Bologna, 02/03/2012

"CIO' CHE E' IN ALTO E' IN BASSO": SKRJABIN TRA REALTA' E UTOPIA, DOMANI AL MUESO DELLA MUSICA


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Sabato 3 marzo alle 16.30, al Museo internazionale e biblioteca della musica di Strada Maggiore 34, si terrà l'iniziativa "Ciò che è in alto è in basso": Skrjabin, realtà e utopia,presentazione del libro Aleksandr Nikolaevič Skrjabin di Luigi Verdi.

Ne discutono con l'autore: Enzo Restagno, direttore MITO Settembre Musica; Maria Girardi, musicologa e saggista; Benedetta Saglietti, musicologa e saggista.

L'ingresso è gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Per informazioni o prenotazioni:
Museo internazionale e biblioteca della musica di Bolognam Strada Maggiore 34, tel 051 2757711
prenotazionimuseomusica@comune.bologna.it

programma completo dei percorsi musicali:
www.museomusicabologna.it/visiteguidate.htm
http://www.museomusicabologna.it/img/guidate/VisiteguidateMuseodellamusica2010-2011.pdf


Aleksandr Nikolaevič Skrjabin (1872 – 1915) è il compositore russo che meglio rappresenta l’ansia di rinnovamento della cultura musicale europea alle soglie della prima guerra mondiale e della rivoluzione d’ottobre. Egli fu non soltanto un compositore geniale, ma un pensatore fecondo e originale, una figura affascinante e provocatoria, attento osservatore ed emblematico testimone della propria epoca. Il volume, ripercorrendo le tappe fondamentali della vita del compositore, analizza le ragioni del suo pensiero estetico e musicale, dalla giovanile opera incompiuta alle “riflessioni filosofiche”, dal Poema dell’estasi alla rivelazione esoterica del Prometeo, dall’esperienza della sinestesia al tentativo utopico di fondere tutte le arti e tutte le esperienze umane nel grandioso Mistero, rimasto incompiuto. Affrontando da prospettive inedite il variegato universo poetico di questa singolare figura di uomo e di musicista, il libro conferma l’importanza dell’opera di Skrjabin, non solo nell’evoluzione del linguaggio musicale ma anche nel rinnovamento della concezione dell’arte, ed è arricchito dai principali testi poetici dell’autore.

Questo libro può essere letto con attitudine diversa secondo il tipo di lettore. La parte narrativa procede dal semplice al complesso ed è divisa in tre parti o ‘movimenti’ (La vita, Il pensiero estetico e filosofico, Le opere musicali), a loro volta divisi in cinque ‘gruppi tematici’ o capitoli. La parte riguardante la vita ha carattere immediatamente divulgativo, la seconda parte sul pensiero estetico e filosofico presenta alcuni passaggi che richiedono maggiore attenzione da parte del lettore, legati alla complessità della materia trattata, mentre la terza parte, riguardante le opere musicali, alterna momenti descrittivi ad altri più tecnici e ‘specialistici’, che possono essere tralasciati dal lettore meno avvezzo ad affrontare certe problematiche. L’inserimento di alcune tematiche strettamente tecnico-musicali in un libro dal carattere divulgativo, trova fondamento nel desiderio dell’autore di fornire un quadro completo della poliedrica personalità di Skrjabin, sollecitando una lettura non lineare, ma ipertestuale, con l’apertura di tante finestre che si possono aprire o chiudere, concentrandosi ora su uno, ora sull'altro aspetto.
L’ampio apparato che costituisce la seconda parte del libro comprende tre saggi dedicati a Tradizione esecutiva e discografia storica, Orientamenti della critica e Note bibliografiche. Piuttosto che fornire un elenco inevitabilmente incompleto e parziale dell’immensa offerta discografica, si è preferito fornire alcune indicazioni metodologiche generali; per quanto riguarda la critica si è fatto riferimento in particolare alla ricezione dell’opera di Skrjabin in Italia, mentre per quanto riguarda la bibliografia, mi sono limitato l’elenco ai contributi italiani ed a quelli internazionali più importanti.
Nell’appendice sono riportati i principali testi poetici di Skrjabin (Opera incompiuta, Poema dell’estasi, Atto preparatorio), mentre nell’elenco delle opere musicali, oltre ad una ricognizione completa comprendente anche opere inedite e postume sono state riportate anche alcune delle più importanti trascrizioni ed elaborazioni per vari complessi strumentali. Un indice dei nomi e delle opere completa il volume, facilitando l’individuazione dei vari argomenti.
Secondo la concezione skrjabiniana di un mondo fatto di analogie e corrispondenze, dove «ciò che è in alto è in basso», il libro può essere letto anche iniziando dalla fine.

Luigi Verdi Compositore, direttore d'orchestra e musicologo, ha studiato al Conservatorio ‘G.B.Martini’ di Bologna e al Conservatorio ‘G.Rossini’ di Pesaro, diplomandosi in Composizione (con Bianca Maria Furgeri, Paolo Renosto e Ivan Vandor), Musica Corale e Direzione di Coro (Tito Gotti), Strumentazione per banda (Pierluigi Giacomini) e Direzione d’orchestra (Gabriele Bellini, Franco Gallini, Michele Marvulli). Ha studiato inoltre Musica Jazz (Ettore Ballotta) e musica elettronica (Felice Fugazza). Si è perfezionato con Donato Renzetti per la Direzione d’orchestra e con Roberto Gabbiani per la Direzione di Coro, ed ha frequentato Corsi di perfezionamento in Composizione (con Franco Donatoni, Giacomo Manzoni, Olivier Messiaen, Umberto Rotondi). E' laureato in Filosofia presso l’Università di Bologna.
Ha scritto composizioni che spaziano dal repertorio da camera a quello sinfonico, eseguite in Italia e all’estero. Il suo trattato di teoria musicale “Organizzazione delle altezze nello spazio temperato” (1998) ha affrontato, secondo un metodo sistematico, lo studio delle varie possibilità combinatorie dei suoni. Nel libro “Caleidocicli musicali. Simmetrie infrante dei suoni” (2005), ha sviluppato una tecnica che impiega le proprietà verticali degli accordi per regolarne anche lo svolgimento orizzontale. Ha pubblicato numerosi saggi e monografie, fra cui “Aleksandr Skrjabin tra musica e filosofia”, e “Kandinskij e Skrjabin. Realtà e utopia nella Russia pre-rivoluzionaria”, interessandosi in particolare dei rapporti fra musica e arti visive e della relazione tra suoni e colori. Ha collaborato con molte riviste musicali ed è stato attivo promotore di manifestazioni ed eventi culturali, e consulente di istituzioni quali l'Accademia Filarmonica di Bologna, l'A.gi.mus di Bologna (di cui è Presidente onorario), il Centro italiano di studi skrjabiniani, il Centro Studi Farinelli. Membro onorario della Scriabin Society of America, nell'anno accademico 2002-2003 ha insegnato alla Frostburg State University del Maryland (USA).
E' titolare della cattedra di Composizione al Conservatorio di musica Santa Cecilia di Roma.

Enzo Restagno ha studiato musica e filosofia a Torino e a Vienna. Ha insegnato Storia della musica al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino per 37 anni. Ha svolto attività di critico musicale per quotidiani e periodici fra i quali “Stampa sera”, “La Repubblica”, “Le Monde de la Musique”, “Die Zeit”, “L’Espresso”. Ha realizzato trasmissioni radiofoniche e televisive per la RAI, Radio France, Westdeutsche Rundfunk, BBC. Ha tenuto conferenze e masterclass per istituzioni musicali e università in Europa, USA e Asia.
Nella sua attività di studioso si è rivolto con particolare attenzione alla musica moderna e contemporanea delle quali è considerato uno degli specialisti più eminenti a livello internazionale. I libri che ha dedicato a Luigi Nono, Luciano Berio, Hans Werner Henze, Elliott Carter, Ligeti, Xenakis, Petrassi, Donatoni, Sofia Gubaidulina, Alfred Schnittke, Steve Reich, Louis Andriessen, Peter Maxwell Davies, Arvo Paert sono stati spesso tradotti in varie lingue. Come riconoscimento di questa competenza le Edizioni Ricordi di Milano lo hanno nominato consulente artistico per le edizioni di musica contemporanea.
All’attività del didatta e dello studioso Enzo Restagno ha affiancato quella dell’organizzazione musicale per la quale nutre una speciale passione considerandola uno dei più elevati e straordinari strumenti di promozione sociale e culturale. Nel corso degli ultimi venticinque anni è stato consulente e direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”, del festival internazionale del pianoforte “Arturo Benedetti Michelangeli” di Bergamo e Brescia, dell’Orchestra della RAI di Torino e, dal 1986 del festival “Torino Settembre Musica” che ha, nel giro di vent’anni, trasformato in una delle più grandi rassegne internazionali, culminata nel 2007 nella creazione di MiTo Settembre Musica. Questo festival considera le due città di Torino e Milano con i loro teatri, le loro sale, le loro tradizioni musicali e l loro pubblici, una sorta di immenso edificio musicale nel quale per tre settimane si danno convegno gli artisti più titolati, i giovani più promettenti e le culture musicali d’ogni tempo e d’ogni luogo per dare vita ad una grandiosa rassegna di antropologia culturale nel segno della musica.

Maria Girardi ha svolto gli studi musicali presso il Conservatorio «Benedetto Marcello» di Venezia diplomandosi brillantemente in Pianoforte, Clavicembalo, Didattica della musica e Musica liturgica e prepolifonica. Docente nei Conservatori di Stato dal 1982, ha insegnato dal 1986 al 2006 Storia della musica al Conservatorio «Giuseppe Tartini» di Trieste, facendo parte dapprima della commissione unica e poi del consiglio accademico.
Attualmente è titolare della cattedra di Storia della musica e Storia ed estetica musicale (corso ordinamentale, nonché docente nei corsi di Triennio e Biennio Superiore) al Conservatorio «Benedetto Marcello» di Venezia.
È membro del Centro Italiano di Studi Skrjabiniani – Genova-Bogliasco (costituito dai soci Francesca Sivori, Claudio Tempo, Edilio Frassoni, Massimiliano Damerini, Piero Santi, Lidia Arcuri, Luigi Verdi, Enzo Restagno, Sof'ja Gubajdulina e Ruggero Pierantoni). Dal 2004 fa parte del comitato consultivo (settore «Collane di testi musicologici») della Società Italiana di Musicologia.

Benedetta Saglietti si è laureata in Storia della musica sotto la guida di Giorgio Pestelli e ha scritto un libro sui ritratti di Beethoven, pubblicato da EDT-De Sono nel 2010. Affascinata dalla relazione tra musica e colore, si è occupata del clavicembalo oculare di Louis Bertrand Castel e del "clavier à lumières" di Alexandr Skrjabin.
È insegnante, collabora con varie istituzioni musicali e ha svolto attività di redazione editoriale. Dal 2008 svolge attività giornalistica per "Il giornale della musica".
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