Bologna, 22/01/2016

QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUI RISTORANTI CHE VIETANO L'INGRESSO AI BAMBIRI


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L'assessore Matteo Lepore, ha risposto questa mattina, in sede di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega Nord) sui ristorante che vietano l'ingresso ai bambini

Domanda della consigliera Scarano
""Vietato l'ingresso ai bambini"... La 'no kids' è una tendenza che proviene dagli Usa e che si sta diffondendo a macchia d'olio negli alberghi e nei ristoranti europei, compresi quelli italiani.
Una buona fetta di ristoratori e albergatori che scoraggiano l'ingresso degli under 12, puntando a un target di coppie definite 'childfree', ovvero quelle che non vogliono bambini.
Sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta un parere politico nel merito ed in particolare se questa tendenza si scontra con la volontà politica tesa a rendere Bologna città amica dei bambini, in caso affermativo si desidera conoscere quali azioni si intendano mettere in campo per scoraggiare il fenomeno del no kids".

Risposta dell'assessore Lepore
"Questa è una materia molto controversa che però come tutte le materie controverse devono avere anche una posizione politica, poi, come noto e come vediamo anche dalla nostra giornata i ricorsi al Tar e ai Consiglio di Stato fanno la storia ma rimane il fatto che noi umani dobbiamo cercare di comportarci nel modo eticamente più corretto e quindi noi che siamo nelle istituzioni cercare di dare degli indirizzi anche un po' a prescindere da quelle che sono le sentenze. In questo caso abbiamo esempi a mio avviso abbastanza lampanti di un orientamento che come comunità abbiamo da tempo scelto di portare avanti, che dobbiamo assolutamente sostenere tutti, cioè l'ingresso di chiunque all'interno dei pubblici esercizi, ovviamente salvo problemi di sicurezza o di salute pubblica.
I pubblici esercizi sono aperti a tutti i nostri cittadini, in particolare penso ai bambini, lo devono essere, sapendo che i gestori devono comunque limitare l'abuso di alcol e ovviamente laddove vi sia la vendita di alcol non lo devono vendere ai minori, ma questo è un altro discorso. Lo dico perché dalle varie interpretazioni che ci sono sulle norme, c'è chi sostiene che sia diritto dell'esercente lasciare fuori le persone dal pubblico esercizio, la nostra interpretazione è diversa ma al di là dell'interpretazione giuridica, credo che il rapporto che dobbiamo avere con gli operatori della nostra città non debba essere quello in punta di fioretto, nel senso che quando si parla di bambini non credo che ci si debba recare dall'avvocato per capire quanto sia importante che i genitori, le famiglie, siano turisti siano residenti, debbono avere massima accessibilità e diritto di accesso a tutti gli spazi. Dico di più anche dei servizi all'altezza dell'obiettivo di città accogliente che vogliamo avere, per cui insieme alle associazioni di categoria da tempo portiamo avanti un opera di sensibilizzazione, delle campagne anche offrendo dei servizi.
Abbiamo organizzato nei periodi natalizi degli ultimi anni insieme ad Ascom diverse attività, per fare in modo che tutto lo shopping potesse essere accompagnato da luoghi e servizi adatti ad accogliere le famiglie e anche avere dei luoghi adatti dove mantenere per alcuni momenti i bambini, come le nursery con la disponibilità dei fasciato, con i servizi dedicati all'interno dei musei o di altri spazi pubblici, una rete di luoghi accoglienti per i bambini e le famiglie di natura privata con una mappatura della città distribuita e accessibile online. Quindi tutte azioni positive che cercano di mettere insieme non solo la sensibilizzazione ma anche l'incentivo al fatto che ristoranti, negozi e in generale esercizi commerciali siano non solo attenti ma anche volenterosi nel far sì che la nostra sia una città aperta ai bambini e alle famiglie, rispettosa di quelle che sono le esigenze e interessata anche a vedere questo tipo di consumatore come un consumatore da includere e non da escludere.
Dopo la sua domanda d'attualità ho interpellato nuovamente tutte le associazioni di categoria e ho ricevuto da parte loro massima disponibilità a continuare a lavorare in questo senso nonostante le diverse interpretazioni che si possono dare su quello che il codice ci dice".
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