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Bologna, 16/01/2015
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Domanda della consigliera Cocconcelli "La Cafi Compagnia Agricola finanziaria e Immobiliare è una Società che collabora con il Comune per migliorare i terreni della località " La Pioppa", attraverso operazioni pulizia. Questi terreni risultano abusivamente occupati e utilizzati per praticare il meretricio. In un articolo di stampa la Cafi chiede al Comune un uso maggiormente flessibile dei diritti insiti nell'area in questione. Si chiede quindi il parere del Signor Sindaco e della Giunta al riguardo dato che la Cafi, come da articolo di stampa, aspetta un segnale dalle Istituzioni. Si chiede quindi come si intenda procedere nel merito". La risposta dell'assessore Gabellini "Cerco di darle gli elementi, rispetto alla domanda che ha posto, più precisi possibile. La società CAFI è proprietaria di un complesso di aree di superficie pari a circa 77 ettari che sono comprese tra via A. De Gasperi a nord, via L. Ariosto a ovest, via A. Cavalieri Ducati a sud fino al confine con le aree del Centro Pallavicini e del fondo Spirito Santo; a nord-ovest le aree si estendono fino alla svincolo del sistema autostrada-tangenziale, quindi un'area estremamente estesa nella quale si trovano alcuni vecchi casolari. L'Amministrazione comunale, e nello specifico l'assessorato alle Politiche per la Sicurezza, ha da tempo avviato un progetto, che non riguarda solo quest'area ma che include anche quest'area attraverso il quale ci si è proposto di recuperare una situazione degradata che riguarda alcune aree soggette e oggetto di condotte riconducibili a occupazioni abusive e consumo di rapporti a pagamento con le prostitute presenti nella zona più propriamente riconosciuta territorialmente come "la pioppa". Proprio per fare questa operazione che ha anche degli elementi innovativi dei quali parlerà poi l'assessorato competente con il quale mi sono interfacciata più volte, ha condiviso con le proprietà interessate direttamente dai fenomeni sopra descritti alcune operazioni tese a fronteggiare le criticità presenti e questo è stato fatto anche con CAFI, quindi confermo e specifico che cosa ha voluto dire questa collaborazione. La C.A.F.I ha subito, nel corso degli anni, numerose occupazioni abusive da parte di senza fissa dimora; in collaborazione con l'Amministrazione ha portato avanti alcuni interventi di pulizia. Nell'ottobre dell'anno scorso, anche su informazione dello stesso assessorato alla Sicurezza, ha sporto querela presso la locale Stazione Carabinieri di Borgo Panigale per invasione di terreni ed edifici, denunciando la violazione degli accessi dei due casolari e di una vecchia stalla/fienile, con conseguente introduzione di persone non autorizzate che occupano in modo stanziale le strutture presenti sulla via Marco Emilio Lepido e all'interno della vasta area verde che arriva fino ai lati di Villa Pallavicini. Il Reparto PM Reno Borgo monitora con continuità l'area denominata La Pioppa, l'ultimo intervento è stato effettuato il 9 di gennaio in collaborazione con i Carabinieri nel quale gli operatori del Reparto hanno coadiuvato i colleghi dell'Arma nelle attività di sgombero e sono stati liberati più edifici occupati abusivamente e denunciate all'Autorità giudiziaria numerose persone; non erano presenti minori. Ovviamente la Polizia Municipale continuerà a collaborare con le altre forze dell'ordine per il presidio dell'area in oggetto. A conoscenza dell’Amministrazione, specifico che non risultano esserci attività di prostituzione all'interno delle strutture, forse è un dettaglio ma mi sembra opportuno in questa occasione di informazione dire questo. E qui veniamo al secondo punto che viene riferito nell'articolo. Per dare soluzione al problema è stato avviato sempre all'interno di questa iniziativa di coordinamento e di prospettiva è stato avviato un confronto tra il tecnico del CAFI e quelli del Settore Piani e progetti urbanistici, a partire da un incontro che è avvenuto alla mia presenza nel quale è stata avanzata un'ipotesi di riqualificazione dell’area, con un intervento di ricostruzione in diversa posizione di volumi esistenti, quei casolari di cui dicevo prima, e di altri non più presenti (la villa Fontanelli Sampieri). Quindi è stata fatta da loro una proposta di valorizzazione allo scopo di poter sostenere i costi e, a loro modo di vedere, una riqualificazione dell'area. Quell'aspetto che nell'articolo fa evidentemente riferimento a una richiesta di flessibilità, informo su dove stanno le difficoltà e queste sono le difficoltà insorte. Il PSC classifica le aree come Ambito agricolo di rilievo paesaggistico del Territorio rurale, il meglio che noi abbiamo, le aree più importanti del paesaggio rurale bolognese. Nell'area della proprietà, come già detto, sono presenti diversi fabbricati, alcuni dei quali individuati “di interesse documentale” dal vigente Rue. CAFI ha proposto il recupero dei volumi, pari a circa 13.600 mc, ricostruiti però in altra posizione rispetto a quella attuale, in prossimità di via Ariosto e in adiacenza all'area su cui un tempo sorgeva villa Fontanelli-Sampieri, di cui è stato ipotizzato il ripristino, ripristino di una cosa che non c'è, così da creare un fronte di tipo urbano, cioé si spostano i volumi da dove sono, si demoliscono e si allineano sulla via Ariosto assieme alla villa ricostruita. La proposta incontra 2 tipi di problemi: il primo, la delocalizzazione di volumi che pertengono a edifici di interesse documentale per i quali è possibile anche la demolizione e ricostruzione qualora siano collabenti, ma sull’area di sedime e il secondo regole tese a mantenere la riconoscibilità dell’oggetto, di valore documentale appunto. Il secondo tipo di problema è la ricostruzione di un edificio, la villa, della cui esistenza non esistono tracce utili a provarne la “preesistente consistenza”, ovvero la consistenza dell’edificio legittimamente realizzato e presente sulla Carta Tecnica di riferimento del PSC adottato 16 luglio 2007, dove non c'è l'edificio, ma, qualora ci fosse, la seconda condizione è che sia possibile accertare la preesistente sagoma planivolumetrica, così da sapere qual è il volume attraverso titoli edilizi, planimetrie catastali o voli aerei. Queste le due difficoltà per cui la società CAFI è stata invitata a proporre una rigenerazione complessiva dell'area in considerazione della specifica vocazione agricola, in un'ottica di riqualificazione degli edifici esistenti anche sotto il profilo energetico e sismico certamente, ma tenendo conto delle loro caratteristiche di testimonianza documentale, modificando, evidentemente, l’ipotesi iniziale e osservando le regole vigenti. Al momento il confronto è fermo a questo punto, in quanto l’intervento non è possibile a regole date e CAFI ritiene che la loro proposta sia la sola sostenibile dal punto di vista economico-finanziario. Siamo a questo punto".
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