Bologna, 19/05/2014

CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI E ORDINE DEL GIORNO SULLA VICENDA DI MERIAM


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Si trasmettono l'intervento di apertura della presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi, sulla vicenda della cittadina sudanese Meriam Yehya Ibrahim Ishag e l'ordine del giorno presentato dall'Ufficio di presidenza e approvato all'unanimità dal Consiglio.

"Gentili consigliere, gentili consiglieri,
d'intesa con la vicepresidenza del Consiglio comunale, con tutti i capigruppo, sono nuovamente, nostro malgrado, a dover aprire i lavori del Consiglio comunale di Bologna richiamando la nostra attenzione ad un nuovo fatto accaduto in un Paese distante dal nostro, che ci ha profondamente colpito.
Meriam Yehya Ibrahim Ishag di 27 anni, sudanese, è stata condannata a morte da un tribunale di Khartum per apostasia. Secondo la legge, infatti, ad una donna mussulmana non è permesso di sposare un uomo non mussulmano, questo matrimonio quindi è stato considerato adulterio e la legge prevede una punizione con un massimo di 100 frustate, il Tribunale ha poi aggiunto il reato di apostasia nel febbraio del 2014, quando Meriam ha affermato di essere cristiana e non mussulmana sostenendo di essere stata educata alla religione della madre, di origine etiope, dichiarando l'abbandono del padre quando lei aveva 6 anni, e per questo la legge prevede l'impiccagione. Ad aggravare questa situazione, già molto delicata, voglio ricordare che la signora Meriam è incinta di otto mesi e madre di un bambino di 20 mesi. Le cronache, i mezzi di comunicazione ci raccontano del piccolo tenuto in carcere insieme alla madre.
Mai come in questo momento tornano alla mente le parole di una grande signora della non violenza, la Gandhi birmana, premio Nobel per la pace cittadina onoraria di Bologna, Aung San Suu Kyi, che ebbe modo di chiedere al mondo ed in particolare all'occidente: "..usate la vostra libertà per aiutare noi ad ottenere la nostra". E' anche per questo presento un nuovo ordine del giorno al Consiglio comunale che chiede la libertà di professare la propria religione in ogni parte del mondo, e il fatto che nascere uomo o donna non sia discriminante in nessun Paese. All'iniziativa già presa dal Consiglio comunale lunedì scorso per richiamare la nostra attenzione al caso delle quasi 300 ragazze adolescenti nigeriane rapite a scuola da un gruppo terroristico e l'intenzione di aprire questo Consiglio comunale sul caso di Meriam. Si sono aggiunti diversi appelli in queste settimane, richiami fatti da giornalisti, da docenti universitari, le cui parole, i cui appelli aiutano certo tutti noi a diffondere presso l'opinione pubblica la conoscenza di fatti che sono certo lontani da qui, ma che noi vogliamo comunque affrontare perchè l'affermazione dei diritti umani non conosce confini locali o nazionali e ha bisogno di un impegno costante, unanime e corale".

Di seguito il testo dell'ordine del giorno:
Il Consiglio comunale di Bologna


appresa la notizia del caso di Meriam Yahia Ibrahim Ishag, di 27 anni, sudanese, condannata a morte da un tribunale di Khartoum per "apostasia", incinta di 8 mesi e già madre di un figlio;

considerato che

è stata arrestata in febbraio per la denuncia di un parente, condannata a morte e ora una ong sudanese, Sudan Change Now sostiene che tra poche settimane la Corte Suprema del Sudan dovrebbe emettere nuova sentenza;

in Sudan, teatro di un conflitto tra il nord del paese, prevalentemente arabo, e il sud, cristiano animista, alimentato da una guerra civile che dura da più di 40 anni:
    nel 2004 la sua condizione è stata definita dalla comunità internazionale "la più grave situazione umanitaria esistente";
    dal 2011 esistono ufficialmente il Sudan del nord e il Sudan del sud con presidenti e parlamenti eletti;

considerate inoltre

la mobilitazione internazionale che è seguita alla notizia della condanna a morte della sig.ra Meriam Yahia Ibrahim Isha ed in particolare:
    le parole del Premier Renzi di impegno per liberarla,
    l'impegno della Ministra Mogherini che sul caso si e' confrontata con il segretario Onu Ban Ki-moon, e ha affermato che la lotta contro la pena di morte nel mondo sarà "una delle priorità" della presidenza di turno italiana dell'Ue,
    la raccolta di firme da inviare al Presidente sudanese Omar al-Bashir, promossa da Italians for Darfur, per chiedere la sospensione della pena di morte per Meriam;
    la campagna promossa da Amnesty International, attraverso la sottoscrizione di un appello indirizzato al Ministro per la Giustizia sudanese Mohamed Bushara Dousa, nel quale si chiede il rilascio di Meriam e l'abolizione dei reati di apostasia e adulterio;
    l'iniziativa lanciata dal quotidiano Avvenire, promotore di una campagna via twitter e di una petizione che chiede la sospensione della condanna e libertà religiosa per Meriam;

considerato altresì

che le disuguaglianze di genere permangono ben radicate in ogni società. Le donne di tutto il mondo subiscono violenze e discriminazioni e la loro opinione spesso non viene contemplata nei processi decisionali o vale la metà di quella di un uomo;

che tutti gli studi sostengono che la disuguaglianza tra uomini e donne nel mondo è un impedimento allo sviluppo civile e di ricchezza di ogni paese;

che l'Assemblea Generale dell'ONU proprio per far fronte a tali sfide, al fine di permettere a donne e ragazze di far sentire la propria voce a livello internazionale, regionale e locale ha creato UN Women, l'Entità delle Nazioni Unite per l'Uguaglianza di Genere e l'Empowerment Femminile;

visti

l'adesione del Comune di Bologna alla campagna internazionale Città per la Vita, Città contro la Pena di morte;

l'attenzione rivolta alla preziosa azione degli Enti locali per la pace;

l'ordine del giorno adottato all'unanimità dal Consiglio comunale di Bologna che condanna
quanto avvenuto il 14 aprile scorso a Chibok, nello stato nigeriano di Borno, quando 276 ragazze sono state rapite da un gruppo terroristico mentre erano a scuola;
rinnova

il suo sostegno convinto ad ogni azione contro la pena di morte;
ribadisce

la necessità di sostenere la parità tra i sessi come elemento di democrazia, di ricchezza dei paesi e di sviluppo degli stessi;

auspica

che in ogni paese possa essere praticata liberamente ogni religione e che nascere uomo o donna non sia causa di discriminazione;

invita


il Governo italiano a fare quanto in suo potere per scongiurare l'impiccagione di Meriam, nonché a sostenere in ogni sede internazionale e di relazione col Sudan la necessità di abolire la pena di morte;

gli Enti locali del nostro territorio metropolitano a promuovere iniziative di approfondimento di questi temi e a sensibilizzare l'opinione pubblica in merito;


il Sindaco e la Giunta ad esporre quanto prima dal palazzo municipale una foto di Meriam e una delle ragazze rapite il 14 aprile scorso in Nigeria, ancora nelle mani di un gruppo terroristico.
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