Bologna, 20/03/2015
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"Un saluto a tutti voi e alle autorità presenti, un saluto particolare e un ringraziamento ai tanti familiari delle vittime presenti. Voglio testimoniarvi che Bologna si stringe attorno a voi con affetto sincero. Lo testimonia la storia della nostra città, quello che abbiamo dovuto subire con le stragi che anche stamattina abbiamo ricordato, e che domani insieme ricorderemo. Bologna è una città che ha conosciuto direttamente il dolore e la sofferenza della perdita di amici, di parenti, di figli. E Bologna, come sapete ogni anno cammina insieme per chiedere verità e giustizia, per la strage del 2 agosto, per la completa verità su Ustica, per ricordare le vittime della Uno Bianca, per ricordare il barbaro assassinio di Marco Biagi, per la strage dell'Italicus. La nostra democrazia ha da tempo bisogno di essere compiuta con verità e giustizia, per potere applicare davvero lo spirito della nostra Costituzione e trovare davvero finalmente un camminino insieme per questa nostra Repubblica che è ancora attraversata da tanti rancori, da tante posizioni di parte che troppo spesso non riescono a convergere per il bene comune. Quindi innanzitutto la testimonianza di questo affetto, della nostra presenza e il nostro ringraziamento per avere scelto la nostra Bologna. Ci tenevano, ci avete risposto si, e la vostra scelta ci riempie di orgoglio e ci riempie di responsabilità. Perché noi sappiamo bene, come voi, che innanzitutto la memoria è un impegno civico. Teniamo alla memoria come ricordo. Comprendiamo e vogliamo esprimere le nostre emozioni. Riteniamo che sia un aspetto fondamentale del legame fra le persone, il rispetto dei sentimenti e la capacità di ospitare questi sentimenti nella propria comunità cittadina, ma riteniamo anche importante il messaggio che voi ci date oggi, che Libera ci dà da 20 anni con il suo impegno. La memoria è sopratutto impegno civico. L'assunzione di un impegno costante nella nostra vita quotidiana sia come singole persone che come comunità. La memoria è una responsabilità, c'è troppa gente - noto anch'io - che cerca di svalutate il significato della memoria, cerca di ridurlo a un rito consuetudinario, ma credo che noi sappiamo, in questa città, e voi familiari sapete benissimo, quanto la memoria serva a mantenere un impegno con costanza e con la capacità di sapere valutare gli avvenimenti che si succedono. Sicuramente la lotta alle mafie richiede questa capacità di valutazione perché le mafie cambiano spesso terreno di gioco, sanno utilizzare le troppe leggi di questo Paese per volgerle a loro favore, sanno come infiltrarsi, sanno quali sono i moderni strumenti finanziari e noi dobbiamo sapere, come Istituzioni, aggiornare i nostri strumenti senza smarrire però alcune questioni di fondo, cioè la nostra riconoscenza per la Magistratura, per le vittime che ha avuto la nostra Magistratura e le nostre Forze dell'ordine, sapere anche prendere posizione a sostegno della Magistratura e delle Forze dell'ordine quando la situazione lo richiede. La mafia ci chiede di essere indifferenti, la mafia ci chiede di mantenerci neutrali, la mafia fa, in molte zone del nostro Paese, un'economia illegale che costringe alcune persone addirittura a dire: "Bene adesso che avete arrestato questi mafiosi io come campo, di che lavoro". Questo significa che è una battaglia complessiva, è una vera lotta di liberazione. Il dato economico è fondamentale. Il dato culturale lo è ancora di più. Il dato di una Repubblica capace davvero di sostenere i diritti sociali e i servizi sociali, di una Repubblica che mentre la Magistratura e le Forze dell'ordine fanno il proprio dovere di contrasto, con risultati - come abbiamo visto anche qui in Emilia - sia in grado di occupare quella zona grigia con un'economia legale dando opportunità di lavoro e di servizi sociali a tante parti del nostro Paese e anche nella nostra città. Perché abbiamo nuove povertà, abbiamo nuove esasperazioni nelle quali si può infiltrare il tema di avere comunque un'attività a qualsiasi mezzo e a qualsiasi costo. Dobbiamo quindi sapere bene, tenere alta la guardia sapendo che se noi vogliamo combattere per la legalità dobbiamo combattere per la giustizia sociale. Le cose sono strettamente intrecciate. Bologna nella sua storia questo lo sa da tempo, siamo una città di forte benessere malgrado questa lunga crisi che come tutta l'Italia ci perseguita da sette anni, ma siamo anche una città che ha saputo fare benessere assieme a coesione sociale. La mafia attacca questo, la mafia si infiltra nella nostra comunità attraverso operazioni finanziarie, attraverso il gioco degli appalti e crea zone di acquiescenza dovute anche all'ispirazione della crisi e alle persone che vengono lasciate sole con questa disperazione. Quindi noi dobbiamo davvero comprendere insieme, essere consapevoli di quanto ha fatto la nostra Regione, di quanto hanno fatto le nostre istituzioni per non creare disinformazioni, molto si è fatto in questa Regione, molto resta da fare, sopratutto senza usare - scusami don Luigi se cito le tue parole - "troppe diplomazie e senza dirsi le cose come stanno". Le cose stanno esattamente nel senso che i beni confiscati alla mafia sono un caposaldo della lotta la mafia, ma noi vorremmo sapere perché nel nostro Paese le procedure per assegnare i beni confiscati ai comuni debbano seguire questo iter infinito, di incertezze infinite. Noi vorremmo sapere perché se è vero che l'operato della Magistratura è sempre più incisivo, ad esempio, la nostra Magistratura soffra di carenza d'organico, in particolare per quanto riguarda le Procure. E vorremmo sapere cosa succede a ottobre quando sarà lo Stato a subentrare ai finanziamenti della manutenzione degli uffici giudiziari, e se siamo pronti per questo. Perché noi siamo stati molto orgogliosi di collaborare per dare alla Dia una sede, come Comune, siamo anche molto orgogliosi di avere un arretrato dallo Stato di 40 milioni di euro per le spese giudiziarie, però credo che tutto si tenga e che bisogna essere conseguenti nei provvedimenti che si prendono. Il Governo sta facendo molto, la commissione parlamentare - è presente l'onorevole Rosi Bindi che ringrazio - sta facendo molto, ma credo che possiamo fare ancora di più mettendo a fuoco alcune questioni che dobbiamo evidenziare sapendo che per fare questo noi oggi e domani compiamo un fatto importante che non è un corteo, non è un gesto, un evento isolato. Dobbiamo avere questa convinzione insieme proprio per il lavoro che come bolognesi ed emiliano romagnoli abbiamo fatto finora, dobbiamo comprendere che bisogna aggiungere passi, e domani serve a questa dichiarazione di guerra non violenta alle mafie per avviare una lotta di liberazione davvero decisa. Per quanto ci riguarda credo che noi dobbiamo soprattutto come politica, per essere all'altezza di quella definizione di politica che ci ha ricordato don Ciotti citando le parole di Paolo VI, tradurre le nostre parole e i nostri ideali in fatti di concretezza. C'è un ordine umano oltre che un ordine pubblico, come ho detto prima e in altre occasioni, c'è una giustizia da fare funzionare e l'attesa della riforma della Giustizia nel nostro Paese, troppo spesso con molta attenzione ai problemi individuali o di qualche esponente politico, molto meno rispetto ai temi della nostra giustizia. Credo che dobbiamo innanzitutto sapere occuparci di quanto ognuno può fare, di cosa possiamo mettere in campo per fare al meglio la nostra parte e come Sindaco di questa città credo che abbiamo l'obbligo di agire sul piano operativo di contrasto alla criminalità, come ho già detto, collaborando con le Forze dell'ordine e con tutte le istituzioni locali a cominciare dalla nostra Regione per le nuove iniziative che ha intrapreso. Ma abbiamo anche il dovere di rendere strutturale la nostra azione di prevenzione alla corruzione e delle infiltrazioni. Quindi permettetemi, visto che questo è un consiglio - ribadiamo - ordinario nel senso che è una seduta solenne perché ci siete voi familiari, c'è l'associazione Libera per i suoi 20 anni, ma è anche una sede nella quale entrare nel merito, di assumere qualche impegno, che vorrei prospettare alle consigliere e ai consiglieri del mio Consiglio comunale, che - via assicuro - da questo punto di vista sono tutti graffiati dalle parole di don Ciotti e da tempo hanno appreso quello che è necessario fare e lo fanno con spirito unitario. Vorrei dare continuità al nostro impegno anche dopo la grande manifestazione di domani, perché sarà una grande manifestazione. Avremo occasione di dire "io ci sono" e ci sarò, di ricordarla, ma anche di interrogarci su quali temi possiamo prendere per andare avanti. Quindi vorrei che domani per Bologna partisse una marcia per la nostra primavera della legalità e del lavoro come comunità metropolitana. un percorso condiviso con il quale giungere alla sottoscrizione di un nuovo protocollo appalti con il mondo economico e sindacale che metta in atto alcune misure concrete per rafforzare il contrasto alle infiltrazioni mafiose nel territorio, nonché per promuovere il lavoro e la coesione sociale. Dobbiamo rinnovare alcuni strumenti già esistenti. Lavoro e impresa non possono essere visti separatamente. Il lavoro dà dignità alle persone, ma le imprese devono essere esse stesse, nel momento in cui partecipano ai bandi pubblici, fattore di legalità. Legalità rispetto alle normative societarie, ma anche legalità rispetto al lavoro. Ad esempio credo sarebbe opportuno aggiornare il Regolamento attuativo in materia di rating di legalità e di aggiungere, quale fattore premiante per le imprese che lo richiedono, anche il requisito del rispetto dei contratti di lavoro nazionali utilizzati nel settore di appartenenza. Il rating di legalità è previsto da una delibera del 2012 dell'Autorità garante per la concorrenza, ed è stato recentemente oggetto di un apposito protocollo con l'Autorità nazionale anticorruzione, presieduta da Raffaele Cantone. La delibera prevede che possano richiedere il rating di legalità le imprese che hanno un fatturato annuo minimo di 2 milioni di euro. Mi sento di proporre di abbassare tale soglia a 1 milione di euro, per consentire al vasto mondo delle piccole imprese, come quelle cooperative, di poter richiedere l’attribuzione del rating di legalità. Tutto ciò aiuterebbe le stazioni appaltanti ad avere un bacino di imprese più oneste. Dobbiamo riutilizzare i beni confiscati sul territorio da destinare al Terzo Settore e sostenere l'azione legislativa della Regione Emilia-Romagna contro le infiltrazioni mafiose, con particolare riferimento all'ipotesi di una legge dedicata al Settore dei Servizi e del Commercio. Dobbiamo accompagnare la manifestazione di domani con una svolta più decisa come tanti consiglieri di ogni parte politica chiedono e vogliono impegnarsi a fare. Dobbiamo entrare nel merito anche se sembrano materie tecniche e dobbiamo sapere dire ai bolognesi che le Istituzioni di questa città sono al loro fianco per chiedere verità e giustizia. E lo dobbiamo sapere dire al nostro Paese. E noi domani, come bolognesi, cammineremo assieme a voi".
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