Bologna, 09/06/2014

CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DI APERTURA DELLA PRESIDENTE LEMBI SULLA COSTITUZIONE DEL COMUNE COME PARTE CIVILE NEL CASO CARAMAZZA


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Di seguito, il testo dell'intervento di apertura della presidente Lembi, in apertura del Consiglio comunale odierno, sulla costituzione del Comune come parte civile in un caso di femicidio avvenuto sul nostro territorio.

"Gentili consiglieri, gentili consigliere,
desidero aprire il Consiglio comunale di Bologna informando che il Tribunale di Bologna ha ammesso la costituzione di parte civile del Comune di Bologna nel procedimento penale relativo al caso Caramazza.

Mi pare importante sottolineare l'attenzione che i mezzi di comunicazione hanno già dato nei giorni scorsi a questo caso.
Poiché si tratta della prima volta che il Comune decide di costituirsi parte civile in un caso di violenza, specificatamente in questo caso un femicidio, ed essendo stata in tal senso la richiesta del Consiglio comunale unanime, mi pare doveroso portare questa questione in Consiglio.

Ricordo che la Corte di cassazione ha riconosciuto la possibilità per gli Enti Locali di costituirsi parte civile in questo tipo di reati solo di recente, ormai da qualche anno:

“La Suprema Corte aveva già stabilito che: “La legittimazione ad agire, che è attribuita allo Stato ed agli enti minori (…) trova fondamento nella loro funzione a tutela della collettività e della comunità nel proprio ambito territoriale e degli interessi all'equilibrio ecologico, biologico e sociologico del territorio che ad essi fanno capo” (Cass. Pen. Sez. III n.22539 del 10/06/2002).”

La Suprema Corte ha inoltre precisato che “in tema di legittimazione di persone giuridiche ed enti a costituirsi parte civile (…) quando l'interesse generico e diffuso alla tutela di un bene giuridico non sia astrattamente configurato, ma si concreta in una determinata realtà storica, diventando ragion d'essere e perciò elemento costitutivo di un sodalizio, è ammissibile la sua costituzione di parte civile, sempre che dal reato sia derivata una lesione di un diritto soggettivo inerente allo scopo specifico perseguito”.

Infine, i Giudici hanno affermato che “il fenomeno della violenza contro le donne lede non solo la libertà morale e l'integrità fisica della donna, ma anche il concreto interesse del Comune di preservare il territorio da tali deteriori fenomeni, avendo lo stesso posto la tutela di quel bene giuridico come proprio obiettivo primario”.

L'ammissibilità a questo procedimento per il Comune di Bologna significa vedersi riconosciuto il proprio operato a tutela del bene primario della persona e dei suoi diritti fondamentali, sancito tanto tra i nostri scopi ideali, a partire dallo Statuto, quanto nelle pratiche e cioè nelle azioni amministrative.

Si tratta di un fatto oggettivamente nuovo, i cui effetti ancora non conosciamo del tutto, ma che avremo modo di continuare a seguire con l'attenzione che il Consiglio ha sempre voluto trasversalmente dedicare a fenomeni come il femicidio e la violenza di genere, questioni che destano allarme sociale nei nostri territori e che hanno bisogno di azioni concrete per essere affrontate".
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