Bologna, 20/02/2015

CONSIGLIO COMUNALE, SEDUTA SOLENNE DEDICATA ALLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA. L'INTERVENTO DELLA VICEPRESIDENTE PAOLA FRANCESCA SCARANO


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Si trasmette il discorso della Vicepresidente del Consiglio comunale, Paola Francesca Scarano, tenuto oggi nel corso della seduta del Consiglio comunale solenne dedicata alla Giornata internazionale della donna.

"Un saluto a tutte le autorità presenti e un ringraziamento sentito alla signora Kennedy.
'La libertà ha molte difficoltà e la democrazia non è perfetta; ma noi non abbiamo mai dovuto erigere un muro per chiudervi dentro la nostra gente ed impedirle di lasciarci'.
Queste sono alcune parole che John Kennedy disse a Berlino in un momento assai delicato sui rapporti tra le maggiori potenze geo politiche di allora e soprattutto quando nasceva in Occidente un importante movimento di massa che aveva una particolare attenzione verso i diritti umani e condannava fortemente i luoghi del mondo dove tali diritti venivano negati.

Proprio partendo da questo passaggio del Presidente Kennedy vorrei ricordare che, se la democrazia non è perfetta, essa è comunque lo strumento più efficace affinché non venga costruito un nuovo muro, una nuova divisione che potrebbe riguardare e riguarda anche il mondo femminile.

Anche noi, quindi, quando parliamo di donna, della sua dignità e della sua azione nella società, non possiamo non confrontarci con tale
pericolo, con il rischio di rinchiuderla dietro un muro ideologico culturale ancora più difficile da abbattere di un muro di cemento. E gli esempi li possiamo riscontrare a tutti i livelli, lavorativo, economico, sociale, che vedono la donna ancora oggi penalizzata a causa di alcune sue peculiarità come, ad esempio, la maternità.

Ma il vero problema è culturale.
Oggi, infatti, non viene forse chiesto alla civiltà occidentale di riappropriarsi dei valori della libertà e di tutti i diritti umani conquistati nella storia con grande sacrificio? Su questo punto occorre fare molta attenzione: i diritti umani sono la base sociale e civile di una democrazia ed il loro indebolimento la rende fragile.
Proprio per questo colgo l'importanza della libertà senza la quale non viene tutelata la dignità di ogni persona.
Riappropriarsi di questo conquistato percorso occidentale sui diritti umani e la dignità della persona diviene oggi ancor più necessario per inculcare la coscienza della libertà in tutti coloro che giungono nelle nostre comunità da paesi nei quali non si è compiuto questo nostro passaggio umano e culturale.

E' questa la sfida che vede protagoniste attive le donne. Le battaglie intraprese con passione e dedizione dalle donne ricordate nella
mostra, basti pensare ad Aung San Suu Kyi, che è stata anche qui in quest'Aula, premio Nobel per la pace, una delle figure politiche di maggior rilievo in Birmania, che ha dedicato la propria vita alla difesa dei diritti umani, ci dimostrano che tali diritti sono indispensabili per far crescere la comunità e tutelare la libertà della donna, condannando ogni forma di sopraffazione. Non è un discorso ideologico e nemmeno di circostanza ma un cammino per consentire una vita dignitosa a tante persone alle quali la stessa veniva negata.

Oggi la testimonianza di queste donne e la mostra che ne consegue, sono un importante momento della città, che non deve rimanere all'interno dello spazio istituzionale comunale, ma sostenere noi tutti nel riconoscere che la donna è una risorsa quotidiana in tutte le realtà della società.
Ieri ho appreso con piacere il percorso che la signora Kennedy sta facendo anche nel nostro territorio con le scolaresche di Bologna e della provincia. Penso che sia un passaggio fondamentale, di grande rielvanza da continuare e incrementare.

A mio avviso, tante sono le donne che avrebbero il diritto di apparire raffigurate in questa mostra, e questa è una fortuna, perché vuol dire che tante sono le donne che sono state, e ancora sono esempio di coraggio, di perseveranza, di dedizione e di lotta. Potrei citarne alcune tra le tante, faccio due nomi, di due donne diverse, che vengono da Paesi diversi, da estrazioni sociali e culturali diverse, ma entrambe hanno rischiato molto nella lotta per i diritti umani: Oriana Fallaci, combattente come giornalista, impegnata, che ha rischiato la vita, che è sempre andata di persona nei luoghi dove i diritti umani venivano negati, per denunciare, provare a capire, documentare e combattere quelle realtà culturali che non permettono l'esprimersi del mondo femminili e lo soffocano con posizioni non tollerabili. La seconda, Asia Bibi, combattente e vittima, attualmente in carcere con la condanna di blasfemia nonostante non ci siano prove contro di lei. Asia è il simbolo della lotta per la libertà di fede e rappresenta tutte quelle donne uccise, rapite, violentate, vendute, in Pakistan, in Siria, in tutti quei paesi, solo per il fatto di essere donne cristiane.
Come vedete, anche oggi, nel 2015, specie in alcune zone del mondo, le donne patiscono ancora soprusi spietati.
I diritti umani, partendo dalla libertà di espressione, di movimento, il poter andare da uno stato all'altro, di opinione, di religione, sono valori intangibili, da considerarsi non solo come frutto di una cultura occidentale ma, come dice la parola umani, valevoli per tutte le donne e per tutti gli uomini del mondo.
Aggiungo al mio breve intervento una considerazione maturata dopo aver osservato e ascoltato la signora Kennedy ieri in conferenza stampa e durante l'incontro cittadino alla presenza di tante donne che in questa città stanno facendo molto su queste tematiche. Per questo ringrazio molto la Presidente Lembi e chi si è prodigato per l'organizzazione delle iniziative.
Sono stata fortemente colpita dalla estrema spontaneità e dolcezza della signora Kennedy, dai suoi modi mai rigidi, sempre molto garbati, mai formali né stereotipati, ma guidati da questo sorriso sincero, da questo cuore aperto. Penso che questo sia uno degli aspetti vincenti del suo pensiero e sia una delle grandi garanzie che il percorso ch elei ha intrapreso sarà sicuramente un percorso di successo, che per fortuna è passato anche da Bologna, ha coinvolto le istituzioni, le scuole e mi auguro che attraverso tutti noi coinvolga la società civile intera.

Ho aperto con alcune parole di John Kennedy e così anche concludo: la libertà è indivisibile e quando un uomo è in schiavitù nessun altro è libero".
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