Bologna, 06/05/2013

CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO IN RICORDO DI MAURIZIO CEVENINI, L'INTERVENTO DI CIRO ANDREOTTI


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Di seguito l'intervento di Ciro Andreotti autore di una tesi dal titolo "Maurizio Cevenini: il diversamente politico"

"Desidero prima di tutto fare un doveroso ringraziamento al Comune di Bologna per l’occasione offertami. Lo dico perché sono abituato ad entrare in questa sala consigliare recandomi sul fondo, ovvero la dove si trova il pubblico, spesso sedendomi in ultima fila, e non certo nella posizione nella quale mi trovo ora, oltre tutto se qualche mese fa mi avessero detto che mi sarei trovato qui proprio al fianco del sindaco Merola a parlare in pubblico beh ovviamente avrei scosso la testa e avrei sorriso, al contrario oggi sono così vicino al sindaco che potrei quasi toccarlo.

Desidero raccontarvi qualche aneddoto necessario per farvi capire come mi sia avvicinato a questa giornata e come all’idea di narrare questa storia.

Il primo aneddoto riguarda il momento in cui ho visitato questa sala assieme alla presidente del consiglio: Simona Lembi. Quel giorno di tre settimane fa ho scambiato qualche battuta con un usciere, spero di non offenderne la professione definendolo così, ebbene questi mi disse, vado a memoria: ”Se Cevenini sapesse che uno che si chiama Andreotti ne sta per parlare in Comune, magari pure bene, probabilmente o ne sorriderebbe oppure penserebbe di essere ad un passo da un compromesso storico” ebbene questa battuta mi ha fatto talmente sorridere, e mi fa sorridere ancora oggi, al punto che sono ancora più contento di essere qua ora in questo momento.

A questo punto desidero raccontarvi invece l’evento che mi ha spinto a parlare di Maurizio Cevenini, che va detto, non ho avuto il piacere di conoscere personalmente. È un evento di cui ho scritto ma che reputo significativo e quindi meritevole di essere narrato … Sul finire di Luglio di due anni fa mi trovavo a San Lazzaro di Savena la sera dell’inaugurazione della fiera … mi avvicino alla piazza e noto un gruppo di persone che attornia una figura centrale che non riesco minimamente a distinguere, la mia fantasia mi ha portato a supporre che si potesse trattare dello scrittore Loriano Macchiavelli, che risiede proprio a s. Lazzaro da molti anni… ho scartato però questa ipotesi quasi immediatamente perché non lo reputavo capace di catalizzare l’attenzione di così tante persone. Poi io ho una mente che è fin troppo calcio centrica … quindi iniziai ad immaginare che quel gruppo di persone si fosse formato per celebrare Marco Di Vaio …. Ovviamente avrete capito per chi si fosse creata quella folla, una folla che una volta aperta mi lasciò pronunciare più o meno questa frase, chi era con me quella sera, e è presente qua in sala Ora, se ne ricorda sin troppo bene: “Non ci credo non è Di Vaio è Cevenini!!!!”, Al di la della delusione del momento per non aver visto Di Vaio credo che la mia scelta, che forse era già sedimentata in me, si sia concretizzata in quel preciso istante, perché vedendo quell’uomo in mezzo a quelle persone e pensare che stavo osservando un politico beh l’ho giudicato qualche cosa di veramente atipico. E’li che probabilmente ha iniziato a prendere forma l’idea di raccontare questa storia, una storia che non poteva non destare il mio interesse, perché parlare di Maurizio Cevenini significa indirettamente parlare di Bologna.

Lo scopo del mio studio “Maurizio CeveniniIl diversamente Politico”, è stato ripercorrere la vita politica di Maurizio Cevenini attraverso tre punti e in particolare: le strategie comunicative da lui impiegate per cercare di intercettare i possibili segmenti elettorali della città, Il suo rapporto con la carta stampata, con gli organi di informazione e con i media anche di ultima generazione, Il comportamento tenuto nel corso delle elezioni primarie del Partito Democratico.

Di Cevenini ho ripercorso gli anni che vanno dal 1995 a oggi, la parte che ho maggiormente sottolineato della sua figura è proprio questa originalità, questo modo di comportarsi stando in contatto perenne con la gente, un contatto che ho tentato di esemplificare per mezzo di una massima aristotelica: ”L’uomo è un animale sociale” sottolineando come Cevenini non ha mai demandato a nessuno questo aspetto della propria professione che reputa piacevole e funzionale al suo modo di essere, cercando di porsi alla stregua di quelle persone che incontra, come nel caso che ho poco fa descritto, relativo all’inaugurazione della fiera di San Lazzaro. Tutto questo per poter trarre una continua risposta da parte dell’elettorato nel tentativo di abbattere quell’eterno muro che divide politica e cittadinanza, personalizzando in modo esclusivo la propria figura politica sempre entro il perimetro del mondo del centro-sinistra.

Cevenini unisce questa legittimazione di piazza che ho definito “Dal basso”, ovvero da parte dell’elettorato, all’impiego dei mezzi di comunicazione; con quelli di tipo più tradizionale (radio TV e carta stampata) prosegue nell’approcciarsi in maniera scevra da sovrastrutture. Chi appartiene al mondo dell’informazione sa che da Cevenini riceverà sempre risposte chiare, puntuali e prive di giri di parole. Per quel che invece riguarda i mezzi di ultima generazione, che si tratti del sito internet ufficiale sino all’uso dei social network, questi sono mezzi che per sua stessa ammissione non gli sono consueti, ma che gli permettono di mostrare, e mostrarsi, anche a coloro che non hanno potuto vederlo di persona o che magari desiderino rivederlo nel corso dei suoi interventi pubblici, che si tratti di una manifestazione più informale, come l’inaugurazione di una fiera, oppure un intervento nel corso di una manifestazione più ufficiale.

Per concludere ho parlato del rapporto con il partito di appartenenza e con L’elettorato, per mezzo del ricordo relativo alle tre elezioni primarie alle quali Cevenini ha preso parte nel tentativo di essere il candidato alla carica di sindaco. Dimostrando che è sempre la “legittimazione dal basso”, la legittimazione della base, che ha reso Cevenini il politico più votato e amato di Bologna.

Alla fine la domanda per la quale avevo dato il via a questo progetto e che mi rincorreva mentalmente da quel luglio di due anni fa, ovvero: “per quale ragione le persone di questa città amino e apprezzino in maniera così indiscriminata un personaggio come Maurizio Cevenini” bene quella domanda ha trovato una sola risposta credibile ovvero che l’elettorato e la cittadinanza riescono a rispecchiarsi facilmente in Cevenini, prima di tutto in termini umani e solo poi ne vedono la figura politica. Perché Maurizio Cevenini è prima di tutto un bolognese che sin da piccolo veniva probabilmente definito con la frase: ‘ lu lè le al fiù dal barbir ’ (lo traduco per chi non l’avesse capito: quello è il figlio del barbiere); una definizione che, in una città operosa e dedita al lavoro come questa, non può di certo farlo passare inosservato anzi lo normalizza, mettendolo cioè sullo stesso piano di coloro che conosce grazie alla sua presenza sul territorio.

Volevo aggiungere un ultimo aneddoto che quel che ho scritto si può facilmente riassumere per mezzo di un’ulteriore ricordo e di un piccolo sforzo di immaginazione, avrete capito che gli aneddoti questa sera si sprecano: alcuni mesi fa mi trovavo in un bar della città dove appeso ad un muro si vede un Maurizio Cevenini poco più che 40enne che chiacchiera all’interno di quel bar con una persona, tutto questo avviene mentre il professor Prodi appone una firma se non erro su un registro.. ebbene quel che ho scritto è fondamentalmente racchiuso in quella foto e non servirebbe aggiungere altro, questa sera avrei potuto mostrarvi quella foto e stare zitto perché in quell’immagine convivono l’aspetto politico, incarnato dal professor Prodi, il momento di convivialità, rappresentato dal parlare, e Bologna, che è la posizione geografica di quel bar, non appare l’aspetto tecnologico di Cevenini ma quello come detto è un mezzo e non un fine del suo agire.

Non ho volutamente mai parlato di Maurizio Cevenini all’imperfetto, questo perché credo che le idee e le azioni, al di la della fede politica, non si possono mai declinare all’imperfetto. Credo sarebbe splendido se si riuscisse a mantenere vivo il modo d’essere diversamente politico di questa persona come probabile antidoto alla disaffezione dell’elettorato nei confronti del mondo della politica e riuscire anche a portare a compimento quei progetti cui lui era legato, capisco non sia facile, ma sarebbe più importante di qualunque ricorrenza. Per terminare ovviamente il mio ringraziamento più sentito va alla famiglia Cevenini e a quella che ho personalmente definito “la sua famiglia allargata” ovvero, la sua segretaria storica, Tamara Imbaglione, e Silver, la mente tecnologica di Maurizio. Avete offerto ad un estraneo la possibilità di avvicinarsi a una storia che riguarda un vostro congiunto e amico. Il privilegio che mi avete concesso è una merce rara e preziosa, spero di averla trattata con estrema cura".
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