Bologna, 14/11/2014

ARCHIGINNASIO, SABATO 15 NOVEMBRE CONVEGNO IN OCCASIONE DELL'INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA "LA FERROVIA PORRETTANA: LA STORIA E IL FUTURO"


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Sabato 15 novembre alle 12, alla Biblioteca dell’Archiginnasio, in Piazza Galvani 1, inaugura la mostra "La ferrovia Porrettana: la storia e il futuro, in occasione del 150° anniversario dell'inaugurazione(1864 – 2014)”, l'inagurazione sarà preceduta alle 9.30, da un convegno incentrato sullo stesso tema, al quale, dopo i saluti del direttore dell'Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna Pierangelo Bellettini, interverranno:

Armando Antonelli che esporrà sul tema "Una città per gli archivi"
Anna Manfron,che esporrà su " Fondi archivistici in biblioteca: il caso del fondo Jean Louis Protche della Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna"
Federica Collorafi, che esporrà su "Jean Louis Protche, la carriera di ingegnere"
Renzo Zagnoni - Andrea Ottanelli, esposizione incentrata su "Nuovi documenti sulla progettazione e costruzione della ferrovia Porrettana"
Paola Foschi, esporrà su "Sui binari della ferrovia passo passo da Bologna a Pistoia: appunti su una mostra"

La mostra “La progettazione e la costruzione della ferrovia Porrettana nei documenti dell’Archiginnasio ”, Biblioteca Archiginnasio, Ambulacro dei Legisti.
Esposizione a cura di: Aniceto Antilopi, Paola Foschi, Andrea Ottanelli e Renzo Zagnoni.
La Biblioteca dell’Archiginnasio, in collaborazione con il Gruppo di Studi Alta Valle del Reno, attraverso l'esposizione di disegni, libri e fotografie provenienti in gran parte dall’archivio del suo progettista Jean Louis Protche (1818-1886), propone una riflessione sulla storia e l’importanza di questa ferrovia nel centocinquantesimo anniversario della sua apertura, avvenuta il 2 novembre 1864.
La Porrettana rappresentò l’asse portante delle comunicazioni nord-sud d’Italia e d’Europa ed è oggi un’infrastruttura indispensabile per la vita stessa delle comunità della montagna tosco-bolognese.
Il primo progetto fu proposto nel 1845 dai fratelli Pietro e Tommaso Cini di San Marcello Pistoiese, imprenditori illuminati della montagna, ed ebbe fra i sostenitori anche Camillo Benso, conte di Cavour, che il 1° maggio 1846, scrivendo su di una rivista francese, affermò che fra le possibili linee da costruire in Italia «ce n'è una soprattutto che non esitiamo a definire d'importanza commerciale e politica di primo piano, cioè la via ferrata Firenze-Bologna». Fu però necessario attendere l’elezione di papa Pio IX al soglio pontificio per vedere la possibilità della sua realizzazione. Col nuovo papa il governo austriaco avviò contatti diplomatici che permisero nel 1851 di firmare la convenzione di Roma, sottoscritta anche dai ducati di Parma e Piacenza e di Modena e dal granducato di Toscana, che prevedeva la realizzazione della Ferrovia Centrale Italiana, i cui due più importanti rami furono la Piacenza-Bologna, aperta nell’estate del 1859, e la Bologna-Pistoia.
Dal 1856 al 1859 fu costruita la Piacenza-Bologna, che fu lasciata in eredità al nascente Regno d’Italia dai cinque Stati firmatari delle convenzioni del 1851 e del 1856. Il suo prolungamento in Toscana era già progettato, ma i lavori erano solo parzialmente iniziati. Il progetto dell’intera linea fu realizzato, mettendo in campo grandissime capacità tecniche, dal francese Jean Louis Protche (1818-1886) e da un gruppo ingegneri francesi e italiani, che proposero soluzioni innovative, come quella delle gallerie elicoidali, tanto importanti che trovarono in seguito applicazioni nelle linee transalpine.
La strada ferrata transappenninica venne inaugurata fino a Vergato nel 1862, fino a Pracchia nel 1863 con la partecipazione di Vittorio Emanuele II, da soli due anni re d’Italia, e nel 1864 fino a Pistoia: il 9 settembre di quell’anno era caduto l’ultimo diaframma della grande galleria dell’Appennino e solo due mesi dopo, il 2 novembre, la ferrovia veniva inaugurata.
Le tre gallerie più lunghe risultarono quelle dell’Appennino (m. 2725), di Pian di Casale (m. 2621) e del Signorino (m. 1753). I viadotti più imponenti furono costruiti con tre ordini di arcate nella valle dell’Ombrone Pistoiese, al modo degli antichi acquedotti romani. Il più alto risultò quello di Fabbricaccia, che misurava 53,50 metri, seguito da quello di Fabbrica (48 metri) e da quello di Piteccio (47 metri). Il più lungo fu quello di Piteccio (183 metri), seguito da quello di Fabbrica (171 metri) e di Fabbricaccia (148 metri). I viadotti di Sammommè e del Grazzini, oggi definito delle Svolte, vennero invece realizzati ad archi semplici. Numerosissimi i ponti sul Reno, sia nel tratto Sasso-Venturina, ma molti di più fra quest’ultima località e Pracchia.
La mostra bolognese è stata resa possibile grazie all'inventariazione scientifica dell’archivio Jean Luois Protche dell’Archiginnasio, realizzato nell’ambito del progetto “Una città per gli archivi” finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
La mostra di Bologna viene inaugurata in concomitanza con un’analoga esposizione allestita nella Biblioteca Comunale Forteguerriana di Pistoia, e gran parte dei materiali esposti verranno illustrati nel volume La progettazione e la costruzione della ferrovia Porrettana (1845-1864), di prossima pubblicazione.

Apertura: 15 novembre 2014 – 15 gennaio 2015
Orari: lunedì – sabato: 9-19; domenica: 10-14; Ingresso libero
Info: www.bibliotechebologna.it/eventi/51430/date/2014-11-15/date_from/2014-11-15/id/77888



Promozione e comunicazione delle attività culturali
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