Bologna, 10/11/2014

CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MIRCO PIERALISI (AmBoVen)


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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (AmBoVen)

"La giusta indignazione antirazzita

Cominciamo dalla fine, che però è una questione di principio. C'è stata un'aggressione ad una persona inerme che faceva il suo lavoro di giornalista, perpetrata da un gruppo di vigliacchi prepotenti intrisi di bullismo pre-politico, quindi ancora più politico, nel senso del rispecchiamento nella stessa cultura di caccia all'altro da sé che in teoria (molto in teoria) costoro erano lì per condannare. Questa indegna azione squadrista, portatrice di un parassitismo politico che cerca di trasformare in guerra per bande alcune manifestazioni politiche, va condannata e non va legittimata nemmeno l'ombra di una possibile motivazione. Qui ci vuole punto e a capo senza giri di parole e un abbraccio ad Enrico Barbetti per quello che ha dovuto subire.
Ora, e solo ora, mi permetto di andare in ordine di tempo ed affrontare il tema della contestazione politica, organizzata e spontanea nata dopo l'annuncio dell'onorevole Salvini di "visitare" il campo di via Erbosa, dove vive una comunità Sinti e dove amministrazione e associazioni si sono impegnate anche a recuperare ritardi di anni. Di fronte ad una provocazione di stampo tipicamente razzista e discriminatorio, che evoca spettri di un passato che non passa, per giunta nella città in cui delle persone che vivevano nei campi nomadi sono state assassinate da una banda di killer, tante persone hanno pensato di dare un segno di reazione presentandosi in via Erbosa per testimoniare giustamente la propria indignazione.
Le Istituzione della città non hanno per altro trovato modo di evitare, fosse anche con un mero pretesto di natura formale, questa provocazione. Ci sono state forze politiche democratiche si sono limitati ad aspettare che passasse la nottata. Migliaia di cittadini, certamente disgustati, si sono tenuti da parte. Forse se avessimo più fiducia in noi stessi e nella risposta democratica che è in grado di dare questa città, attorno al campo di via Erbosa l'arroganza di Matteo Salvini e di quelli che perseguono la caccia al diverso, sarebbe stata fermata non solo da gruppi di persone giustamente indignate ma da una barriera umana che avrebbe forse stimolato riflessioni e ripensamenti anche nella parte avversa. Sarebbe bastato che chi si batte contro il razzismo tutti i giorni nella pratica del suo lavoro e delle sue iniziative di cittadinanza attiva venisse a ricordarlo anche in questa occasione. C'erano altri modi diversi, più creativi, più dissacranti e quindi perfino più umilianti per Salvini e la sua provocazione razzista? Saremmo stati felici di vederli, ma per favore non lamentiamoci di chi è andato a manifestare la sua collera, non diciamo che non bisognava dare importanza a quella incursione ingiuriosa, perchè è vero che c'è l'antirazzismo di tutti i giorni (e infattio ho riconosciuto nelle presenze in via Erbosa persone che lo praticano) ma purtroppo c'è anche il razzismo quotidiano, intriso di tutti i luoghi comuni gridati o insinuati dalla propaganda della destra xenofoba, da razzisti dichiarati e da razzisti ben educati. E allora non posso che condividere quanto affermava ieri il Presidente di Arci Gay Vincenzo Branà: "Se il nostro valore è la non violenza (cioè IMPEDIRE la violenza, non semplicemente astenersene) la prossima volta si va tutte e tutti a sedersi per terra in via Erbosa per sbarrare la strada a Salvini. Gandhi faceva così, non si limitava a fare spallucce e note stampa a posteriori."
Ho scelto queste parole anche per sottolineare che non la violenza non è mettere un mi piace ai piedi di una nota antirazzista, non è passività, non è solo il rifiuto della trasformazione della lotta politica in guerra per bande con o senza divisa, ma è innanzi tutto mettere, con le proprie idee, il proprio corpo integralmente dentro la protesta senza mai rinunciare alla speranza che anche nelle teste più vuote possa nascere almeno il germe del dubbio. Ci vuole pazienza, fermezza e coraggio, tutti i giorni, anche in quelli che sono scelti dagli altri per sfidarci".
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