Bologna, 14/07/2014
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"Care consigliere, cari consiglieri, professoressa Patrizia Dogliani, caro Stefano sono passati cento anni dall'elezione del Sindaco Zanardi, oggi ascolteremo il contesto storico in cui è avvenuta questa elezione e potremo ragionare su quanto dobbiamo alla figura di un Sindaco come Francesco Zanardi. Io cercherò da parte mia di sottolineare alcuni spunti che la vita e l'opera di Francesco Zanardi ci offrono per l'attualità, per il nostro presente, per cercare appunto di fare alcune considerazioni sull'attualità dell'opera di Francesco Zanardi. Inizio dall'idea dell'Amministrazione comunale, l'idea del Comune, come luogo dove si cerca il bene comune e l'idea di un Comune che oggi torna attualissima, anche se è nata in un contesto come quello della guerra e d'inizio secolo, che metteva in primo piano un'idea di Comune come contro potere democratico in un Paese dove non esisteva una democrazia compiuta, la stessa elezione di Zanardi a Sindaco avveniva a suffragio universale maschile e non femminile, e quindi l'esigenza di portare il movimento popolare, le masse diseredate, i contadini, i disoccupati all'interno delle istituzioni democratiche, con una nota che in tutto quel periodo prevalse, giustamente, di contro potere rispetto ad uno stato uscito dal Risorgimento che era ristretto ad una oligarchia, che nella città di Bologna al momento dell'elezione di Zanardi era davvero una gretta e ristretta cerchia che aveva rappresentato fino ad allora il Comune. Questa esigenza di pensare al Comune come l'istituzione democratica più vicina ai cittadini e come l'occasione storica per fare partecipare le masse popolari alla democrazia, oggi ci viene consegnata non più nei termini del contro potere, ma anche come riscoperta dell'originalità di un pensiero che è sempre stato ambivalente: si doveva stare nelle istituzioni in attesa della rivoluzione che inevitabilmente sarebbe arrivata o si doveva stare nelle istituzioni per cercare di fare le riforme necessarie e i cambiamenti possibili per venire incontro a una situazione di difficoltà, e in quel momento c'era una situazione di estrema difficoltà per le masse popolari della nostra città. Dobbiamo a Zanardi la grande capacità di dare segnali forti di allargamento dei diritti sociali nella situazione data: l'intervento sulla casa, l'intervento sul tema dei consumi e dei prezzi, gli interventi per il pane, l'acquisto dei piroscafi, dei forti segnali e l'intervento che voglio sottolineare per quanto riguarda i temi della scuola. Furono ben 54 i nuovi asili aperti grazie all'impulso dato da Zanardi, dunque potete capire quanti ce ne fossero prima: pochissimi. Sempre grazie a quell'impulso sii cominciò con l'assessore Longhena a introdurre un ragionamento sulla funzione educativa degli asili, in una situazione dove, come ebbe bene a dire Maria Montessori, si pensava agli asili come ad un luogo in cui tenere i fanciulli fino a quando sarebbero diventati adulti facendo in modo che non dessero fastidio. Un'epopea dunque e sono orgoglioso di poter dire, come erede di questa grande tradizione di sindaci, che il tema della funzione educativa rivolta all'infanzia viene imposto con decisione nel mandato del sindaco Francesco Zanardi, così come il tema della casa dell'igiene, del diritto all'affitto e del diritto all'abitazione in condizioni dignitose. Questo avviene in un momento in cui prevale l'esigenza di conquistare i Comuni come contro potere rispetto ad uno Stato monarchico che aveva realizzato un'Italia Risorgimentale, ma non aveva realizzato la possibilità di fare gli italiani. Questo nel conteso dell'incipiente Prima Guerra Mondiale, e voglio evidenziare a voi ciò che mi sembra attualissimo e cioè questa idea che poi è andata avanti nel corso di tutto il Novecento - e che oggi ci ritroviamo in forme nuove davanti - dell'autotonomia. L'idea che certo il socialismo municipale era nato come forma di liberazione dei deboli e degli sfruttati, era nato come esigenza di contro potere, ma nella storia del Comune di Bologna ha sempre prevalso anche l'idea che l'autonomia comunale era un allargamento della democrazia necessario per fondare l'unità effettiva della nostra Repubblica, fino al dibattito odierno dove noi sottolineiamo e siamo in qualche modo costretti continuamente a sottolineare, anche nel rapporto con i diversi Governi, che noi non siamo solo uno Stato, noi siamo una Repubblica. La Repubblica è formata da Enti Locali, da Governo e da Stato. E quindi l'idea della pari dignità, ma anche del rapporto non gerarchico. E infine l'idea che per promuovere lo sviluppo economico, il bene comune e la civiltà nel nostro paese è essenziale il ruolo delle comunità locali e dei Comuni. Questo lo dobbiamo anche all'opera di Francesco Zanardi che torna oggi di estrema attualità. Questo è stato uno dei più grandi contributi del Movimento Socialista alla storia del nostro Paese che si è poi arenato nel periodo del Fascismo, si è arenato nella scissione col movimento Comunista, si è arenato nel prevalere del massimalismo che guarda caso ha coinciso con il ritorno della dittatura. Sempre nei momenti critici della nostra storia nazionale il fatto che non abbiano prevalso il riformismo e la capacità concreta di modificare l'esistente allargando la democrazia ha comportato crisi drammatiche per la nostra nazione. Questo il primo aspetto, mentre il secondo aspetto che voglio sottolineare sono alcune caratteristiche tipiche di Francesco Zanardi: innanzitutto la formazione scientifica - Laureato in Chimica e Farmacia - che non è stato di alcun ostacolo alla pratica applicazione di una cultura umanistica e testimonia, anche qui agli albori del secolo, di quanto sia stata poi successivamente falsa la contrapposizione che dobbiamo a Benedetto Croce e successivamente a Gentile e al fascismo fra Cultura scientifica e Cultura umanistica. Questa formazione scientifica, accompagnata da una passione umanistica per la condizione dei deboli e degli sfruttati si trasforma in una capacità amministrativa inedita, la vera caratteristica di Francesco Zanardi, a mio avviso, è quella di concepire l'impegno politico come amministrazione, come possibilità di lavorare per il bene comune e su questo sperimentare, sulla base di un'idea della politica come valori e ideali e pragmatismo concreto in una situazione data, sperimentare, dicevo, tutte le possibilità di miglioramento finalizzate ad una cosa soltanto: migliorare la condizione degli umili, migliorare la condizione delle persone. Questo è un grande insegnamento che, permettetemi, io trovo attualissimo anche oggi dove, dopo finalmente il tramonto delle ideologie di un secolo, agli inizi di questo nuovo millennio, noi ci stiamo interrogando sul significato autentico della parola 'democrazia' e il movimento operaio, gli eredi del movimento operaio, del movimento cattolico democratico, si riconoscono in una prospettiva europea basata sull'idea che la democrazia è il campo di azione della politica per il bene comune e che attraverso la democrazia è possibile appunto avere un'idea di politica come attività fondata su ideali e su forti valori e con una grande capacità pragmatica di sperimentazione per riuscire a modificare in meglio la vita quotidiana delle persone e assicurare una prospettiva di cambiamento. Sono state quelle di Zanardi riforme coraggiose, hanno utilizzato tutti gli spiragli che la normativa permetteva, in qualche modo ha cercato anche di forzarla ma ha anche predeterminato dei cambiamenti nelle leggi nazionali, quindi anche il valore del riformismo, permettetemi di dirlo, come sindaco democratico dei questa città che viene da quella tradizione, io lo vorrei sottolineare, vedo Serafino d'Onofrio, vedo gli amici dell'Aics e li ringrazio per quello che stanno organizzando in questi giorni. Il Sindaco del pane è un nome che dice tutto, sul ricordo di Francesco Zanardi, ma non vorrei che dicesse troppo poco, è perché è stato fondamentale il suo intervento a difesa degli strati più deboli della popolazione, ma c'era dietro questa cultura, questa cultura politica che, secondo me, oggi torna ad essere attualissima perché per fare le riforme occorre un certo coraggio, una certa capacità di parlare direttamente al cuore dei cittadini e degli strati più popolari, questo torna oggi di estrema attualità anche per noi, dove, quello che per una volta si chiamava il "massimalismo", oggi si ripropone nelle forme del populismo autoritario o nell'idea di "occorre cambiare tutto in modo radicale" e questo spesso significa, e anche oggi rischia di sembrare, essere a braccetto con la conservazione. Credo che questo sia di estrema attualità anche per quanto riguarda il nostro presente, quindi un 'idea di autonomia del comune, un'idea del comune come campo democratico per rinnovare, allargare i diritti di cittadinanza sociale, e sperimentare nuove soluzioni di allargamento della democrazia, un'idea della politica come passione per i più deboli e passione per il bene comune, unita a una capacità di analisi della situazione e a una capacità pragmatica di offrire soluzioni concrete per risolvere problemi che in quel periodo erano molto, come oggi per altri versi, urgenti. C'è una straordinarietà estrema che voglio sottolineare in quel periodo, certamente noi non viviamo in un periodo di guerra per quanto riguarda la nostra situazione, l'Europa, anche grazie all'impegno di persone come Zanardi e tanti altri - oggi abbiamo ricordato giustamente il comandante Michelini, anche grazie a lui l'Europa ha avuto 70 anni di pace - non viviamo quel periodo, dobbiamo ricordare la sconfitta storica di quel periodo del movimento socialista perché sulla guerra si incrinò l'unità del movimento socialista, questo ebbe conseguenze pesanti per quello che avvenne nell'immediato dopoguerra ma sicuramente il valore della pace resta fondamentale anche nel pensiero del sindaco Zanardi e per la concretezza anche con la quale cercò di disseminare azioni di pace in quel periodo pur difficile, dall'esposizione del tricolore sul Palazzo comunale fino a interventi concreti di ospitalità, di profughi e bambini gracili. Quindi abbiamo molte ragioni storiche, la cui ricostruzione affido alla professoressa Dogliani, che farà meglio di quanto possa fare io, per ritornare ad apprezzare tutto quello che si fece in quel periodo su impulso del nostro sindaco e abbiamo ragioni attuali se è vero che noi esercitiamo la memoria sopratutto come impegno. E l'impegno che ho cercato di dire a cui si richiama l'opera di Francesco Zanardi è quello che vi elencavo sulle tre questioni a cominciare dal fatto della centralità educativa che torna ad essere uno dei temi fondanti anche per il futuro della nostra vita democratica. Noi per ricordare al meglio la figura del sindaco Zanardi, come Amministrazione comunale, abbiamo preparato il progetto "Le case Zanardi" che hanno l'obiettivo di promuovere una rete di servizi e aiuti per combattere le nuove forme di povertà prodotte dalla crisi attuale, questo progetto prevede che, in diversi quartieri della città, si costituiranno spazi dove sarà possibile accedere ad empori della solidarietà, cantieri di utilità comune, laboratori di riuso e riciclo, orti e vivai urbani, formazione, orientamento e inserimenti lavorativi. Questa iniziativa ha coinvolto finora 102 associazioni ed enti attivi sul territorio, ci sembrava questo il modo migliore, concreto, per ricordare una persona che più che con le parole ha fatto contare i fatti. Non era un grande oratore mi dicono ma era una persona che in quanto a fatti sapeva parlare benissimo. Se vi ricordate quello che diceva Calvino in una delle sue ultime interviste alla domanda "cosa sarà in futuro la politica?", Calvino rispose "Amministrazione", e io chiudo così".
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