Bologna, 20/11/2015
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"Signor Sindaco, signora Presidente del Consiglio, signori Consiglieri, Presidente dell'Istituzione Educazione e Scuola, desidero rivolgere un saluto alle autorità presenti, agli ospiti, alle studentesse e agli studenti e ai loro insegnanti. Voglio ringraziare il Consiglio Comunale per aver scelto, anche quest’anno, di dare la parola alle ragazze e ai ragazzi delle nostre scuole in occasione della giornata mondiale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che per noi rappresenta e ha sempre rappresentato un’occasione per richiamare tutti noi adulti alla responsabilità che abbiamo ogni giorno dell'anno nei confronti delle giovani generazioni. Voglio ringraziare voi ragazze e ragazzi - e insieme a voi i vostri insegnanti - per essere qui oggi e per aver condiviso con noi il vostro prezioso lavoro, i vostri pensieri, le vostre riflessioni e le vostre emozioni e per averci mostrato cosa significa possedere quella libertà di espressione, di ricercare, di ricevere e di divulgare informazioni e idee, richiamata dall'articolo 13 della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell’adolescenza, un articolo che abbiamo scelto come filo conduttore delle tante iniziative che quest'anno abbiamo organizzato in quella che siamo soliti chiamare la “Settimana dei diritti”. Sono passati 26 anni da quando il 20 Novembre 1989 è stata approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Un documento davvero molto importante perché riconosce per la prima volta che anche i bambini, le bambine dalla nascita fino al compimento del diciottesimo anno di età sono titolari di diritti civili, culturali, economici, politici e sociali. Il Manifesto Pedagogico per l’infanzia della Città di Bologna, che rappresenta la cornice culturale e pedagogica a cui le politiche del Comune si richiamano, definisce l’infanzia “un soggetto di diritto che chiama in causa le responsabilità educative e di cura di tutta la comunità...”. E definisce le bambine e i bambini “cittadini dell’oggi, non solo del domani, partecipi di una cultura della cittadinanza che li rende depositari di diritti e di doveri.” Oggi questo riconoscimento, almeno sul piano teorico, può sembrare ovvio, ma è in realtà una conquista frutto di lunghe battaglie. La "Dichiarazione di Ginevra dei diritti del fanciullo" del 1924 - che è stata redatta a seguito delle gravi ricadute che la prima guerra mondiale aveva avuto sui ragazzi - si rivolge, infatti, all’umanità intera perchè si faccia carico di proteggere e tutelare i minori. Solo 40 anni dopo la “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo” del 1948 i diritti dei bambini sono entrati a pieno titolo nel mondo giuridico internazionale con uno strumento che non solo delinea in modo organico uno statuto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ma che consente ai principi e alle norme della Convenzione di entrare a far parte del diritto dei vari Paesi che, come il nostro, l’hanno ratificata. La Convenzione individua ed evidenzia bisogni che devono trovare risposte dal mondo degli adulti e dalle istituzioni. Non impegna solo il politico, il legislatore o il giurista, ma ogni persona che si occupi a qualunque titolo di un percorso educativo e formativo. Essa sancisce la centralità dei bambini e dei ragazzi in seno alla società. La Convenzione richiede a tutti gli Stati che l’hanno sottoscritta un impegno a divulgarne i contenuti, a diffondere e promuovere una nuova cultura dell’infanzia e dell’adolescenza; una cultura che deve essere patrimonio di tutta la collettività, di ogni uomo o donna, ma che soprattutto veda partecipi i bambini e i ragazzi nella ridefinizione della stessa. Considerare bambini e ragazzi soggetti di diritti, parte attiva della società, individui competenti e degni di considerazione e ascolto è sicuramente un primo fondamentale passo per costruire società più coese e più giuste. Ma ancora tanti sono i passi da compiere nel nostro paese, e anche a Bologna, per vedere realizzati, consolidati e diffusi i principi e i diritti che nella Convenzione sono richiamati. Per questo Comune - e non da oggi – l’attenzione alle esperienze delle bambine e dei bambini, lo sviluppo delle loro potenzialità, il sostegno alle famiglie nel loro compito educativo, servizi per l’infanzia di qualità, il rapporto con il sistema scolastico, rappresentano certamente valori prioritari dal punto di vista politico, culturale e pedagogico. Ma pensare oggi a un’infanzia unica, a un’adolescenza unica anche a Bologna non è più possibile. L’infanzia e l’adolescenza sono quelle delle migrazioni, dei disabili, delle femmine, dei maschi, delle periferie, del centro, delle diverse religioni. A tutte dobbiamo saperci rivolgere con l’obiettivo di dare spazio e visibilità alla soggettività di ognuno, garantendo a tutti le stesse opportunità. Il Comune si è impegnato costantemente per realizzare una città educativa in cui accoglienza, inclusione, promozione del benessere, non solo materiale ma anche sociale e relazionale, fossero parole vere e concrete. Nelle città i bambini hanno bisogno di spazi, tempi e risorse per la loro crescita. E’ essenziale che tutti i ragazzi abbiano a disposizione luoghi dove socializzare, giocare, partecipare e conoscere il mondo naturale e sociale, sviluppando un senso di appartenenza alla comunità e al contesto ambientale. L’ambiente urbano deve essere pianificato in modo tale da fornire spazi per il gioco e per permettere di muoversi autonomamente. La partecipazione dei bambini è essenziale nel creare progetti idonei e sostenibili per l’ambiente urbano. La soggettività e le competenze dell'infanzia e dell'adolescenza sono una ricchezza per la comunità. La loro partecipazione a progetti e processi che li riguardano è molto importante ma non è sempre una pratica diffusa: non è sufficiente solo dare loro voce, promuovere la loro libertà di espressione, ma occorre saperli ascoltare. Molte sono le esperienze che con metodologie appropriate sono in grado di valorizzare lo sguardo e la voce dei ragazzi sulle cose che accadono loro, sulla città in cui vivono, sui problemi del mondo e oggi ne abbiamo avuto un esempio. Queste esperienze creano una clima di ascolto e di dialogo che consentono a tutti i soggetti coinvolti (compresi gli adulti) di crescere e migliorare e preparano i ragazzi all'esercizio di una cittadinanza intraprendente e democratica. "Bologna città educativa delle bambine e dei bambini" ha per noi questo significato e intendiamo proseguire convinti che orientare le politiche verso l’esigibilità dei diritti contribuisca alla formazione del senso di responsabilità e di bene comune delle giovani generazioni. L’attenzione verso l'infanzia e l'adolescenza nella nostra città coinvolge molte istituzioni, dalla scuola alle tante agenzie culturali ed educative del territorio. Da alcuni anni il Comune di Bologna con l’Area Educazione e Formazione coordina un tavolo di lavoro tra le realtà educative e culturali bolognesi, pubbliche e private, che realizzano progetti e azioni per l'infanzia e l'adolescenza, per individuare ogni anno un diritto da “adottare” e rispetto al quale concentrare le azioni e gli eventi da condividere nella Settimana dei Diritti. Il ricco programma di attività che ogni anno è possibile realizzare, oltre a offrire numerosi momenti di svago per bambini e ragazzi, arricchisce la città di occasioni per formare e informare sui diversi articoli di cui è costituita la Convenzione sui diritti dell'infanzia. In tutta la città, nei luoghi dell'arte, della musica, del gioco, dei libri vengono promossi eventi, incontri e iniziative per consentire alle bambine e ai bambini di trovarsi insieme e sperimentare anche fuori dalla scuola il diritto all'educazione e alla formazione. Si è voluto, in questo modo, rendere ancora più visibile quel sistema formativo che trasforma i luoghi della città in aule didattiche e che propone spazi e opportunità a misura di bambini e ragazzi. Lo sviluppo di queste azioni per noi non si limita al solo periodo legato alla Settimana dei Diritti, ma deve costituire sempre più la cifra dell’agire di tutta la comunità. Il mondo adulto si deve interrogare e riflettere sulla capacità di favorire e accogliere la libera espressione di bambini e ragazzi informati, ascoltati e coinvolti. E la responsabilità adulta deve delineare quel confine, che lo stesso art. 13 richiama, tra libertà e rispetto, tra spazio dell'uno e spazio dell'altro, tra verità e tutela. La presenza oggi di tante ragazze e ragazzi in questa sala è il segno dell’importanza che hanno per tutti noi l'ascolto e il dialogo, elementi fondamentali per la costruzione di legami di fiducia reciproca"
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