Bologna, 08/02/2016

CONSIGLIO COMUNALE SOLENNE IN OCCASIONE DEL "GIORNO DEL RICORDO", L'INTERVENTO DELLA VICEPRESIDENTE MIRKA COCCONCELLI


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Si trasmette il discorso della vicepresidente del Consiglio comunale, Mirka Cocconcelli, tenuto oggi nel corso della seduta del Consiglio comunale Solenne dedicata al Giorno del Ricordo.

"Ringrazio tutti i presenti,
confesso che più e più volte ho rimaneggiato il mio intervento di inizio seduta per evutare di urtare gli animi dei più. Ringrazio soprattutto e un saluto caloroso e un abbraccio ai rappresentanti dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e i parenti di quei 350.000 esuli italiani di Pola, Fiume, Zara che tra il 1943 ed il 1956, furono costretti ad abbandonare la propria terra natale per sfuggire alle persecuzioni.

E' un dato di fatto che la cessione del nord-est del nostro paese alla Yugoslavia fu il vero prezzo politico che l'Italia pagò in seguito alla sconfitta subita nella seconda guerra mondiale e che si tradusse in una vera e propria pulizia etnica, attuata dal regime del Maresciallo Tito e mirata a sostituire il tessuto sociale, economico, militare italiano, con un altra etnia, ma non fu punita l'Italia furono puniti i cittadini giuliani, dalmati, istriani che pagarono un prezzo altissimo a questa sconfitta!

Una intera popolazione lasciò le proprie case, i propri affetti, propri paesi, indipendentemente dal ceto, dalla connotazione politica dei singoli, per cui è del tutto fuori luogo l'accusa indiscriminata fatta agli esuli di essere fuggiti dall'Istria e dalla Dalmazia perchè troppo compromessi con il fascismo e questo si evince dal DVD che ringrazio l'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che mi ha concesso e che ho guardato più e più volte. Interi episodi erano a me sconosciuti, perché è vero che io ho fatto le scuole nel jurassico, però questi episodi nei libri di storia non erano contemplati, io almeno non li sapevo, per me erano misconosciuti.
Intere famiglie sradicate come alberi dalla propria terra, persone che ebbero l'unica colpa di essersi trovate al posto sbagliato nel momento sbagliato, con l'aggravante infamante, infamante di essere definite fascisti, come testimoniato sempre in questo Dvd, e ringrazio Marino Segnan, ringrazio Oscar Gecele della Unione profughi e rimpatriati italiani che in questo DVD afferma:”Dovetti pure subire l'onta di essere tacciato come fascista, io che combattei come partigiano in Friuli e che fui costretto a scappare non perchè fascista, ma perchè italiano, come il 95% della popolazione giuliana!". Questo Dvd mi ha profondamente segnato. Ricordo che Pola, era una città operaia, la cui popolazione vide la presenza di 3.000 partigiani impegnati contro i tedeschi e il giorno di ferragosto del '46, quando migliaia di questi operai furono costretti all'esodo forzato, cantarono nell'arena romana di Pola, il coro del Nabucco, come collettivo e simbolico addio ad una città che molti di loro non avrebbero più rivisto.

Sempre in questo Dvd c'è la testimonianza di una profuga dalmata che ci racconta come il 18 febbraio 1947, la storia è dura ma bisogna saperla, il treno che trasportava gli esuli istriani, un treno proveniente da Ancona, chiamato “treno della vergogna” o offensivamente il “treno dei fascisti”, a me come bolognese ha fatto molto male questa cosa, molto, giunse alla stazione di Bologna dove la Croce Rossa aveva preparato pasti caldi, destinati agli esuli, qui il treno venne preso a sassate e fu rovesciato il latte per i bambini, per i vecchi, per gli esuli. E' prosopopea? No, sono fatti, e ringrazio il consigliere Gattuso, perché è stato il primo a illustrarmi questo fatto che io non conoscevo. Fu minacciato di bloccare con uno sciopero il principale snodo ferroviario del paese e per non provocare ulteriori incidenti, nella mia Bologna, nella mia civilissima Bologna, il treno dovette ripartire per Parma, dove finalmente la Croce Rossa italiana distribuì agli esuli le derrate alimentari provenienti da Bologna, addirittura tramite automezzi dell'esercito, perchè nessun autotrasportatore le voleva trasportare.

Questi fatti ci dimostrano che per molto tempo la memoria degli esuli e infoibati giuliani, istriani e dalmati è stata negata dalla madrepatria e questo ha bruciato ancor di più ai sopravvissuti, come raccontato dalle numerose testimonianze e questo ci insegna come l'Italia in quel contesto non fu madrepatria ma fu matrigna!

Lo storico Runici asserisce che gli infoibati siano stati non meno di 6.000 e non più di 12.000 ed alla luce di questi dati mi meraviglio come, a tutt'oggi, ci sia chi minimizzi quanto accaduto nel nord -est. Però il tempo è galantuomo ed ecco quindi che si è cercato di rimarginare le ferite istituendo il 10 febbraio come Giornata del Ricordo, e finalmente, e ringrazio che ci sia questa giornata. E' stata una riconciliazione con la storia, è un atto dovuto, dopo che il nostro Paese ha misconosciuto una serie sia di massacri civili sia di massacri militari, perchè bisogna ricordarsi anche dei militari, dei carabinieri, perpetratisi in quei territori. Il paradosso è che ancora oggi taluni, faticano a chiedere scusa ai parenti di coloro che furono perseguitati, infoibati, cacciati dalle loro case e dalle loro terre non perchè fascisti, ma perchè italiani, perché italiani.

Una storia fatta di sacrifici, eroismi, orrori, perché ci son stati gli orrori, come in tutte le guerre. Pensate che furono profanati persino i sepolcri, disseppellite le bare dai cimiteri dalmato-istriani, proprio per cancellare la memoria del passaggio di un popolo, quello italiano, come testimoniato da diversi esuli di Pola.

Storie che sono state dimenticate per tantissimi, troppi anni, ma i conti,con la storia,prima o poi bisogna farli e, come afferma l'esule Miriam Andreatini Sfilli :”Nessuno può capire il grande dolore delle persone che non vanno via per scelta, ma vengono strappate dalle proprie radici e non riescono a mettere radici in nessun altro posto!”. Io non mi permetto di giudicare, ma dato che la storia viene tramandata solitamente dai vincitori, questo processo di snazionalizzazione subito da quei territori, non è stato analizzato acriticamente ed è stato pressocchè taciuto dai libri di storia, io questi fatti non li conoscevo, e dire che ho una certa età.

Mi permetto di fare una esortazione soprattutto agli studenti, a voi ragazzi presenti in aula, anche se comprendo che i pistolotti istituzional-politici annoino sempre, perchè appaiono come sterili parole senza un costrutto, però da questa aula e nella mia posizione di vicepresidente mi preme spronarvi ad ascoltare i vostri professori di storia, ma particolarmente gli storici dei vari paesi, perchè essi ci insegnano ad evitare di riproporre gli stessi errori, perchè conoscere la storia significa conoscere noi stessi, le nostre radici, perchè chi non conosce la storia è condannato a ripeterla, perchè una generazione che non conosce la storia non ha né passato, nè può avere un futuro. Vedete ragazzi, io mi sono sempre chiesta perchè i diversi paesi d'Europa non si siano mai scambiati i propri libri di storia, giusto per vedere che cosa scrivono gli altri popoli della medesime vicende.
Ragazzi, avrete sicuramente studiato due personaggi estremamente bistrattati della tradizione storiografica che è sempre stata a loro ostile e che , al contrario, a me hanno sempre enormemente affascinato: Catilina ed Attila.
Sono convinta che Catilina e Attila siano stati, senza dubbio i personaggi più calunniati, passati alla storia uno, Catilina come traditore dello stato Romano, anche se aveva in animo delle ragionevoli riforme politico-sociali e l'altro Attila, come “barbaro”, incivile e “flagello di Dio”. Ma io vi sprono a non essere superficiali, analizzate le diverse fonti, andate a fondo e vedrete che Catilina non fu poi così traditore e che i Romani, soprattutto durante la decadenza dell'Impero, non furono meno “barbari” e meno “flagelli di Dio” degli Unni e di un certo Attila! Aggiungiamoci che tutti gli storici dell’epoca, o quasi, erano Romani, infatti conoscete uno storico unno? In aggiunta vi dico che a Budapest, in piazza degli eroi, c'è un monumento ad Arpad, principe fondatore della stirpe Magiara e discendente diretto di Attila. Quindi, dal popolo italico, Attila è condannato, mentre dall'altra parte delle Alpi è ammirato! Questo per ribadire che la storia spesso è scritta dai vincitori o da chi detiene il potere e purtroppo, a volte, vengono sottaciuti avvenimenti spiacevoli, o non vengono raccontati con lucidità e scevri da coinvolgimenti ideologici. Ragazzi, cercate sempre la verità, non una verità, anche se la verità spesso può essere scomoda!
Riallacciandomi ai fatti istriani è importante sottolineare che quel silenzio su fatti così gravi, è stato non solo ingiusto dal punto di vista storico, ma soprattutto umano, perchè se è vero che l'olocausto degli ebrei ha una sua valenza e specificità, però è altrettanto vero che anche la “pulizia etnica” subita da istriani, giuliani e dalmati deve avere la medesima connotazione ed unanime condanna da parte della storia e della opinione pubblica.

Chiudo con una frase del filosofo tedesco Georg Wilhelm Fridrich Hegel: 'Quando consideriamo la storia come un mattatoio, in cui sono state condotte al sacrificio la fortuna dei popoli, la sapienza degli Stati e la virtù degli individui, il pensiero giunge di necessità anche a chiedersi ma a vantaggio di chi e di quale finalità ultima, siano stati compiuti così enormi sacrifici umani'. Grazie per avermi ascoltato".

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