Bologna, 11/09/2015

QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULL'ABBATTIMENTO DI ALBERI NEI GIARDINI PUBBLICI DI VILLA DELLE ROSE


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L'assessore all'Ambiente, Patrizia Gabellini, ha risposto all'interpellanza del consigliere Lorenzo Tomassini (FI) sull'abbattimento di alberi nei giardini pubblici di Villa delle Rose.

Interpellanza del consigliere Tomassini:
"Premesso che:
un cittadino ha segnalato che l'8 luglio u.s. sono stati abbattuti 3 alberi di alto fusto (fra cui 2 platani) ai giardini pubblici di Villa delle Rose;
gli incaricati del Comune hanno addotto la motivazione dell'abbattimento degli alberi al pericolo della loro vicinanza agli stabili (fra questi vi è quello destinato al Teatro delle Celebrazioni);
che in realtà questi alberi erano presenti sul territorio da almeno 40 anni.
Tutto ciò premesso, formula la presente interpellanza  per conoscere:
se il Sindaco sia a conoscenza della situazione esposta;
se il Sindaco e l'Amministrazione non ritengano che la rimozione di alberi sul territorio non avvenga in maniera sommaria e troppo spesso frettolosa (come accaduto in precedenza con l'abbattimento di molti alberi per la costruzione della cosiddetta Tangenziale delle biciclette che risulta tuttora pressoché deserta);
se il Sindaco non reputi necessario uno studio più approfondito quando si ravvisi la necessità di abbattere alberi che costituiscono il polmone verde della città;
se l'Amministrazione abbia agito in tal senso per la concomitanza dell'avvio dei lavori di ristrutturazione dell'edificio adibito al Teatro delle Celebrazioni".

Risposta dell'assessore Gabellini:

"Prima di tutto risponderei in modo puntuale alla sua domanda relativamente al Teatro delle Celebrazioni e all'area in via Saragozza. Da questo ho preso spunto per sollevare questioni più generali.
Eravamo al corrente della situazione in via Saragozza 236, tanto è vero che ci sono una serie di pratiche di cui do conto per cui il 7 marzo 2015 l'Amministrazione ha ricevuto una comunicazione tramite PEC con la quale la presidente della della Fondazione casa di riposo Lydia Borrelli ubicata in via Saragozza 236 (Teatro delle Celebrazioni), chiedeva l'abbattimento urgente di esemplari arborei, facendo riferimento all'articolo 9 del regolamento del Verde che proprio è quello che consente un abbattimento parziale in caso di urgenza. L'Amministrazione ha riscontrato questa richiesta dicendo che non si ravvisavano motivi di urgenza e quindi si faceva riferimento al fatto che l'unica ragione per potere abbattere degli alberi era lo stato di salute fitosanitaria.
Questo ha portato il 17 marzo 2015 da parte della Fondazione casa di riposo a presentare una perizia tecnica sullo stato di questi esemplari, due platani e due cipressi. A seguito di questa perizia, tre di queste piante, i due platani e un cipresso, sono risultati attaccati dai funghi, questa è la grande malattia che c'è, e quindi si è data l'autorizzazione ad abbatterne tre, per il quarto non c'erano ragioni. Quindi non è una pratica edilizia che ha dato origine a quell'abbattimento bensì uno stato documentato con perizia della salute degli alberi.
Veniamo alla questione che le solleva e che mi pare quella rilevante: quali sono i criteri che muovono l'Amministrazione a rimuovere degli alberi? Per quello che posso conoscere del comportamento del Settore deputato alla cura del Verde a Bologna, posso dire che ogni volta che c'è un abbattimento, perché si sa che la pianta non ha per un occhio non esperto dei segnali evidenti di malattia procede, anticipatamente si fa una comunicazione ai cittadini e si procede con delle perizie che non sono solo a vista, ma anche con delle macchine apposite per capire lo stato di salute interno della pianta. Questo è il criterio che muove per quello che io posso riscontrare non solo dalla documentazione, ma anche di confronto continuo che c'è, perché l'attenzione è massima. Cosa è successo con l'abbinamento abbattimenti e tangenziale della bicicletta. Per quanto riguarda la tangenziale ci sono stati due abbattimenti dovuti a imperizia, si è leso durante i lavori la parte della radice, per cui non era più sicuro tenere le piante; su otto chilometri di tangenziale della bicicletta può capitare. La questione di San Donato è analoga. Viene definita proprio una esecuzione maldestra di scavo. E questo riguarda un numero di piante che per altro non sono state ancora state abbattute, perché si sta ancora verificando il grado di danno effettivo che porta a mettere davanti questioni di sicurezza. Quello che lei vede in contraddizione non ha dunque a che fare con due pesi e due misure. In riferimento agli anni della pianta, devo dire purtroppo che l'età di una pianta non è nella maggior parte dei casi una garanzia, anzi, le piante hanno delle vite e a seconda delle specie c'è una vita oltre la quale la pianta può crollare. Che esistano dei tracolli lo vediamo, perché ne sono successi, non ci stiamo inventando nulla e questo è l'atteggiamento di fondo; per le ciclabili abbiamo detto invece che ci sono stati incidenti di percorso, perché sia chiaro che la costruzione della pista ciclabile deve essere fatta senza abbattimento di alberi. Questa è una affermazione che mi sento di potere fare, e aggiungo che - e chiudo - siccome c'è questa grande sensibilità diffusa, e una conoscenza di questa materia che non è ancora affinata (ci sono stati dei casi in cui si è di fronte a specie che dovrebbero essere sostituite, vuoi per età vuoi per i cambiamenti climatici in questi anni di siccità forte, di inquinamento, ormai hanno reso le piante dei sopravvissuti), abbiamo evitato di procedere con una progettazione di efficacia ambientale in città proprio per non creare una tensione visto qual è il sentimento che da un po' di anni si è affermato rispetto al verde cittadino, che ci sta molto a cuore".
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