque io le vedo le cose, e siccome osservo con attenzione il Movimento 5 Stelle, so che voi siete molto attenti a come vengono raccontate le cose rispetto anche ad altre vicende. E' giusto dunque che anch'io dica che c'è un po' di enfasi e un po' di esagerazione e che, a volte, ma è comprensibile, i problemi non vengono inseriti, come sarebbe dovere nostro, nella questione più generale.

Quindi, togliendo ogni elemento di polemica dirò che noi eravamo consapevoli dall'inizio della Legislatura che la Regione Emilia-Romagna stava lavorando su questo punto - perché la Film Commission della Regione Emilia Romagna ha un fondo di 180.000 euro con cui si fa molto poco, lo so perché per un certo periodo l'ho gestito io - ad un accordo con due assessorati per produrre un insieme di risorse al fine di cominciare a fare un ragionamento che desse risposta alle esigenze delle produzioni cinematografiche. Quando abbiamo fatto la discussione sulla Fondazione Cineteca, si era già posta la questione e allora c'era anche chi contestava che la Film Commission stesse dentro la Fondazione Cineteca. Così, noi abbiamo deciso di restare un attimo in stand by rispetto a questa vicenda. Ora lo so, gli anni passano, devo anche dire però che per fare una politica intelligente, al di là del fatto che ci possano essere anche ulteriori servizi, occorre che ci siano delle risorse. Quello che ho detto ieri io è che le risorse a quel livello lì non ne abbiamo. E ho detto che se devo rinunciare al restauro dei film o alla distribuzione dei film restaurati che sta portando dei grandi risultati per Bologna in tutta Italia, perché tolgo delle risorse lì per metterle di là, questo io non lo faccio. E non lo faccio perché noi ci siamo caratterizzati a livello mondiale sul segmento del restauro. Poi non sto dicendo che l'altro problema non c'è. Adesso stiamo andando in una direzione precisa e questo lavoro fatto con la Regione Emilia Romagna sta producendo dei risultati di carattere economico. Si parte da lì giustamente. Voglio anche rivendicare che insieme all'assessore Mezzetti abbiamo inaugurato una stagione molto diversa nei rapporti con la Regione Emilia-Romagna dal punto di vista culturale. Cioè stiamo costruendo una collaborazione forte che prova a ridisegnare quello che è il sistema culturale, e non soltanto su questa, ma anche su altre partite. Perché esistono le strutture regionali e esiste Bologna e quindi bisogna capire come trasformare queste strutture e capire che ruolo ha la città di Bologna, rispetto a questa trasformazione. Noi ci siamo messi a disposizione, abbiamo lavorato bene con la Regione Emilia-Romagna e anche in questo caso credo che porteremo a casa un risultato importante. Ritengo infatti che, guardando quel che avviene in Europa, le politiche legate alla produzione cinematografica spettino al livello dell'Istituzione regionale. Se lei ci fa caso, nelle produzioni francesi o tedesche accade questo, perché c'è bisogno di un livello diverso. Allora io confermo questa direzione, adesso ovviamente stiamo partendo e si tratterà di capire qual' è la politica cinematografica complessiva e in questo quadro Bologna dirà la la sua e si confronterà, sempre in uno spirito di collaborazione e tenendo conto del patrimonio che noi abbiamo e che deve essere anche quello valorizzato in termini regionali, perché l'archivio dei film, la documentazione, il lavoro sul film storico, tenendo conto dei registi che ci sono stati in Emilia Romagna, è un aspetto molto importante. Comunque siamo molto interessati a capire quali meccanismi metterà in piedi la Regione. Quello che ho detto ieri è che non vedo l'utilità, in una situazione di scarsità di risorse, che Ferrara, Parma o Bologna abbiano ciascuna la sua Film Commsision, perché così non si fa sistema. Allora bisogna giocare sullo stesso tavolo della Regione e condividere le regole, poi saranno le produzioni che sceglieranno.

C'è una questione poi e so che questo a voi sta molto a cuore, che andrà analizzata in maniera approfondita, il problema del cinema è un problema nazionale. C'era infatti una grande industria cinematografica e questo Paese l'ha quasi smantellata, facendo delle scelte di tipo diverso negli anni. Però c'è un tema che occorre affrontare e cioè qual' è il tipo di criterio con cui si seleziona l'attività che viene finanziata. Perché pongo questa questione? Perché vede, è in uso ormai che la Rai RadioTelevisione Italiana, che viene pagata dai cittadini attraverso l canone, si faccia poi pagare le produzioni. Ecco, io per esempio penso che non sia giusto che i cittadini di Bologna paghino due volte la Rai. Siccome questo è un tema che vi sta molto a cuore e lo so, allora vi dico che è giusto dare le facilitazioni, ma se la Rai chiede 50/60.000 euro come è capitato, per portare una produzione a Bologna, io credo che non sia giusto darglieli. Perché i cittadini la pagano già. E' un tema, dunque occorrerà stabilire i criteri. Concludo dicendo che questa questione dobbiamo mantenere un sistema, non credo che ci sia bisogno di aprire un ufficio, ma solo di adeguare i nostri uffici alle esigenze della Regione. Per esempio esiste uno sportello per le semplificazioni e lì si potrebbe avere un qualcuno che rispetto a queste esigenze risponda. Aprire un nuovo ufficio significherebbe duplicare mansioni già esistenti comunque metterci delle risorse. In prospettiva vedo con ottimismo questa questione, condivido il fatto che dobbiamo stare su questo tavolo e giudico positivamente quanto fatto dalla Regione e con quest'ultima lavoreremo insieme, affinché si concretizzi una possibilità che anche Bologna giochi un suo ruolo, riconoscendo che c'è del lavoro e che è un'esigenza rispettabile. Grazie".
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