Bologna, 20/03/2015

CONSIGLIO COMUNALE SOLENNE IN RICORDO DELLE VITTIME DELLE MAFIE. L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI


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Il Presidente del Consiglio comunale di Bologna Simona Lembi ha così aperto la seduta solenne dedicata alla XX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie:

"Signor Sindaco, Signori consiglieri, Signore consigliere, Gentili Assessori, Autorità civili e militari tutte, gentile Presidente della Commissione antimafia On. Rosy Bindi,

desidero, per prima cosa a nome del Consiglio comunale di Bologna dare il benvenuto alle persone che partecipano a questa seduta solenne.
Ai famigliari delle vittime di mafia rivolgo il nostro saluto più caro e affettuoso a don Ciotti il nostro più vivo ringraziamento per avere accettato l'invito ad intervenire oggi come relatore nella seduta solenne del Consiglio comunale che, come ogni anno intorno al 21 marzo, è convocato per celebrare la giornata in memoria delle vittime di mafia, come anche una Legge regionale, la n. 3/2011, ci invita a fare.

Voglio, a nome del Consiglio Comunale, dare il benvenuto a chi già è presente a Bologna o è in arrivo, per partecipare, domani, alla manifestazione di Libera cui auguriamo tutti la più' ampia partecipazione popolare e il successo di una risposta civile alla mafia, che sia da esempio per le istituzioni, pubbliche e private chiamate, attraverso gesti quotidiani, a fare la propria parte per contrastare il fenomeno mafioso.

Il mio compito, oggi è "solo" e lo dico tra molte virgolette , perché ne sento tutta la responsabilità, di aprire questa seduta.

Dirò solo poche cose quindi, per la precisione 3 , che intendo evidenziare in una occasione come questa:

La prima, la voglio ricordare perché forse non è sufficientemente diffusa come consapevolezza nel nostro territorio, ma la voglio partire da qui: ed e' che sono necessarie azioni quotidiane per contrastare il fenomeno mafioso.
La mafia ci ha abituato a gesti eclatanti: le bombe, gli ammazzamenti, che non risparmiano nemmeno bambini, . ma tutto questo non emerge, improvvisamente. E' possibile solo quando alle spalle ha gesti quotidiani, organizzazioni strutturate, interessi economici e di potere da difendere e promuovere: una vera e propria cultura dell'illegalità, della violenza, dell'affermazione del più forte che si nutre, prima di ogni altra cosa, di silenzio, di paura e di indifferenza.

Nella manifestazione di tre anni fa che Libera ha tenuto proprio sotto le finestre di questo Palazzo in Piazza Nettuno, a cui parteciparono prevalentemente studenti e studentesse, un cartello mi aveva colpito più di altri. Diceva 'La mafia uccide quanto il vostro silenzio'. Come rimanere indifferenti ad una affermazione come questa?

Tengo molto, a questo proposito a dire che il Consiglio comunale di oggi, e cioè il luogo in cui le decisioni sono prese attraverso un contraddittorio, svolto in forma pubblica, da persone che sono state elette come rappresentanti dei cittadini e della nostra città, come ogni anno in questo mandato, è riunito per ricordare le vittime di mafia non in seduta straordinaria, ma nella ordinarietà dell'azione amministrativa, perché ricordare le vittime di mafia e presentare le azioni di contrasto al fenomeno mafioso, o è azione quotidiana, o non è.

Una seduta ordinaria quindi, non straordinaria, un'attività organizzata, programmata, costante. Non sporadica ed episodica.

La seconda cosa che voglio dire è che le inchieste antimafia non sono solo necessarie, ma sono auspicate, benvenute e al pari di questo bisogna raccontare anche quando i territori reagiscono.

Quando sono emersi i primi risultati delle inchieste in Emilia Romagna a prevalere è stato il racconto dello stupore; forse è successo anche in altre zone d'Italia, ma siamo davvero sicuri che fossimo così impreparati a leggere le pagine dei giornali di quei giorni?

Ho riletto tutte le relazioni degli anni scorsi, quelle in Consiglio Comunale, in ognuna delle quali erano inserite dati precisi, parole di piena consapevolezza di quanto stava accadendo. Enzo Ciconte, che è stato relatore in una delle sedute solenni degli anni passati, ha avuto la capacità di raccogliere tutti questi dati e di darne sistematicità in una relazione, rinnovata ogni anno, che si intitola “I raggruppamenti mafiosi in Emilia Romagna. Elementi per un quadro d'insieme” (anno 2012).

Per brevità richiamo solo alcuni di questi dati:
Per esempio, nel 2005 l'allora Sindaco di Riccione Daniele Imola, aveva ricevuto lettere minatorie e proiettili; nel 2008 Massimo Mezzetti, allora Consigliere regionale, oggi assessore; il Sindaco di Vignola Roberto Adani, nel 2006, era stato oggetto di intimidazione e di recente abbiamo appreso quanto accaduto all'allora Presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini.

Non voglio ovviamente tacere le tante minacce di cui siamo a conoscenza arrivate a imprenditori e a giornalisti, per esempio a Tiziana a cui erano state rivolte minacce gravissime su cui il Consiglio comunale si è più volte espresso.

Sapevamo quindi e sapere impone di reagire.

Qui sta il punto: nessuno di noi vuole rincuorarsi in analisi consolatorie secondo cui la mafia sta sempre da un'altra parte, oppure datate, secondo cui la mafia attecchisce solo in territori poveri a scarsa coesione sociale. Come ben ci ha ricordato Vittorio Zincani in un convegno dell'ordine dei giornalisti tenutosi appena un mese fa a Bologna, la mafia è un potere economico e va, ovviamente, dove esistono le risorse e come un virus modifica continuamente il proprio DNA a seconda dell'organismo ospitante.

Le inchieste della Procura, cui rivolgiamo il nostro plauso per il lavoro svolto, sono un antidoto, una buona medicina.
E a noi tutti, prima di tutto a chi rappresenta le istituzioni, sta il compito di produrre anticorpi, di qualsiasi parte politica siamo. Qualcuno di questi vorrei richiamarlo, per brevità ne citerò solo alcuni:

il protocollo d'intesa con la Prefettura “per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti di lavori pubblici” che consente la trasmissione di dati tra Enti diversi che solitamente non svolgono questo compito;

l'adesione al protocollo di intesa elaborato dal C.L.E.S. (Comitato per il lavoro e l'emersione del sommerso) in materia di appalti pubblici e privati;

il centro di iniziativa sulla legalità, voluto dalla Regione Emilia Romagna;

lo Sportello di primo ascolto nel Quartiere Porto, per dare accompagnamento e sostegno alle persone vittime di intimidazione o oppressione criminale;

la recente approvazione all'unanimità da parte di questo Consiglio comunale di due ordini del giorno che invitano l'Amministrazione a valorizzare il criterio della qualità nei bandi di gara ad evidenza pubblica e a ridurre il ricorso alle procedure negoziate;

poi centinaia di azioni fatte nelle scuole, vedo qui presente l'assessore Monti che molto si è prodigata per questo, "Fai la cosa giusta" è il titolo di queste tante iniziative che hanno coinvolto centinaia di classi nella nostra città.

Ho preso solo alcuni esempi che spero diano il senso di un impegno costante, che non sempre si vede, ma che pure estiste perché la posta in gioco è seria: non un singolo episodio, ma la tenuta di un tessuto sociale coeso e civile. La storia della nostra terra.

E qui dico la terza e ultima cosa:
Esattamente come nella vita delle persone, anche le istituzioni, quando sono in difficoltà per andare avanti hanno spesso bisogno di guardarsi dentro, di capire e ricordare laa propria storia.

Nel 1980 alla stazione di Bologna neofascisti posero una bomba. Morirono 85 persone, centinaia furono i feriti.
La reazione delle persone fu a Bologna immediata nei soccorsi, composta nella piazza che ha ospitato le bare. Per questo la terza medaglia posta sul Gonfalone della città di Bologna dall'allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini.

Dalla mia città il 27 giugno 1980 un aereo è partito diretto a Palermo e sui cieli di Ustica se ne sono perse le tracce. Morino 81 persone.

Potrei citare anche le vittime della Uno bianca, anche l'assassinio di Marco Biagi, commemorato proprio nella giornata di ieri.

Ma voglio soffermarmi sul fatto che Bologna non abbia mai chiesto la gogna e neppure vendetta, pur avendo pagato un prezzo altissimo al terrorismo di vecchia e nuova matrice.
Ha preteso invece verità e giustizia. E forse serviranno molti atri anni per conoscere la verità completa di questi fatti,una verità che impedisca che ognuno in questo Paese la produca da sé. Pazienza, aspetteremo. Ma qui sta la vera differenza tra essere sudditi oppure cittadini e la Democrazia ha bisogno di cittadini. La Costituzione, diceva Calamandrei è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove, perché si muova bisogna metterci dentro l'impegno, lo spirit , la volontà di metterci dentro queste promesse, la propria responsabilità. Molto di questo impegno quotidiano ce lo hanno insegnato a seguito di queste stragi i familiari delle vittime, in un Paese che troppo spesso ha raccontato questi uomini e queste donne come questuanti. Dovremmo invece riconoscere loro che hanno saputo trasformare un lutto che poteva rimanere privato in un fatto pubblico, in un lutto più grande delle singole storie personali, qualcosa a cui tutto il Paese doveva prestare attenzione. Come questo succeda esattamente non lo sappiamo, ma sappiamo invece che si può fare, che è possibile anche questo nella nostra esperienza, che per costruire la Democrazia, io penso, occorre guardare moltissimo a questi esempi. Forse calza l' esempio della staffetta che significa avere il fiato lungo e sapere passare il testimone.

Sig.re Sindaco, Signori e Signore consigliere,

Valentina Fiore, direttrice del Consorzio 'Libera terra mediterranea' e vicepresidente della Coop Placido Rizzotto Libera Terra, è venuta molte volte a Bologna per capire come la storia della cooperazione potesse sostenere la scelta di molti giovani di tornare i Sicilia e fare dell'amore per la propria terra, un lavoro. In un testo aveva affermato:-
'noi diciamo sempre che Libera organizza la società civile perché le mafie sono 'organizzate'.
Allora il tema è: noi dovremmo dare risposte concrete ai problemi concreti della gente, perché la mafia crea il suo consenso sociale dando risposte concrete a bisogni concreti. Mangiare, il lavoro, la casa. La mafia - diceva Valentina Fiore - dà risposte concrete, ma non complete.'

E allora questo è l'auspicio che voglio rivolgere in apertura di questa Giornata, certa che sarà anche al centro della riflessione di domani: tocca a noi essere completi e concreti ogni giorno.

Grazie"
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