Bologna, 12/02/2016

QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUGLI ULTIMI EPISODI DI BULLISMO


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L'assessore ai Giovani Nadia Monti ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli (LegaN) sugli ultimi episodi di bullismo.

Domanda d'attualità della consigliera Cocconcelli
"In merito agli ultimi "episodi di bullismo", riportati dalla stampa in data odierna, ai danni di ragazzini che frequentano le scuole superiori, professionali ma anche istituti tecnici, chiedo al Sindaco una valutazione in merito.
Chiedo, infatti, se non si pensi che tali fenomeni che, in questo periodo sono in aumento, non rappresentino forme di disagio dovute a situazioni di degrado dilaganti in città. Sembra che tutto sia lecito, soprattutto l'illecito.
Si chiede, quindi, se l'amministrazione non ritenga opportuno avviare, di concerto con le altre Istituzioni che operano sul territorio, forme di educazione al rispetto ed all'educazione, soprattutto nei confronti dei più deboli, attraverso quindi un vero e proprio insegnamento a livello di 'educazione civica', materia che in passato era alla base della nostra cultura e che, a quanto pare, si sta perdendo".

Risposta dell'assessore Monti
"Gentilissima, le rispondo con una affermazione del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, che da sempre sostiene che bisogna affrontare questa problematica attraverso la sinergia di vari attori del sistema, perché tocca sia l'ambito scolastico, ma non solo quello, riguarda anche l'ambiente dei giovani e ragazzi, anche nei casi di disagio giovanile che manifestano, e va affrontata attraverso la sinergia di più enti e istituzioni anche del privato sociale e allora noi per affrontare questo tema abbiamo agito su più fronti. Intanto, attraverso un progetto che è ormai ben consolidato, e dal 2011 ha coinvolto 800 classi, 50 istituti scolastici, 20 centri di aggregazione giovanile, che è stato riconosciuto all'interno di un accordo di programma siglato con la regione di cui è anche beneficiario di fondi dedicati e che ha anche il pregio di mettere in rete tutta una serie di soggetti portatori di attività, azioni per prevenire - perché poi noi agiamo molto sulla prevenzione - esiste una dimensione giudiziale che indaga, esiste naturalmente l'intervento del Centro di giustizia minorile e del Tribunale dei minori, esiste però anche la dimensione di competenza delle istituzioni di favorire le reti e i collegamenti e di favorire anche i contatti con l'ambito scolastico, educativo e genitoriale.
E allora questo progetto, che si chiama "Fai la cosa giusta", inserito in un accordo di programma ai sensi della L.3/2011 ha questo obiettivo: promuovere la cultura del senso civico, la cittadinanza responsabile, favorire anche il rispetto degli altri, dell'ambiente, attivare tutta una serie di meccanismi che purtroppo oggi abbiamo perso, perché educazione civica purtroppo l'abbiamo persa per strada. Obiettivo del Comune e delle istituzioni è quello di reinserire tutta una serie di moduli formativi che recuperi anche questa finalità e tra i vari temi che noi affrontiamo rientra anche il tema del bullismo e del cyberbullismo, che è un fenomeno complesso e trattato d'intesa con la polizia postale, d'intesa con le forze dell'ordine, e la Polizia di Stato.
E ancora: l'educazione al senso civico, la prevenzione all'utilizzo di sostanze alcoliche e stupefacenti, che tra l'altro stanno avendo un'incidenza maggiore su alcuni target e alcune fasce, la mediazione dei conflitti, la formazione della cultura della legalità, l'educazione alla corresponsabilità, tutti moduli che noi abbiamo affrontato d'intesa con vari soggetti in coprogettazione.
E' stato un lavoro di rete, perché a questo progetto si sono affiancate le forze dell'ordine, in particolare il Comando dei Carabinieri, la Polizia Postale, la Croce Rossa Italiana, il Centro di Giustizia Minorile, il Centro Italiano di Mediazione e Formazione alla Mediazione e le associazioni del territorio che hanno consolidato anche un rapporto necessario per affrontare questo tema. Ci sono stati dei risultati importanti anche perché annualmente, al termine di questo percorso noi distribuiamo dei questionari per valutare anche l'impatto sia sui genitori, su educatori e insegnanti e l'esito è stato positivo, tanto che ne è sortito anche un riscontro da parte degli stessi ragazzi giovani che hanno poi voluto approfondire alcune tematiche al di fuori dell'ambito scolastico, nei centri di aggregazione, dove noi oggi abbiamo un altro compito, cioè quello di intercettare i cosiddetti Neet ( Not in Education, Employment or Training), cioè ragazzi che non sono inseriti in un percorso scolastico e neanche in un percorso lavorativo, che sono una percentuale elevata che in generale sta aumentando in Italia.
Qui c'è un intervento e qui è il sistema che ritorna che deve aiutare e riuscire a intercettarli, tra l'altro questo importante progetto ha ricevuto nel 2014 una menzione speciale all'interno del premio "Pio La Torre", sezione "Buone pratiche amministrative", premiato a Roma alla presenza del Ministro Madia. Quindi è stata riconsociuta questa best practice ( buona pratica) amministrativa.

A questo progetto, si affiancano tutta una serie di laboratori che noi abbiamo attivato con il privato sociale, con le associazioni, d'intesa con Social Lab, le Acli di Bologna, le associazioni Senz'ancora, Mosaico, Borgomondo, Anassim, associazione Yoda e tutte le associazioni che stanno lavorando sul tema della prevenzione, come Arcigay Il Cassero, Dedalus di Jonas, Trame di Idee e Società San Vincenzo De Paoli. Con loro è nato un lavoro in coprogettazione per studiare e lavorare non solo sul disagio dei giovani e degli adolescenti ma anche sull'agio, perché poi occorre anche capire qual è il bisogno, su cosa si può concentrare un'amministrazione oggi e favorire l'integrazione e dare delle opportunità ai giovani, perché spesso gli atti di aggressione sono manifestazioni di disagio in mancanza di altre opportunità valide, in assenza di luoghi di incontro che riescano ad essere educativi e formativi tanto è vero che sempre, nel nostro settore, abbiamo dato vita a sportelli di consulenza psicologica gratuita, sia front office che online, per intercettare un mondo dei giovani che utilizza oggi le tecnologie per tutto, purtroppo anche per eventi negativi. Sportelli che noi abbiamo condotto riuscendo anche ad avere un monitoraggio di quelli che sono i fenomeni che purtroppo stanno emergendo. Servizi offerti d'intesa anche con ordini professionali, per garantire una consulenza gratuita sui percorsi formativi, educativi e scolastici, accompagnare genitori, famiglie e giovani in quella che è la quotidianità delle scelte di vita che devono affrontare.

A questo si associa anche tutto il lavoro degli educatori territoriali, che purtroppo spesso rimane sotto traccia, ma è importante perché sono sentinelle e snodi utilissimi per intercettare un bisogno e lavorare sulla prevenzione. Ogni Istituto comprensivo ha un educatore territoriale che si interfaccia con le famiglie e gli insegnanti quando intercetta un particolare stato di disagio di giovani o studenti e, in generale il lavoro degli educatori, che sono circa trenta nei vari quartieri, è di affrontare, con un grande coordinamento con le attività del terzo settore, il lavoro nei centri di aggregazioni, il lavoro di educazione di strada, per intercettare proprio quei giovani neet che non sono inseriti in un percorso scolastico e neanche lavorativo e professionale. Queste realtà coinvolgono oggi oltre 1.600 tra bambini e adolescenti bolognesi in un lavoro quotidiano, non sempre visibile, ma che è importante ricordare. Perché, è vero, emergono gli aspetti di tristi, gravi e pericolose vicende di giovani ai danni di altri giovani, però c'è anche un grande lavoro che il Comune insieme al privato sociale, le associazioni e altre istituzioni e forze dell'ordine sta facendo quotidianamente e questo vale la pena valorizzarlo. Inoltre, è partito anche un progetto su uno specifico Accordo di programma della Regione che ha beneficiato di finanziamenti, si chiama 'Aggregazioni giovanili', svolto in alcuni quartieri del Comune, che lavora con le unità mobili di educatori sulla prevenzione e il monitoraggio.

Non posso quindi che confermare quanto dice il Garante regionale per l'infanzia, che queste tematiche vanno affrontate in una logica di sistema e di sinergia fondamentale, lavorando senz'altro sul disagio, ma anche sull'agio, per offrire ai giovani le garanzie e le opportunità di una società migliore".
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