Bologna, 19/04/2012

TEATRO MANZONI: VENERDI' 20 APRILE OLA RUDNER DIRIGE L'OTTAVO CONCERTO SINFONICO. UN OMAGGIO A SCHOENBERG E CAGE


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Venerdì 20 aprile, alle 20.30, al Teatro Manzoni di Bologna, Ola Rudner dirige l’Orchestra del Teatro Comunale nell’ottavo concerto della Stagione Sinfonica 2012.
Il concerto sarà diretto dal maestro Ola Rudner a causa di un’indisposizione del Maestro Andrea Pestalozza.

Il concerto è un momento fondamentale del percorso musicale della Stagione Sinfonica 2012, poiché interseca due progetti di grande rilevanza culturale: il progetto The Schoenberg Experience, e
centocage.Il concerto, infatti, oltre a rientrare negli appuntamenti del The Schoenberg Experience - un progetto interdisciplinare dedicato al compositore Arnold Schoenberg, promosso dal Comune di Bologna e dalla Fondazione Teatro Comunale di Bologna con il determinante apporto dell’ArnoldSchoenberg Centerdi Vienna e di numerose istituzioni culturali bolognesi fa anche parte del progetto centocage - Bologna rende omaggio a John Cage1912-1992-2012, l’omaggio che la città insieme alle sue Istituzioni culturali e musicali pubbliche e provate intende tributare al grande compositore americano nel centenario della nascita e nel ventennale della sua scomparsa.

Il programma, coerentemente con l’intersecarsi di questi due progetti, rende omaggio ad Arnold Schoenberg, con l’esecuzione dei Sei piccoli pezzi per pianoforte, op. 19 (nell’orchestrazione di Heinz Holliger) e all’americano John Cage, con l’esecuzione del Concerto per pianoforte preparato e orchestra, che vedrà esibirsi al pianoforte Aldo Orvieto.
Completerà il programma la Sinfonia n. 4 in sol maggiore di Gustav Mahler, con il soprano Sibylla Rubens.

Composta da Holliger tra l’ottobre e il dicembre 2006, l’Arnold Schönberg: 6 kleine Klavierstücke op. 19 (1911)– questo il titolo in partitura – dispiega un organico da camera tipicamente novecentesco, con legni soli, un corno, percussioni a suono determinato e indeterminato, una sezione di strumenti a tastiera (celesta, harmonium, pianoforte), un’arpa e quintetto d’archi.
Holliger impronta l’arrangiamento all’insegna di una visionaria austerità, intagliando sull’originale schönberghiano una scrittura di derivazione weberniana, dal carattere lirico e onirico. Estrapolando le idee fondamentali nascoste sotto la partitura, il compositore svizzero esalta la dimensione motivica e polifonica del brano, e nel contempo ne estremizza quella timbrico-spaziale. Il testo originale rimane pressoché invariato, solo in alcuni brevi episodi è alterato tramite fugaci imitazioni di motivi. La ‘lezione di Holliger’ – il recupero di Webern attraverso Schönberg – pone l’enfasi su quel tipo di soggettività dell’espressionismo viennese, definita da Theodor W. Adorno come ‘protocollare’: disadattata e aliena alla società, in grado di comunicare solo attraverso l’ostensione di choc traumatici – e nonostante questo, condannata a comunicare e ad esprimersi.
Tuttavia, nella trascrizione holligeriana ciò che affascina e fa riflettere è forse proprio la voluta inattualità dell’arrangiamento.
Il recupero da parte di Holliger dell’avanguardia storica, ormai trapassata da quasi un secolo, ha per forza un carattere voluto di anacronismo e di inattualità, e si capisce allora che per il compositore svizzero il riferimento a Webern, o a Schönberg, non ha più alcuna funzione in sé, se non quella di un pretesto: riuscire a comunicare ancora qualcosa; non importa cosa.

In una famosa intervista del 1985, alla domanda se volesse esprimere qualcosa con la sua musica, John Cage rispose al critico Birger Ollrogge: «Non si tratta di esprimere una cosa in particolare, ma di far vivere qualcosa che possa essere utilizzato dalla persona che lo trova».
Tale dichiarazione riassume un concetto fondamentale per il compositore americano: l’idea che la creazione debba volgere verso un atto impersonale. Il Concerto for prepared piano and chamber orchestra (1950-1951) rappresenta nell’opera di Cage un punto di non ritorno verso questo pensiero. Da un lato, esso si colloca al culmine delle esperienze del decennio precedente, imperniate sulla composizione di strutture ritmiche complesse e sulla sperimentazione timbrica; dall’altro, esso è già presago dei futuri sviluppi dei due decenni successivi, concentrati sull’idea di musica indeterminata e di opera aperta.
Il Concerto for prepared pianofu concepito come un unico movimento suddiviso in tre parti, di cui l’ultima sensibilmente più ridotta delle prime due. In partitura Cage prescrisse la preparazione della cordiera pianistica, indicando il tipo di materiale da posizionare su o tra le corde di ben 53 delle 88 altezze eseguibili. Ad esso Cage contrappose un’orchestra di medie dimensioni, e una nutrita compagine di percussioni a suono indeterminato.
Cage descrisse l’opera e ne rivelò i segreti in una lettera a Pierre Boulez datata 22 maggio 1951. Nella prima parte i movimenti del pianoforte furono composti in maniera arbitraria, similmente alle opere del decennio precedente, mentre la parte dell’orchestra fu disciplinata da una tabella di tipo seriale che ne determinava la ‘gamma dei suoni’, tra insiemi di note, intervalli, accordi, rumori e timbri, e le loro combinazioni. Nella seconda parte, il pianoforte fu anch’esso assimilato alla razionalità della tabella, ancora controllata dal compositore; infine, nella terza parte, e per la prima volta nell’opera di Cage, le scelte compositive furono demandate a una selezione di operazioni casuali (chance operations), definite attraverso l’interpretazione dell’I-Ching.
Nella terza parte del Concerto il silenzio diviene così una dimensione tangibile, quasi come quella di una struttura invisibile che poco a poco si dipana e si rivela. L’espressione del silenzio, «dire ilnulla», libera la percezione del suono e del tempo, e concede finalmente all’ascoltatore l’esperienza dell’ignoto.

Nella musica di Gustav Mahler prendono vita insieme la musica d’arte, intesa come prodotto e memoria della composizione, ed elementi che arte non sono, e sembrano richiamare un’origine precedente all’atto stesso compositivo. Essi sono ‘suoni di natura’, come il canto degli uccelli e lo scampanio del gregge, le campane che risuonano da lontano e il corno che annuncia il passaggio della carrozza, ed anche i caratteri della musica popolare, di corali e danze, il suono sgraziato delle orchestrine da matrimoni o funerali: anch’essi partecipano alla totalità della ‘natura’.
La Sinfonia n. 4 in sol maggiore esplicita tale fondamento forse più di altre, tanto che Theodor W. Adorno la descrisse come la sinfonia «di caratteri» per eccellenza. Composta tra l’estate del 1899 e quella dell’anno 1900, i suoi primi tre movimenti si basano su alcuni temi e motivi presenti nel Lied finale Das himmlische Leben, già concepito nel 1892 per canto e pianoforte insieme ad altri brani sui testi de Des Knaben Wunderhorn. Nei primi tre tempi lo sviluppo e la variazione dei temi del Lied – alle volte quasi irriconoscibili rispetto alla forma originaria – vanno pertanto interpretati anche come una ricomposizione e un’espansione del significato delle immagini contenute nella lirica. In origine doveva trattarsi di una composizione sinfonica ‘a programma’, una Symphonie Humoreske articolata in sei tempi e fornita di didascalie; solo in seguito fu riveduta nella forma di quattro movimenti, senza programma.

Il direttore svedese Ola Rudner inizia la sua carriera come violinista solista e primo violino di varie orchestre, tra le quali, Camerata Salzburg, Wiener Volksoper e Wiener Symphoniker.
Dal 2008 è Direttore Stabile della Württembergische Philharmonie Reutlingen.
Fondatore nel 1995 della Philharmonia Wien, dal 2001 al 2003 è stato direttore principale della Tasmanian Symphony Orchestra in Australia e dal 2003 al 2007 direttore Stabile dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.
E’ stato invitato a dirigere Orchestre quali: Scottish Chamber Orchestra, Vienna Chamber Orchestra, Belgrade Philharmonic, Latvian National Philharmonic, Orchestra Fondazione Arena di Verona e molte volte la Niederösterreichisches Tonkünstlerorchester.
Con la Philharmonia Wien si esibisce regolarmente al Musikverein di Vienna e ha eseguito tourneè in Giappone, Polonia, Austria, Turchia e Jugoslavia.
Da molti anni collabora con Swedish Chamber Orchestra, registrando l’opera completa della compositrice inglese Sally Beamish per la casa discografica BIS e con solisti di fama internazionale come la violista Tabea Zimmerman.
Ola Rudner è anche un importante direttore d’opera; a Vienna da lungo tempo dirige al Wiener Volksoper ed è richiesta regolarmente la sua direzione dai maggiori teatri italiani, scandinavi e australiani.
Durante le passate stagioni ha debuttato con importanti formazioni orchestrali come BBC Symphony Orchestra, l’Orchestra Sinfonica della Radio di Francoforte , Filarmonica di Oslo, RAI di Torino, Slovenian Philharmonic, Philharmonie de Luxembourg , SWR Sinfonieorchester di Stoccarda, Hong-Kong Philharmonic e Mozarteumorchester.

Aldo Orvieto, dopo gli studi al Conservatorio di Venezia incontra Aldo Ciccolini, al quale deve molto della sua formazione musicale.
Ha inciso più di cinquanta dischi dedicati ad autori del repertorio classico e del Novecento per le case italiane Dynamic, Stradivarius, Ricordi, Nuova Fonit Cetra; per ASV e Black Box Music (London), Cpo (Georgsmarienhütte), Hommage (Hamburg), Mode Records (New York), Naxos (Hong Kong), riscuotendo unanime consenso della critica.
Ha registrato produzioni e concerti per le principali radio europee.
Ha suonato come solista con molte orchestre tra cui l’OSNR di Torino, l’orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, dell’Arena di Verona, dell’ORT di Firenze, l’Ensemble 2e2m di Parigi, Accroche Note di Strasburgo, e in formazioni da camera con prestigiosi complessi di fama internazionale.
Ha partecipato a innumerevoli prime esecuzioni assolute e gli sono state dedicate molte nuove composizioni. Di particolare rilievo la prima esecuzione assoluta nel 2009 del ritrovato Concerto (1946) per pianoforte e orchestra di Bruno Maderna, e la prima esecuzione in tempi moderni delle Variazioni (1946) per pianoforte e orchestra di Camillo Togni; importanti prime esecuzioni e dediche di lavori da parte di Salvatore Sciarrino, Claudio Ambrosini, Sylvano Bussotti, Stefano Gervasoni, Aldo Clementi, Fabio Nieder, Luis De Pablo, Ivan Vandor e lusinghieri consensi da alcuni dei più grandi compositori del nostro tempo tra cui Luigi Nono, Goffredo Petrassi, Mauricio Kagel.
Nel 1979 è stato tra i fondatori dell’ Ex Novo Ensemble e, nel 2004, della rassegna concertistica Ex Novo Musica.

Sibylla Rubens ha studiato canto presso l'Università Statale di Musica di Trossingen e a Francoforte. Ha partecipato a numerosi corsi di perfezionamento, tra cui quelli condotti da di Edith Mathis e Elsa Cavelti, Irwin Gage.
Diretta da Philippe Herreweghe, ha cantato la Passione secondo Matteoalla Carnegie Hall, Requiem fuer Mignon di Schumann e l’Ottava di Mahler con i Muenchener Philharmoniker diretta da Christian Thielemann, e la Nona Sinfonia di Beethoven diretta da Heinrich Schiff a Vienna, il Weihnachtsoratorium di Bach e la Messa in si minore diretta da Kent Nagano, e i Vespri solenni di Mozart con Ivan Fischer.
Il soprano tedesco ha lavorato inoltre con prestigiosi direttori quali Roger Norrington, Hartmut Haenchen, Herbert Blomstedt, Michael Gielen, Marek Janowski, Enoch zu Guttenberg, Helmuth Rilling e Riccardo Chailly.
Sibylla Rubens è regolarmente invitata alle Schubertiadi in Austria,. Ha la suo attivo oltre ottanta registrazioni per le case discografiche Hänssler, Deutsche Grammophon, Harmonia Mundi.

info
www.tcbo.it
www.comune.bologna.it
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