Bologna, 10/02/2014

CONSIGLIO COMUNALE SOLENNE IN OCCASIONE DEL "GIORNO DEL RICORDO", L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE NAZIONALE DELL'ASSOCIAZIONE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA, MARINO SEGNAN


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Si trasmette il discorso di Marino Segnan, Presidente nazionale dell'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, tenuto oggi nel corso della seduta Solenne del Consiglio comunale dedicata al "Giorno del Ricordo".

"Sono dieci anni che si commemora questa giornata, il 10 febbraio Giorno del Ricordo, istituito con la legge n.92 del 30 marzo 2004, approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento, per ricordare la tragedia delle foibe e l'esodo di 350 mila italiani esuli in patria, di questi oltre 80 mila dispersi in tutti i continenti.

Dieci anni di commemorazioni, ma non solo. Con questa legge, per noi esuli si sono aperte tutte le porte che per oltre sessant'anni sono state chiuse. La mostra allestita qui a Palazzo d'Accursio, con il patrocinio del Comune, aperta fino al 23 febbraio, la presenza nelle nostre cerimonie del Civico Gonfalone e i Consigli comunali e provinciali solenni ne sono un esempio.

Finalmente la nostra storia, la nostra tragedia viene messa in evidenza anche dal mondo politico, ma soprattutto, ha iniziato il suo inserimento nel mondo della scuola, per riempire finalmente nei libri di testo quelle pagine vuote della storia italiana del secolo scorso.

Dieci anni di commemorazioni a Bologna, città che nel 1947 non ci accolse in maniera positiva, ricordo la protesta dei ferrovieri in stazione all'arrivo dei treni di esuli, ormai un incidente di percorso di una città che dopo questa incomprensione seppe accoglierci benevolmente. Ma anche noi, che arrivammo in circa 4 mila, sapemmo dimostrare il valore aggiunto che potevamo dare a Bologna.

Dieci anni positivi di momenti, di iniziative, di convegni, di incontri culturali e di incontri con gli studenti per confermare la nostra italianità, le nostre origini e presentare i personaggi che in tutti i campi hanno dato lustro all'Italia. Ma anche di amarezze, come quella di perdere la sede sociale, punto di riferimento della nostra associazione bolognese.

La nostra tenacia, la nostra educazione culturale e il nostro orgoglio ci hanno permesso di acquisire tanti spazi dove poter dare dei riferimenti alla nostra presenza a Bologna, che elenco:

l'intitolazione di un giardino ai Martiri dell'Istria, Venezia Giulia e Dalmazia martiri, perché anche noi esuli abbiamo fatto un grande sacrificio e credo che la parola 'martiri' ci sia dovuta, nel quartiere Saragozza grazie al sindaco Guazzaloca e all'allora presidente del quartiere Vecchi;
la lapide nella stazione di Bologna centrale per ricordare l'avvenimento di rifiuto della sosta dei treni di esuli, con l'apporto del sindaco Sergio Cofferati e dell'allora presidente del Consiglio comunale Gianni Sofri;
la rotatoria stradale intitolata ai Martiri delle foibe nel quartiere Navile al confine con Castelmaggiore;
il monumento ai Martiri delle foibe nel Comune di San Lazzaro, con l'apporto del sindaco Macciantelli e del consigliere comunale Maurizzi;
l'affissione della lapide ritrovata e restaurata dove sorgeva il villaggio Giuliano in via Beroaldo al quartiere San Donato, con l'interessamento del presidente di quartiere Simone Borsari;
l'intitolazione di un giardino nel quartiere San Vitale a Norma Cossetto, simbolo della tragedia delle foibe, che fu violentata e poi gettata in una foiba istriana. Norma Cossetto è stata decorata con la Medaglia d'oro alla memoria dal Presidente della Repubblica Ciampi e le è stata conferita la Laurea honoris causa alla memoria dall'Università di Padova alla quale era iscritta;
l'intitolazione ai Martiri delle foibe di una sala della Casa delle associazioni nel Comune di Zola Predosa.

Ringrazio sia la presidente Lembi che la vicepresidente Scarano perché grazie al loro interessamento abbiamo, da pochi mesi, la nuova sede sociale nel quartiere San Donato, che ci permette di poterci incontrare, parlare e far conoscere le nostre iniziative.
Ringrazio il Sindaco, i soci, i dirigenti scolastici che oggi ci accolgono e ci permettono di dare una testimonianza di quanto la nostra gente ha subito".
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