| ![]() | ![]() |
Bologna, 17/05/2013
|
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord): "Visto l'articolo di stampa relativo all'allerta negli ospedali bolognesi per il virus aviaria e Sars, chiede al Sindaco e alla Giunta se è a conoscenza di tale allarme ed in caso di risposta affermativa quali misure profilattiche sono state messe in atto per evitare possibili epidemie; quali controlli sono stati predisposti presso la stazione e l'aeroporto di Bologna, considerato che le zone a rischio restano la Cina, il medio oriente e la penisola arabica". La risposta dell'assessore alla Sanità, Luca Rizzo Nervo: "Grazie Presidente. Prima cosa proprio, per evitare come giustamente lei diceva consigliera qualunque allarmismo, nessuna allerta negli ospedali, ieri il Ministero della Salute ha inviato al Servizio di Sanità Pubblica della Direzione Sanità della Regione Emilia Romagna due circolari finalizzate principalmente alla sorveglianza e diagnosi delle due malattie in oggetto e oggi in mattinata sono state inviate alle Aziende Ausl. Il MERS coronavirus, così definito ieri dal comitato internazionale per la tassonomia dei virus fu scoperto fra giugno e settembre 2012. Il primo caso descritto di infezione da nuovo coronavirus fu in un uomo di 60 anni residente, come lei ricordava, in Arabia Saudita che morì per insufficienza renale subentrata nel corso di una severa polmonite polmonite nel giugno del 2012. Un coronavirus precedentemente sconosciuto fu isolato da questo paziente ed identificato col nome di Coronavirus Umano. Nel settembre del 2012, fu segnalato un secondo caso in un uomo de Quatar, che fu trasferito in Europa per cure mediche. Nel novembre 2012, ulteriori casi con simili patologie furono segnalati in Arabia Saudita e in Quatar. Questi comprendevano un cluster familiare con tre casi confermati e uno probabile. In seguito due casi fatali furono confermati retrospettivamente analizzando campioni biologici di un cluster di 11 casi di infezione alle basse vie respiratorie, che ha coinvolto anche personale sanitario, avvenuto nella rianimazione dell’ospedale della città Giordana di Zarka. Ancora nel febbraio 2013, in Inghilterra fu riportato un cluster di nuovo coronavirus, dove il caso indice ha viaggiato dal Pakistan all’Arabia Saudita per recarsi alla Mecca a pregare per il figlio ammalato di tumore, 10 giorni prima dell’inizio dei sintomi, fra i contatti familiari si sono sviluppati due casi, il primo nel figlio con il tumore, che aveva visto al suo domicilio e il secondo nella figlia che lo aveva visto solamente in ospedale la quale ha avuto una ILI che non ha richiesto ospedalizzazione. In febbraio sono stati segnalati altri tre casi sporadici. Il 25 marzo 2013, Il Robert Koch Insitute (RKI) tedesco, segnalò nel paese un secondo caso importato. Il paziente, un uomo di 73 anni, con patologie preesistenti, è stato prima ospedalizzato negli Emirati Arabi Uniti e poi trasferito in Germania a Monaco per assistenza medica specializzata dove in seguito è stata fatta questa diagnosi. Il paziente è deceduto nel 2013. Il 1 maggio 2013, quindi poche settimane fa, Il Ministro della Sanità dell’Arabia Saudita segnala all’Organizzazione Mondiale della Sanità sette casi recenti, cinque dei quali fatali. Tutti i casi fatali hanno avuto origine nella provincia di Al Ahsa in Arabia Saudita. . Tra il 3 e l’8 maggio 2013, Il Ministro della Sanità dell’Arabia Saudita segnala ulteriori otto nuovi casi, e l’8 maggio , è stato segnalato il primo caso anche in Francia. Il paziente ha una storia di una viaggio recente negli Emirati Arabi Uniti che quindi conferma il l'esistenza del ceppo in questo Paese. E’ stato ospedalizzato in Francia il 23 aprile e per i primi due giorni ha condiviso la stanza con una altra persona che poi è stata dimessa, la quale 9 giorni dopo ha sviluppato una insufficenza respiratoria. Tutte due i pazienti sono attualmente in rianimazione. Vi sono quindi tutta una serie di casi, ultimi dei quali quelli del 13 e 14 maggio, sempre segnalati dall'autorità sanitaria Arabia Saudita. Ieri l'UMS comunica ufficialmente che i casi sono stati 40 in totale con 20 decessi, due dei quali riguardano il personale sanitario in contatto con i pazienti infetti. Per quanto riguarda l'influenza aviaria è comparsa in Cina alla fine di marzo 2013 e a tutt'oggi è limitata alla Cina e al caso di una turista arrivata a Taiwan. Per quanto riguarda i posti di frontiera, porti e aereporti, cui anche la sua domanda faceva riferimento la competenza è del Ministero della Salute tramite i suoi uffici periferici che hanno appunto uffici di sanità pubblica dell'area marittima e dell'area di frontiera. Dunque Consigliera, la domanda è stata girata come è ovvio alla Sanità Pubblica e non vi sono ad oggi né presenze di casi conclamati né di casi sospetti né un qualsivoglia rischio o allerta imminente negli ospedali del nostro territorio e più in generale negli ospedali italiani. C'è un'attenzione che riguarda tutte le autorità sanitarie nazionali e internazionali, in particolare quelle di competenza dove questo virus si è sviluppato con maggiore forza e più rilevanti esiti, per tenere monitorata la situazione ed evitare che vi sia una diffusione ampia che invece per ora si limita ai 40 casi che ricordavo un attimo fa."
|