Bologna, 12/02/2016

QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLE BENEDIZIONI PASQUALI NELLE SCUOLE


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L'assessore alla Scuola Marilena Pillati ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Lorenzo Tomassini (Uniti si Vince) sulle benedizioni pasquali nelle scuole.

Domanda d'attualità della consigliera Scarano
"Il sottoscritto Consigliere Comunale Lorenzo Tomassini, del Gruppo Consiliare , in base all'art. 58 del Regolamento sul Funzionamento del Consiglio Comunale, visti gli articoli di stampa pubblicati sulla sentenza del Tar in merito alle benedizioni pasquali, chiede di conoscere il giudizio del Sindaco sull'argomento".

La risposta dell'assessore Pillati
"Gentilissimo, per rispondere alla domanda che lei pone su un tema che ancora oggi trova ampio spazio sulla stampa locale, voglio ricordare, come ho già avuto modo di fare in altre occasioni, che le Istituzioni scolastiche, pur facendo parte del sistema scolastico nazionale, hanno una propria autonomia amministrativa, didattica e organizzativa, che esercitano nel rispetto delle norme generali sull'istruzione emanate dallo Stato.
Ogni Istituzione scolastica ha un proprio Piano dell'Offerta Formativa (POF), che rappresenta il piano di azione educativa e di istruzione della scuola e ne è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale.
In questo quadro normativo è, pertanto, di competenza del Consiglio d'Istituto elaborare e adottare gli indirizzi generali, deliberare l'organizzazione e la programmazione delle attività scolastiche, ma anche di quelle extrascolastiche, nel rispetto della libertà di scelta educativa delle famiglie e, comunque, riconoscendo e valorizzando le diversità e le potenzialità di ciascun alunno.
Sotto il profilo normativo, una Circolare Ministeriale del 13 febbraio 1992 si è espressa sul tema e molte scuole vi fanno riferimento: questa circolare attribuisce al Consiglio d'Istituto la possibilità di deliberare tra le attività extrascolastiche anche quelle che riguardano riti e cerimonie religiose, quali la messa di inizio anno scolastico e le benedizioni pasquali. La Circolare, infatti, chiarisce come, cito testualmente: 'il consiglio di circolo o di istituto, avvalendosi delle attribuzioni riconosciutegli dall’art. 5 del D.P.R. 31 maggio 1974 n. 416, possa deliberare, con l’osservanza delle disposizioni ivi stabilite, di far rientrare la partecipazione a riti e cerimonie religiose tra le manifestazioni o attività extrascolastiche previste dalla lettera d) di tale articolo'. Evidenzia, però, che la partecipazione degli alunni e dei docenti a tali iniziative dovrà essere libera.
Ed è esattamente quello che mi risulta abbia fatto il Consiglio dell'Istituto Comprensivo 20.
Il tema, come è evidente a tutti, è controverso e in diverse occasioni le delibere adottate seguendo la circolare ministeriale sono state impugnate. Una sentenza del Tar dell'Emilia-Romagna del 1993 si é già espressa annullando una delibera di un Consiglio di Istituto senza incidere sulla circolare, che al contrario è stata implicitamente confermata da due ordinanze del Consiglio di Stato dello stesso anno.
Oggi siamo di nuovo di fronte a una sentenza del TAR dell'Emilia-Romagna che annulla la deliberazione di un Consiglio d'Istituto. Ma se ne potrebbero citare altre che negli anni si sono espresse in senso contrario.
Mi pare, dunque, evidente come la questione di cui stiamo discutendo sia davvero estremamente delicata e complessa e non credo possa essere affrontata unicamente attraverso le sentenze dei tribunali, il cui rispetto - lo voglio chiarire - non è ovviamente in discussione.
In questa vicenda qualcuno ha vinto un ricorso ed esulta, ma credo non abbia certamente vinto la scuola, quella scuola pubblica e laica che deve educare al dialogo, al rispetto delle differenze e non ad escludere. Sono certa che la comunità scolastica coinvolta sarà comunque in grado di affrontare la situazione con il giusto equilibrio, ribadendo quei principi di rispetto, dialogo e apertura ai differenti orientamenti culturali e religiosi che la caratterizzano".
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