Bologna, 27/01/2014

GIORNO DELLA MEMORIA, SEDUTA CONGIUNTA DEI CONSIGLI COMUNALE E PROVINCIALE, L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE STEFANO CALIANDRO


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Di seguito, l'intervento del presidente del Consiglio provinciale, Stefano Caliandro, in occasione della seduta solenne congiunta dei Consigli comunale e Provinciale dedicata al Giorno della memoria.

"Ringrazio tutti gli ospiti, le autorità, gli amministratori e i cittadini che hanno raccolto l'invito a partecipare a questa seduta solenne dedicata alla Giornata della Memoria.
La giornata odierna è, dunque, l'occasione per ricordare le vittime della Shoah e per rendere omaggio a quanti, con coraggio e ferma determinazione, aiutarono i perseguitati dal delirio hitleriano.
Non si tratta dunque di una semplice commemorazione, ma di un momento di ricordo, riflessione e di monito.
Tutti i perseguitati ebrei, zingari, omosessuali, comunisti e non, hanno purtroppo subito gli effetti di un disegno criminale che ha cambiato in maniera indelebile la storia del mondo.

Quando parliamo di Shoah abbiamo il dovere storico di ricordaci che l'antisemitismo è una componente che affonda le sue radici nella storia del nostro continente e che risale a Teodosio la prima grande persecuzione che la storia d'Europa ha conosciuto.
Occorre sempre mettere in evidenza che il razzismo ha alimentato nel corso dei secoli le proprie convinzioni ricorrendo anche a irrazionali motivazioni eugenetiche.
I pregiudizi dunque hanno alimentato in vario modo quello che è stato il percorso dell'orrore che ha portato alla Shoah.
L'antisemitismo e la giudeofobia sono stati preceduti da un insieme di risposte sbagliate alla debolezza morale e culturale su cui si sono costruite le idee naziste e fasciste che hanno preceduto il periodo dello sterminio.
Il disegno di morte realizzato nel corso della seconda guerra mondiale ha avuto un'escalation di azioni che ha testimoniato l'indifferenza e la complicità di molti o meglio di troppi.
È certo dunque che le leggi razziali del 1938 sono state l'avvio di un processo orrendo che ha portato dapprima a “catalogarne” le vittime, poi le ha ridotte in schiavitù, successivamente con la reclusione nei campi di sterminio ha tolto loro la propria identità e dignità per poi ucciderle in un modo agghiacciante.
È dunque questa consapevolezza che ha spinto i padri costituenti della nostra Repubblica a delineare le fondamenta di una Costituzione inclusiva e consapevole, che pone alla base della propria comunità il rispetto per le differenze e che le considera una risorsa democratica inalienabile e da difendere.
La stessa consapevolezza che anima tutti gli amministratori e i rappresentanti delle istituzioni locali, che, seppur sempre di passaggio nel ruolo, hanno il dovere civico e morale di alimentare la memoria.
La nostra comunità bolognese è stata complice e silente di fronte alle leggi razziali, sia quando ha permesso la realizzazione del ghetto ebraico, sia quando non ha reagito alla discriminazione perpetrata nei confronti degli studenti e dei docenti della nostra Università allontanati e perseguitati.
La lotta al nazifascismo ha rappresentato dunque per la nostra terra l'occasione per riscoprire il valore della libertà e del rispetto della vita umana.
È anche questo il motivo per cui abbiamo promosso in occasione di questa Giornata della Memoria iniziative di ricordo e riflessione che hanno anteceduto questa seduta solenne dei due consigli ma che avranno anche altri momenti dopo questo appuntamento.
Il calendario delle tante iniziative che sono state organizzate segue dunque un rispettoso iter di luoghi e simboli che testimoniano che Bologna ha compreso l'efferatezza della Shoah ed il peso della sua colpevole indolenza nel 1938.
La consapevolezza che solo studiando e ricordando potremo non ripetere gli orrori del passato rendono questa giornata particolarmente fertile.
Spesso si è portati a credere che il sole sorga, illumini e scaldi anche i luoghi dove si è commesso il più grande orrore della storia.
Non è così. Resta sempre in quei luoghi un insopportabile odore di morte e di dolore.

Le teorie negazioniste, quelle revisioniste o peggio quelle che vogliono rimuovere la tragedia dei milioni di uomini e donne sterminati non potranno mai avere il silente appoggio delle nostre istituzioni che sono state, e saranno, sempre all'opera per restituire verità e giustizia alle vittime del nazifascismo.
È in questa prospettiva che abbiamo promosso da anni visite nei luoghi della memoria grazie al fondamentale ruolo degli insegnanti, dell'ANED, dell'ANEI, della Comunità Ebraica, dell'Istituto Parri, del Museo Ebraico di Bologna dell'Università di Bologna, dell'Ufficio Scolastico regionale e dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna.
Un Comitato Promotore permanente della Giornata della Memoria che ci permette ogni anno di coinvolgere tanti giovani studenti del nostro territorio in un percorso di studio, conoscenza dei luoghi della memoria.

Immaginare un mondo che non sa ricordare e non sa riconoscere l'interrogativo che Primo Levi, dopo aver descritto le atrocità a cui sono stati sottoposti milioni di uomini e donne, rivolge non solo ai lettori ma al mondo, è una colpa di cui nessuno può ulteriormente macchiarsi.
È certamente una domanda secca, brutale e dolorosa, ma che da alcuni anni abbiamo preso l'abitudine di omaggiare con l'aiuto dei nostri giovani studenti che hanno partecipato al percorso di conoscenza, studio e visita dei luoghi della memoria.
Dopo questo percorso i nostri studenti diventano certamente 'ambasciatori del mai più' e moltiplicatori di coscienze civiche.
Per questo motivo, questa seduta congiunta ha tra i suoi protagonisti gli studenti e le studentesse che hanno partecipato al viaggio della memoria nei campi di concentramento di Ravensbrueck e di Sachsenhausen.
Perché è nei nostri ambasciatori che riponiamo la speranza che la legge istitutiva della giornata della Memoria dia seguito allo spirito antirazzista che anima la nostra Costituzione.
La nostra Repubblica riconosce il giorno 27 gennaio 1945 come la data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, per ricordare la fine dello sterminio del popolo ebraico, delle leggi razziali, della persecuzione italiana dei cittadini ebrei, degli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Oggi dunque vogliamo ricordare le tante vittime della carneficina nazista ma anche ringraziare gli uomini giusti che si opposero a questo orribile disegno di morte.
Ringrazio la professoressa Ropa per la relazione che terrà sul tema della deportazione femminile.
Prima di concludere il mio intervento voglio esprimere tutto il mio disgusto per l'ignobile gesto che ha coinvolto la comunità ebraica di Roma ed esprimere loro tutta la mia solidarietà.
Grazie."
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