Bologna, 29/05/2015
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"Signor Sindaco, signori Consiglieri, signore Consigliere, Autorità civili e militari tutte, saluto i e le Parlamentari, cara Federica, il Consiglio comunale di Bologna oggi, insieme con la Giunta è riunito per ricordare Maurizio Cevenini nel terzo anniversario della scomparsa. Abbiamo voluto continuare a farlo, come ogni anno. Ed è naturale che sia così, avendo Maurizio trascorso in questo luogo buona parte della sua esperienza amministrativa: dal '95 al '99 come vice capogruppo del Gruppo Due Torri per Bologna; dal '99 al 2004 come Vicepresidente del Consiglio comunale; dal 2009 al 2010 Presidente del Consiglio comunale; poi nuovamente Consigliere in questo mandato. Veniva da un'esperienza solida, maturata sul territorio: dal 1980 all'85 Consigliere al Quartiere Colli, Assessore e Capogruppo a San Lazzaro di Savena nel mandato '90/'95, Presidente del Consiglio provinciale dal 2004 al 2009 e ancora eletto Consigliere regionale, 'Mister preferenze' fu detto, con più di 19.000 preferenze, nel 2010. Tengo molto a sottolineare questo lungo impegno, a testimonianza di un legame speciale con Bologna, di un'esperienza per nulla improvvisata, cresciuta, in quelle che, almeno per me sono questioni centrali nella democrazia: la partecipazione e la rappresentanza. Sono questioni centrali nella democrazia. Partecipare significa prendere parte, far parte, cioè essere, trovarsi, intervenire insieme con altri a qualche cosa. Rappresentare significa rendere presente valori e opinioni. Maurizio aveva trovato un suo modo per essere parte di questa città e rappresentarla, un modo originale e personale al tempo stesso: aveva scelto di stare nel suo partito, valorizzando una pratica che andrebbe riscoperta, che non si chiama affatto fedeltà, ma disciplina e cioè rispetto al gruppo di cui scegli di far parte; e, insieme con questo, aveva attuato quello che di meglio è esistito nella tradizione politica di questa città, non fare distinzioni, semmai possano esistere, tra politica alta o bassa, tra tattica e strategia, tra ceti mondi diversi. Maurizio lo potevi incontrare alle sagre, alle sue amate Feste de L'Unità, nei dibattiti pubblici, nei centri sociali, al Dall'Ara, di cui era unanimemente riconosciuto come Sindaco dello Stadio, e in molte e differenti altre occasioni. E' stato definito Mister matrimoni e non rinunciava, al termine delle cerimonie, dopo il tanto atteso si, ad accompagnare gli sposi e gli invitati in Consiglio comunale, credo, non solo perché questa è una sala prestigiosa, dal punto di vista storico e artistico, ma perché questo è il luogo in cui è rappresentata e quindi presente la città tutta. Faceva accomodare gli invitati nei banchi del Consiglio e della Giunta, facendogli però presente quanto potessero essere seggi scomodi se occupati da forze politiche diverse dall'orientamento di chi, momentaneamente, ne occupava il posto. La cosa che più destava simpatia era il momento in cui, dopo aver fatto sedere la sposa nello scranno del Sindaco e lo sposo in quello del Vicesindaco, affermava che quelle sarebbero state le reali condizioni di potere nella coppia durante il matrimonio. Perdonatemi se ho insistito con alcuni esempi che possono apparentemente sembrare lievi; quello che in fondo voglio dire, come non ho mai rinunciato a ribadire in questi anni, è che Maurizio ha saputo con gesti semplici e autentici, che coglievano lo spirito del tempo, favorire quella politica che è fatta di forte vicinanza con le persone, capace di includere e di unire. La politica, quindi, al centro del suo agire, partecipata in mille modi e forme diverse, in cui gli fu riconosciuta anche la capacità di rappresentare un mondo più ampio del suo partito di provenienza. Lui stesso affermò: 'io dialogavo con il campo avverso e questa è una mia teoria da sempre. Credo che i voti si possano conquistare solo così: andando a parlare con gli altri'. Ecco quindi il motivo dell'invito a relatori come Pier Ferdinando Casini e Pier Luigi Bersani a cui oggi abbiamo chiesto di ricordare Maurizio Cevenini. Il senatore Pier Ferdinando Casini fu richiamato anche in questa Aula quando, nel discorso di insediamento del Consiglio comunale, il 13 luglio del 2009, da Presidente neo eletto Cevenini ebbe a dire: 'un concittadino molto più importante di me, in occasione della elezione significativa di Presidente alla Camera, fece riferimento alla Madonna di San Luca. Volo molto più basso e ringrazio simbolicamente mia figlia'. Dell'onorevole Pier Luigi Bersani, a cui , dopo la Vicepresidente, darò subito la parola, erano note la stima e l'affetto reciproco. Entrambi desidero ringraziarli per aver accettato il nostro invito a prendere parte a questa cerimonia. Tengo molto inoltre, a nome del Consiglio comunale, riservare un saluto affettuoso anche ad Andrea, nipote di Maurizio, figlio di Gabriele con il cui papà, in modo particolare negli ultimi anni, ogni occasione di incontro era preziosa per individuare sempre nuovi modi per ricordare Maurizio. Ad Andrea e a Tamara, la sua storica segretaria che saluto con affetto, va certo riconosciuto di avere saputo continuare a 'fare cose alla Cev', come amavano ripetere nel suo staff quando non sapevano come organizzare un evento. 'Fare cose alla Cev' significava fare spazio alla spontaneità, alla semplicità e ancora sapere stare in mezzo alla gente. Ecco, dovevo semplicemente e brevemente aprire questa seduta e invece prendono sempre spazio molti ricordi. Quello che in fondo volevo dire, è che il Consiglio comunale di Bologna ha scelto anche quest'anno di ricordare Maurizio, non con un gesto privato, che sicuramente ognuno di noi ha compiuto, ma con un fatto pubblico per ricordare, prima di tutto a noi stessi, che abbiamo bisogno di politica che non rinunci mai ad essere fatta in mezzo alla gente e che sia rispettosa, come lui amava ripetere 'priva di offese e di parole gridate'. Maurizio invitava sempre, citando Edmondo Berselli, che conosceva bene questa città, a guardare al futuro con intelligenza e umanità. A lungo, perché ormai sono tre anni, abbiamo fatto i conti con la enorme tristezza della perdita. Il mio augurio è che sempre più prenda spazio il considerare l'enorme fortuna che abbiamo avuto ad incontrarlo".
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