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Bologna, 09/12/2013
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"Nel suo libro più famoso, Lungo cammino verso la libertà,edito da Feltrinelli nel 1995, Nelson Mandela, scrive di sé, della sua vita, dall'infanzia trascorsa nelle campagne del Transkei, all'arrivo a Johannesburg, fino a poco tempo dopo la scarcerazione. Tra le tante affermazioni divenute celebri, una mi ha particolarmente colpito. Mandela ha scritto: 'l'istruzione è il grande motore dello sviluppo personale. E' attraverso l'struzione che la figlia di un contadino può diventare medico, che il figlio di un minatore può diventare dirigente della miniera, che il figlio di un bracciante può diventare Presidente di una grande nazione'. Mandela nasce il 18 luglio del 1918 nella parte a sud est dell'attuale Sudafrica. All'età di 7 anni, quando viene mandato a scuola, acquista il suo secondo nome: Nelson, in onore dell'ammiraglio inglese. Il suo primo nome è un altro: Rolihlahla (letteralmente, colui che provoca guai, ci dice wikipedia, l'attaccabrighe potremmo dire noi). E già da questo si capisce, come quella generazione vivesse tra due culture, quella tradizionale, africana e quella dei bianchi, che lì sono arrivati dopo. E' noto come andò la storia: Mandela fu un bravo studente, si trasferì presto a Johannesburg, nel 1941, per evitare, lui e un cugino, un matrimonio combinato. Studiò legge. Sono gli anni della seconda guerra mondiale, del silenzioso collasso dell'impero britannico, della vittoria, in Sudafrica, nel 1948, dei nazionalisti bianchi con tutto quello che significò da lì a venire, per molti decenni: la separazione, questo significa apartheid, dei bianchi dai neri nelle zone abitate da entrambi, compreso l'uso dei mezzi di trasporto e delle strutture pubbliche. Mandela, trentenne, giovane avvocato, sceglie: fonda, con un amico, il celebre studio legale 'Mandela e Tambo' per offrire assistenza legale gratuita o a basso prezzo a chi altrimenti sarebbe rimasto senza neppure una tutela legale; aderisce all'African National Congress e quindi, a fianco di una scelta professionale, sceglie la politica; diventa presto leader degli young lions, i giovani, diremo noi oggi, più radicali dell'ANC. Le vessazioni contro i neri seguono di pari passo le marce, le manifestazioni che più volte finiscono nel sangue, per gli interventi della polizia. Mandela viene più volte arrestato, rilasciato, poi definitivamente imprigionato nel carcere di Robben Island e per 27 anni, a partire dal 1964, diventa il detenuto nr 46664. La sua enorme forza, gli fu alcune volte offerta la libertà condizionale, in cambio della rinuncia alla sua lotta; le sempre più crescenti pressioni internazionali - tra cui voglio ricordare la grande mobilitazione del mondo della cultura, della musica in particolare - e anche le modifiche che nel corso di interi decenni avvengono in ambito geo politico nell'intero pianeta, lo portano ad essere scarcerato l'11 febbraio del 1990. La scarcerazione avverrà in diretta televisiva, mondiale. Nel 1993 riceve il premio Nobel per la pace, insieme con Frederik de Klerk, allora presidente del Sud Africa, l'ultimo Presidente bianco. Mandela vince le elezioni del 1994 e De Klerk, lo sconfitto, diventa il suo vice presidente. Mandela è scomparso pochi giorni fa, all'età di 95 anni. Rimarrà sempre uno degli ultimi grandi del '900 che mise al centro della sua azione e del suo fare politica, la lotta per la libertà e per l'uguaglianza, tanto da riuscire ad affermare, a partire dal suo paese, il principio per cui tutte le persone sono uguali".
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