Bologna, 26/09/2011

CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO, INTERVENTO DI DANILO GRUPPI, SEGRETARIO CGIL BOLOGNA


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Trasmettiamo l'intervento di Danilo Gruppi, segretario Cgil Bologna, effettuato durante il Consiglio comunale straordinario sulle ricadute della Manovra finanziaria nell'ambito bolognese.

"Credo che questa sia un’occasione davvero importante e una sede davvero autorevole per fare il punto della situazione, soprattutto se sarà in grado di produrre novità apprezzabili da coloro che sono fuori da questa sala e che esprimono un livello molto elevato di aspettative nei confronti di iniziative come queste. Il mio sarà un contributo che parte da un punto di vista specifico, parte un po’ più da lontano per arrivare alla stretta attualità. Noi pensiamo che Bologna e il sistema territoriale siano fermi da troppo tempo e in ritardo da almeno 15 anni. Due questioni su tutte: il processo demografico che ha alterato profondamente la composizione sociale di questa città e ha finito per determinare una fortissima sollecitazione sull’intero sistema che era stato concepito per un’altra fase, non per quella che stiamo attraversando; poi il mutamento del sistema produttivo. Quando parlo di sistema produttivo non dimentico che si tratta di circa un 30% di Pil e che quindi costituisce un punto fondamentale al quale va prestata tutta la nostra attenzione. Dicevo un grande mutamento del sistema produttivo sempre più polarizzato in questi anni tra chi ha saputo stare al passo e chi invece perdeva colpi, le perde tuttora e mette a nudo un serio problema di competitività. Parto da qui perché per costruire un nuovo welfare abbiamo bisogno di straordinari investimenti, tenuto conto che il welfare è garanzia di diritti, non gli unici, ma sicuramente fondamentali. Invece in quel contesto già problematico di suo, è piombata la crisi, una crisi che sotto il profilo sociale ci consegna una realtà molto seria e che, anche a Bologna, è in via di ulteriore aggravamento, come ci dicono le notizie sugli ultimi casi di crisi aziendali con diverse centinaia di persone che perdono il lavoro.
Ci sono circa 70 mila persone iscritte ai servizi per l’impiego con l’immediata dichiarazione di disponibilità, quasi un giovane su tre senza lavoro. È in corso una tremenda precarizzazione del lavoro, c’è un aumento più che palpabile della povertà come del resto ci dicono i dati della Caritas. Povertà che fino a ieri sarebbe stata inimmaginabile. Una condizione sociale compromessa che, oltre ad essere pesantissima per chi la subisce, produce anche due effetti diretti: il primo è quello di alterare pericolosamente il grado di coesione sociale; il secondo effetto è che alimenta ulteriormente una grave spirale recessiva e, come ha dimostrato una recente indagine, comprime la domanda interna, i consumi delle persone, persino quelli alimentari. Anche per questo, lasciatemelo dire, è l'unico riferimento che faccio al contesto nazionale, sarebbe stata necessaria una linea opposta a quella che ha preso corpo in entrambe le manovre estive volute dal Governo. Tuttavia noi non ci rassegniamo e anche nelle prossime settimane proseguiremo le nostre iniziative di lotta.

La dura realtà con la quale occorre confrontarci, mette ora tutti quanti noi di fronte alla responsabilità di individuare e provare a praticare per quanto possibile nel contesto dato, una via originale in grado di offrire una prospettiva a questo territorio. Un territorio che, proprio per le sue caratteristiche di fondo, rischia di pagare un tributo elevatissimo. Io vorrei insistere su questa originalità, sulla strada dell’innovazione che andrebbe praticata con quel gusto e con quella spinta della ricerca che è tipico di un laboratorio. Su ciò sono molto d’accordo con l’intervento di Massimo Ferrante. Bisogna tornare a concepire questo territorio come un luogo che ha la capacità di inventare soluzioni nuove per renderlo più aderente ad una domanda sociale crescente. Un’innovazione della dotazione infrastrutturale del territorio sempre più decisiva nell’economia moderna per conseguire un livello adeguato e soprattutto duraturo di competitività, come chiave per definire una nuova era della ricerca e della formazione a partire dall’Università, dalla scuola pubblica e dalle scuole tecniche. E’ poi necessaria un’innovazione dell’attuale assetto istituzionale, ormai, mi permetto di definirlo così, del tutto inadeguato a governare processi così delicati come quelli che abbiamo di fronte e che richiedono, invece, una visione di insieme e soprattutto una sufficiente massa critica per costruire risposte all’altezza dei problemi stessi. In questo senso serve accelerare l’iter di una vera città metropolitana, superando la Provincia e riducendo il numero dei Comuni sul territorio: azioni e proposte concrete per ridurre i costi della politica. Una città che si candidi a quel ruolo che le dovrebbe competere cioè di perno essenziale per l’innovazione ha bisogno di un solo sistema fieristico, di un solo sistema aeroportuale, di un solo sistema di trasporto pubblico locale, di un solo sistema di gestione del ciclo dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti. Quindi una via maestra anche per praticare una politica industriale che è sempre più necessaria per governare le trasformazioni che abbiamo davanti, senza i timori che rischiano di rispondere soltanto all’emergenza e che, in poco tempo, finirebbero di bruciare la possibilità di intraprendere azioni di sviluppo industriale. Di questa via originale, nel segno nell’innovazione, fanno parte, a mio giudizio, com’è nella migliore tradizione, le relazioni sindacali, cioè di come il lavoro e l’impresa sanno trovare nella contrattazione soluzioni intelligenti e condivise ai problemi sia in momenti positivi sia quando il momento è così sfavorevole. Io penso che la durezza della fase ci imponga di avere una visione strategica di medio e lungo periodo, alla quale occorre giungere con il contributo di tutti. Vorrei chiudere infine, scusandomi ancora una volta per dover andare via, avanzando una proposta che guarda oltre l'attualità e che personalmente vorrei venisse intesa come un tentativo corale, per superare i problemi urgenti e per tante persone drammatici, a partire da quei tagli che ci sono stati ben rappresentati con grandissima efficacia dalla Vice Sindaco.

La situazione relativa ai tagli vorrei affrontarla molto direttamente, anche perché al netto di tutti gli approfondimenti che dovremmo fare, bisogna sapere che se non sarà governata adeguatamente determinerà una condizione pericolosa. La proposta deve tenere conto delle attuali caratteristiche del sistema fiscale che, nell’ambito della responsabilità sociale delle imprese, possa fornire un contributo, uno strumento che possa avvalersi dell'aiuto dei cittadini, attraverso il cinque per mille in grado di raccogliere diversi milioni d’euro per sostenere il sistema di welfare. Qui c’è un punto delicatissimo: le soluzioni sono utili nella misura in cui stanno in relazione con il sistema territoriale, tenuto conto di come è fatta questa città, del suo sistema produttivo, e quindi della necessità di continuare a generare quel livello di occupazione femminile che abbiamo creato. Per questo dobbiamo proporre quindi una fondazione di comunità per sostenere il sistema di welfare che tuteli in primo luogo due priorità assolute come i bambini e i non autosufficienti. Attenzione perché se mancano le risorse diventa astratta la discussione su che cosa debba fare di più il pubblico o di più il privato. Proviamo a metterci d’accordo sul fatto che occorre mettere risorse aggiuntive. Avanzo una proposta molto concreta che si può fare in tempi brevissimi e cioè di fare un’intesa territoriale tra associazioni di impresa, organizzazioni sindacali e istituzioni locali che renda inapplicabile a Bologna l’articolo 8. Io penso che per un sistema territoriale come il nostro, sarebbe un grande atto di responsabilità politica, esattamente quella che è mancata a livello nazionale. In quel contesto si è perseguito una modalità di rottura che è esattamente il contrario di ciò che occorrerebbe fare in un momento come quello che stiamo attraversando. Qui occorre pervenire ad una intesa che sarebbe un’ottima premessa per l’avvio di quel confronto sul piano strategico metropolitano che abbiamo tutti quanti già avuto modo di definire. Un’occasione quindi importante per lavorare, delineare una prospettiva utile, alla quale applicarci con convinzione e con la concretezza necessaria. Vi ringrazio".
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