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Bologna, 05/03/2012
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"Ho chiesto di intervenire per commentare un articolo apparso la settimana scorsa sulla pagina locale di Repubblica riguardante il numero di ivg eseguite a Bologna ; si tratta infatti di come trarre conclusioni errate da numeri che pure sono corretti. Il titolo recita “Regione ,aborti in aumento dove c’è la pillola “ da cui si potrebbe interpretare che l’uso della pillola ru provoca un aumento del ricorso alla interruzione di gravidanza, sopratutto all’Ospedale Maggiore di Bologna. I numeri però che, come ho detto sono corretti, vanno interpretati : il Maggiore è uno dei pochi centri della Regione e dell’Italia centro -settentrionale, che usa il metodo farmacologico; infatti il 35% delle pazienti che usa questo metodo viene da altre province e da fuori regione. Inoltre c’è un accordo tra i due maggiori ospedali di Bologna ,per il quale è il Maggiore che si occupa dell’aborto farmacologico . Per questo i consultori, che gestiscono il percorso ivg ,se una donna che chiede l’interruzione ha un’epoca di gestazione uguale o inferiore a 7 settimane illustrano la possibilità dell’uso della pillola ru e se la donna accetta viene indirizzata all’ospedale Maggiore . Ecco perchè il numero degli aborti farmacologici risulta aumentato al Maggiore : in realtà se guardiamo i dati globali della Regione e del Paese gli aborti sono calati del 1,7% in Italia e del 1% circa in Regione. Oltretutto i dati riportati si riferiscono al 2010 . Nel 2011 i dati ovviamente riferiti solo al Maggiore parlano di andamento in calo del numero totale degli aborti (da 1237 a 1141),mentre restano sostanzialmente stabili le interruzioni farmacologiche ( da 318 a 333 ).Come ho cercato di dire i numeri possono essere interpretati in maniera diversa se sono estrapolati da un contesto più generale".
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