Bologna, 18/01/2013

QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE IN ETÀ PEDIATRICA


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L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi, in sede di Question Time,alle domande d'attualità delle consigliere Simona Lembi (Pd) e Lucia Borgonzoni (Lega nord) sulle vaccinazioni per bambini e bambine.

La domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Pd):

"Premesso che la Regione Emilia-Romagna prevede l'obbligo di vaccinazioni per i bambini e le bambine del nostro territorio delle seguenti malattie polio, difterite, tetano, epatite B; che la Regione Emilia-Romagna prevede solo per le vaccinazioni raccomandate delle malattie pertosse, emofilo, meningococco, pneumococco, morbillo, parotite, rosolia, HPV (solo per le ragazze) varicella (per i ragazzi che non hanno contratto la malattia durante l'infanzia) la scelta da parte delle famiglie; che la Regione Emilia-Romagna consente, in base al DPR 355 del 26/01/99, l'obiezione di coscienza alle vaccinazioni obbligatorie consentendo a tutti gli alunni non vaccinati di frequentare regolarmente la scuola; che in caso di inadempienza alle vaccinazioni obbligatorie la Legge Regionale prevede l'obbligo di segnalazione alle Autorità:
- procura delle Repubblica presso il Tribunale dei minorenni,
- Sindaco del Comune di residenza,
- responsabile del Servizio di igiene e sanità pubblica;
- responsabile della Pediatria di Comunità
che questa scelta non è condivisa da tutte le Regioni italiane, che per esempio la Regione Veneto ha sostenuto la libera e completa scelta di tutte le famiglie per ogni vaccinazione,
chiedo al Sindaco e alla Giunta:
- quale sia la situazione bolognese relativamente alle vaccinazioni a cui vengono sottoposti i minori delle famiglie residenti e non;
-quali siano gli impegni e le responsabilità del Comune di Bologna in merito al tema “vaccinazioni obbligatorie”;
- quale sia la valutazione in merito alla obbligatorietà delle vaccinazioni dei bimbi e se esiste davvero un allarme come rilevato da diversi mezzi di comunicazione a seguito delle affermazioni del Procuratore".

La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):

"Visti i recenti articoli di stampa relativi alla vaccinazione obbligatoria in età pediatrica, chiedo al Sindaco e alla Giunta se l'amministrazione è al corrente di quanto riportato dalla stampa e se è a conoscenza del numero di bimbi che non essendo vaccinati frequentano le scuole dell'obbligo; se non ritenga che la scelta della Procura dei minori di affidare gli assistenti sociali minori dell'amministrazione comunale i controlli relativi a queste mancate vaccinazioni sia un aggravio notevole per il monte lavoro degli assistenti sociali con la conseguenza che gli appuntamenti da riservarsi per coloro che hanno bisogno urgenti, vengono allungati nel tempo; se non ritenga sia il caso di intervenire nella questione organizzando un incontro al fine di trovare una soluzione che possa accontentare tutti gli attori di questa vicenda".

La risposta dell'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo:

"I dati relativi alla copertura a 24 mesi per le vaccinazioni obbligatorie per anno di nascita (da AUSL di Bologna relativo al Comune di Bologna) sono questi:
nell'anno di nascita 2008: vaccinati il 94,5% dei nati;
anno di nascita 2009: 95,5% dei nati;
anno di nascita 2010: 96,0% dei nati;
anno di nascita 2011: 95,6% dei nati.

Questi dati appaiono in tutto e per tutto in linea con i dati della media regionale e non si evidenzia in essi nessuno scostamento.
Per rilevare un dato puntuale, abbiamo reperito un elemento di maggiore conoscenza per i nati nel 2010. Di tutti i nati nel 2010, 75 bambini risultano non vaccinati, di cui 55 per specifico rifiuto da parte dei genitori e nel 20% dei casi per manifesta irreperibilità.

Per quanto riguarda le risposte meno legate al dato numerico, si precisa come i Servizi sociali, dovendo promuovere il benessere dei cittadini, ed in particolare dei soggetti deboli quali i minorenni, hanno il compito di sostenere la genitorialità nelle singole scelte volte all'accudimento e alla tutela della prole, tra cui la sensibilizzazione concernente l'opportunità di eseguire le vaccinazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), quantomeno quelle obbligatorie.
Naturalmente tale ruolo non può comportare una sostituzione dei Servizi sociali ai genitori nell'eseguire tali vaccinazioni, salvo decadenze della potestà genitoriale di questi demandate poi all'Ente nominato Tutore, né tantomeno si è a conoscenza di esperienze per cui il Tribunale per i Minorenni, competente per materia, abbia ordinato di eseguire comunque tali vaccinazioni. Si specifica infatti che solo il legale rappresentate del minore può compiere un tale atto, poiché invasivo sulla sfera del figlio minorenne, salvo appunto uno specifico ordine dell'Autorità Giudiziaria, superando in ciò la volontà dei genitori.

Riguardo alla domanda sul carico che si pone in capo ai Servizi sociali, si ricorda come secondo l'ordinamento vigente, in ogni stato e grado del procedimento l'Autorità Giudiziaria, e quindi anche la Procura della Repubblica, si avvale dei Servizi Sociali. Una tale collaborazione è dunque necessaria, non potendo intendersi naturalmente come un "aggravio" bensì come incombenza che, quando segnalata dal Giudice o dal Pubblico Ministero, afferisce a tematiche ritenute dall'inviante oggetto di doverosa ed immediata trattazione da parte del Comune attraverso i suoi Servizi sociali.
Naturalmente i Servizi Sociali metteranno in atto l'intervento sociale nei limiti delle proprie funzioni, si specifica infatti che solo il legale rappresentate del minorenne può autorizzare la vaccinazione, poiché appunto atto invasivo sulla sfera dello stesso minorenne, salvo, come dicevo poco fa, uno specifico ordine dell'Autorità Giudiziaria.

In merito al compito affidato dall’Autorità giudiziaria ai Servizi sociali, esso rientra in una funzione più complessiva di accertamento delle condizioni di eventuale pregiudizio che la condotta dei genitori possa procurare ai figli.
Non compete ai Servizi una valutazione relativa agli elementi che l’Autorità Giudiziaria, Tribunale per i minorenni o Procura minorile, ritengano significativi come potenziali fattori di pregiudizio. E così viene interpretato dalla competente Autorità Giudiziaria ad oggi il comportamento dei genitori che, a partire da motivazioni argomentate e articolate, decidono di non sottoporre i loro figli alle vaccinazioni obbligatorie.
I Servizi sociali ricevono quindi richiesta di compiere tali indagini, trovandosi sovente, nelle circostanze delle mancate vaccinazioni, di fronte a nuclei che sostengono una scelta consapevole, asseritamente compiuta nell’interesse dei propri figli, come veniva già riconosciuto anche nelle domande.
Non sono propri dei Servizi sociali gli strumenti per valutare se ciò corrisponda o meno al vero, afferendo tali valutazioni ad ambiti di tutela della salute pubblica e privata, presidiati dai Servizi sanitari competenti.
Le richieste giunte in particolare in quest'ultimo anno da parte della Procura minorile prima e del Tribunale dei Minori poi, si sono concluse prevalentemente, per non dire sempre, con sentenze di non luogo a procedere da parte del Tribunale e con rinnovati inviti da parte della Procura a svolgere le funzioni proprie dei Servizi sociali di vigilare sugli aspetti di tutela dei minori.
E’ innegabile che abbiano prodotto un ulteriore impegno per i Servizi che contemporaneamente affrontano richieste sempre più pressanti sia per le condizioni di progressivo impoverimento dei nuclei familiari, sia per un contesto sociale sempre più connotato da aspetti di conflittualità anche intrafamiliare.

Fermo restando che è il minorenne il destinatario principale dell'intervento sociale in questione e che solo in funzione di questo si muovono tutti gli ulteriori soggetti, privati ed istituzionali ciascuno nei richiamati limiti normativi, si informa che è in corso di costituzione un tavolo di lavoro tra AUSL e Servizi sociali territoriali al fine di ottemperare puntualmente alle richieste della locale Procura Minori, attraverso una campagna di sensibilizzazione dei genitori oggetto di segnalazione sull'utilità delle vaccinazioni, quantomeno quelle obbligatorie, e consapevoli che di fronte ad un rinnovato dissenso si sarà costretti a riferire alla Procura Minori per le valutazioni del caso che a essa competono

La questione che è stata sollevata in questi giorni ci ha comunque sollecitato alcune riflessioni, che riguardano più in generale un necessario spostamento di attenzione, in alcuni casi, sulla tutela di interessi individuali a scapito di interessi collettivi, che le campagne di vaccinazioni di massa hanno inteso invece storicamente proteggere; ed è su questo piano che potranno insistere le azioni di sensibilizzazione che sono attualmente in fase di concertazione tra AUSL e Comune di Bologna. Riportando l'attenzione di tutti sul diritto alla salute che va inteso sia come diritto individuale, ma anche e soprattutto come diritto alla salute pubblica".

La consigliera Lembi si è dichiarata soddisfatta.
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