Bologna, 25/03/2013

CONSIGLIO COMUNALE SOLENNE PER LA 50^ EDIZIONE DELLA FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI, L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE LEMBI.


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Si trasmette il testo dell'intervento tenuto dalla presidente Simona Lembi, in apertura della seduta solenne del Consiglio comunale dedicato alla 50^ edizione della Fiera del libro per ragazzi in cui viene conferita la cittadinanza onoraria a Bianca Pitzorno e Klaus Flugge.


"Signor Sindaco, Signora Ministro, componenti di giunta, gentili consiglieri, gentili consigliere, presidente della fiera, autorità tutte, gentili ospiti,
è per me un grandissimo onore aprire questa seduta solenne del Consiglio comunale di Bologna convocata per celebrare la 50^ edizione della Fiera del libro per ragazzi.
Per questa ragione, vorrei aprire questa seduta dando voce a ciò che tutti noi pensiamo e cioè che questa non è un'iniziativa dovuta, ma piuttosto scelta per ricordare che la fiera del libro per ragazzi, non è un evento distante dall'amministrazione, ma un'iniziativa legata alla volontà politica di chi amministra la cosa comune, il bene pubblico.
Si svolgono molte fiere a Bologna - la nostra città è seconda per numero di eventi fieristici in Italia - e noi amministratori siamo chiamati ad affrontare questioni di particolare rilevanza per la città, questioni che non sempre coincidono con i confini di Bologna, e che dimostrano come Bologna sia davvero una città aperta al mondo, ed è con questo che vuole confrontarsi.
Ma poche volte accade che, in un'unica giornata, si possano celebrare insieme le ragioni di un'iniziativa economica, con quelle di un'iniziativa culturale, insieme con un evento che ha a che fare con la vita dei più piccoli abitanti delle nostre città.
Ci sono città che sono più forti di noi nelle iniziative economiche.
Se si evoca la parola "cultura" ci sono ambiti urbani che vanno più di moda.
E probabilmente se diciamo "bambini" ci vengono subito in mente altre città.
Ma in nessun altro luogo d'Italia si sono intrecciate e rafforzate queste tre vocazioni come a Bologna: la tradizione del sapere, legata alla fondazione dell'Università, una storia lunga, che arriva nel 1988 ad istituire una nuova cattedra, affidata ad Antonio Faeti: quella di "letteratura per l'infanzia" oggi ben riposta nelle mani e nella mente della Professoressa Beseghi. L'istituzione di quella cattedra ha significato riconoscere quindi ai linguaggi e ai racconti rivolti ai più piccoli la forza di una vera disciplina, non una letteratura di serie B, ma un linguaggio particolare, fatto di segni, che sono parole o illustrazioni da studiare ed insegnare.
Ma, attenzione, qui, nella nostra città, teniamo molto al fatto che il sapere non sia di pochi e per pochi, ma sapere diffuso. Qui, nel secondo dopoguerra, una volta terminata la ricostruzione materiale delle città, di ponti, strade, case, gli amministratori decidono di occuparsi di infrastrutture culturali. Definiscono così le biblioteche: "infrastrutture", necessarie alle persone al pari delle strade o dei ponti. E nel 1958, prima che l'università diventasse di massa, l'amministrazione provinciale decide che ogni comune avrebbe dovuto averne una: una sede adeguata, una dotazione libraria adeguata e personale specificatamente formato per custodirne, promuoverne e valorizzarne il patrimonio. Nasce allora il Consorzio di pubblica lettura, e oggi, chiunque entri in una biblioteca pubblica, sa che da qualche parte ci sono scaffali più bassi degli altri, tappetini, libri con cui si può fare il bagno e che si possono smangiucchiare.
A Bologna ci sono biblioteche in cui le firme, ma tutte le firme, di chi prende in prestito un libro - è cioè il segno di un patto tra i singoli cittadini e la comunità in cui abitano - sono linee, tondi, onde, fiori e scarabocchi.
Mi scuso per essermi dilungata. Io volevo solo dire che qui il sapere è ricchezza, che qui il sapere è diffuso e che diventa, rapidamente - questa è la seconda vocazione - cultura pedagogica. Ecco che nel 1969, e la Svezia c'entra - diremo perché - due anni in anticipo rispetto alla prima, purtroppo disattesa, legge nazionale sugli asili nido, nasce il primo asilo nido della città, il Patini, ancora funzionante.
La terza vocazione è data dalla nostra capacità, storica, riconosciuta nel bel testo di Tito Menzani, una delle introduzioni al bel volume che ricostruisce questi 50 anni di fiera del libro per ragazzi, di fare commercio, da qui l'attenzione alle fiere. E a noi sembra oggi, in questa giornata, di poter tirare un filo, lo stesso, che ci vede fiorente centro commerciale e produttivo durante il Medioevo, capitale della seta nel 600 - e cioè capaci di competenze tecniche necessarie per produrla - bacino manifatturiero nel dopoguerra, packaging valley oggi.
Il Consiglio comunale della città ha voluto celebrare queste vocazioni e questo anniversario, rendendo bolognesi Klaus Flugge e Bianca Pitzorno.
Klaus Flugge è fondatore di Andersen Press, la grande casa editrice, che ha avuto il coraggio di pubblicare solo testi rivolti ai bambini e alle bambine. Ho avuto l'onore, pochi anni fa, di conoscere personalmente David Mc Kee, uno degli autori più pubblicati da Andersen Press, anche lui venuto a Bologna, grazie all'invito delle Giannino Stoppani. Sappiamo bene che il suo elefantino Elmer è entrato nei cuori e nelle menti di molti bambini di diverse generazioni. Klaus Flugge lo ha pubblicato ed oggi l'elefantino colorato entra anche in un'aula della politica e delle istituzioni. Ha insegnato a tanti bambini a non aver paura delle differenze, anzi, a considerarle caratteristiche speciali, che li rendono unici. Sempre.
Nel breve scritto pubblicato nel volume che ho richiamato prima, Klaus Flugge afferma "questa è la mia 50^ edizione della Fiera del libro per ragazzi" e così ci ricorda quanto il suo lavoro - e cioè incontrare lettori, illustratrici, scrittori , lettrici - sia intrecciato con l'esperienza bolognese.
Bianca Pitzorno è l'autrice italiana di libri per ragazzi più conosciuta e apprezzata al mondo, non solo in Italia, quella che decostruisce e ricostruisce il linguaggio in modo dissacrante - penso a "parlare a vanvera" o dovrei dire a "vanvéra" e ai gustosi incipit di "clorofilla dal cielo blu" - e che, finalmente, ha come protagonisti dei suoi racconti le ragazze e le bambine (cito solo 'l'incredibile storia di Lavinia') non come vorrebbe un certo pensiero che siano, ma proprio come desiderano essere e diventare le ragazze. Dico solo che quando le ho scritto per dirle del voto unanime del Consiglio comunale, mi ha risposto "la vostra delibera mi onora, e ne sono felice. Ho sempre amato molto la città di Bologna e sono estremamente fiera di diventarne cittadina".
Klaus Flugge e Bianca Pitzorno, da oggi, sono bolognesi e lo sono perché, attraverso il loro lavoro - uso appositamente il termine lavoro, perché è una parola che significa fatica e cambiamento - valorizzano quelle caratteristiche di Bologna di cui andar fieri.
Signor Sindaco, signori consiglieri, Bologna è una città che nonostante si vanti spesso di cose non rilevanti o mitiche, a volte trascura quelle che sono le sue qualità migliori.
Noi vogliamo qui, oggi, riconoscere la Bologna migliore: quella che valorizza le nostre vocazioni: quella di essere lavoratori, di investire nell'equità sociale e nell'accesso al sapere e che sa che che non esista un'età sotto la quale non sia importante cominciare a farlo.
Questa è la Bologna che piace a noi, di cui siamo fieri di far parte".

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