Bologna, 18/03/2013

CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI IN RICORDO DI TERESA MATTEI


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Si trasmette il testo dell'intervento d'inizio seduta della presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, in ricordo della partigiana, madre costituente Teresa Mattei, deceduta pochi giorni fa,
La presidente, oltre al messaggio di vicinanza e cordoglio ai familiari, ha inviato a tutto il Consiglio il testo dell'intervento che Teresa Mattei tenne il 18 marzo 1947 alla Costituente sostenendo le ragioni del "di fatto" modificativo di quello che sarebbe divenuto l'art. 3 della Costituzione italiana. Alla fine dell'intervento il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio.

"Gentili consiglieri, gentili consigliere, e' deceduta, pochi giorni fa Teresa Mattei, nata a Quarto, a Genova, il primo febbraio del 1921, partigiana, madre costituente.
E' stata ricordata per molte ragioni, richiamando diversi episodi della sua vita: nel 1938, quando si rifiutò di seguire le lezioni sulla superiorità della razza e fu espulsa da ogni ordine e grado delle scuole del Regno aveva 17 anni. Quando partecipò alla guerra partigiana, fu staffetta con il nome di Chicchi. Quando nel 1946 fu eletta alla Costituente e ne divenne, a 25 anni, la più giovane componente, nel 1947 fondò l'Ente per la tutela morale del fanciullo. Si deve a lei la scelta della mimosa come fiore simbolo dell'8 marzo.
Ma il motivo che ho scelto per ricordarla in apertura del Consiglio comunale di Bologna è che a lei si devono due parole che rendono l'articolo 3 della Costituzione italiana particolarmente moderno e potente:
quel "di fatto", che vuole spostare l'attenzione da una democrazia formale, i cui valori sono scritti su carta, ad una democrazia sostanziale, fatta di leggi e azioni che rendono effettivi i principi costituzionali, è suo.
Il 18 marzo del 1947, oggi è il 18 marzo del 2013 e cioè esattamente 66 anni fa, alla Costituente ebbe a dire:
“Vorrei sottolineare in questa Assemblea qualcosa di nuovo che sta accadendo nel nostro Paese. Non a caso, fra le più solenni dichiarazioni che rientrano nei 7 articoli di queste disposizioni generali, accanto alla formula che delinea il volto nuovo, fatto di democrazia, di lavoro, di progresso sociale, della nostra Repubblica, accanto alla solenne affermazione della nostra volontà di pace e di collaborazione internazionale, accanto alla riaffermata dignità della persona umana, trova posto, nell'articolo 7, la non meno solenne e necessaria affermazione della completa eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di condizioni sociali, di opinioni religiose e politiche.”
Prosegue “...noi però riteniamo che occorra specificare «di fatto ». Vogliamo qui ricordare quello che avviene in altri paesi democratici". Teresa Mattei si riferiva in particolare all'Inghilterra, che fin dal 1919 aveva riconosciuto formalmente la parità fra i generi ma che a trent'anni di distanza ancora non lo aveva ancora messo in pratica per esempio nell'accesso a molte carriere amministrative. e continuò dicendo "Orbene, noi riteniamo che questo esempio dell'Inghilterra possa servire per noi, che valga come insegnamento, valga a chiarire che quelle conquiste che noi donne facciamo nella vita nazionale - le conquiste giuridiche - non possono essere realizzate pienamente nella vita, se non sono accompagnate da altre conquiste, da conquiste di carattere sociale, economico, se non sono accompagnate, cioè, da una completa legislazione in proposito.”
L'intervento di Teresa Mattei di fronte alla Costituente, il 18 marzo del 1947 è particolarmente ampio, ma voglio concludere con la parte finale di quell'intervento con cui la giovanissima costituente affermò:
“È nostro convincimento, che, confortato da un attento esame storico, può divenire certezza, che nessuno sviluppo democratico, nessun progresso sostanziale si produce nella vita di un popolo se esso non sia accompagnato da una piena emancipazione femminile; e per emancipazione noi non intendiamo già solamente togliere barriere al libero sviluppo di singole personalità femminili, ma intendiamo un effettivo progresso e una concreta liberazione per tutte le masse femminili e non solamente nel campo giuridico, ma non meno ancora nella vita economica, sociale e politica del Paese.”
Teresa Mattei non mancò mai di segnare le sue battaglie politiche, di emancipazione per il paese tutto, partendo dalle donne e dai bambini, cioè da soggetti esclusi fino a quel momento dalla dimensione politica. Proseguì la sua attività politica fuori dal parlamento, dopo il 1955 con confronti continui con le nuove generazioni convinta che occorresse trasmettere loro il senso più profondo delle conquiste portate avanti fin dai principi affermati dalla Costituzione.
Per questa ragione, per quel "di fatto" che cambia completamente l'art 3 della nostra Costituzione, e vuole passare da una democrazia formale, ad una democrazia sostanziale, ho scelto di aprire questo Consiglio comunale ricordando la figura di Teresa Mattei".
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