Bologna, 18/12/2015

CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DELLA CONSIGLIERA BENASSI (PD) SUL BILANCIO


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Di seguito, l'intervento della consigliera Benassi (PD) durante la presentazione del Bilancio 2016.

Grazie Presidente,

innanzitutto parto con un ringraziamento alla Vice Sindaco e agli Assessori per il lavoro svolto così come ai dirigenti e a tutto il personale dei settori che hanno permesso di discutere in commissione il bilancio e di poterlo approvare entro l’anno precedente al periodo di riferimento.
Come ogni anno ci siamo trovati a discutere il bilancio in un quadro politico differente da quelli precedenti. Proprio per questo motivo credo sia importante contestualizzare il nostro agire amministrativo con ciò che ci accade intorno, uno sguardo al mondo.
Un mondo, che è anche il nostro, in cui la lunga crisi ha generato malessere al tessuto sociale ed ha messo a dura prova la tenuta dello stesso sistema produttivo, ha aumentato le ingiustizie. Ha prodotto nuove povertà, emarginazione e solitudine.
Se, inoltre, volgiamo lo sguardo al di là dei nostri confini nazionali, le notizie non sono affatto confortanti. I conflitti, i disastri ambientali, conseguenze di una globalizzazione incapace di redistribuire ricchezza ovvero polarizzatrice di diseguaglianze economiche, hanno determinato una vera e propria emergenza del fenomeno migratorio, destinata a non concludersi nei tempi brevi.
La vera sfida, a mio parere, è quella in cui le persone riacquistino una scala di valori in grado di superare la pericolosa deriva egoistica. Questo almeno pensa il 51% degli italiani che mettono al secondo posto la giustizia sociale, ritenuta dal 33 % di loro uno dei fattori fondamentali per il futuro dell’Italia.
A guardare i dati, nel complesso emergono quelle diseguaglianze frutto di una crisi che ci ha reso meno benestanti, meno disposti a guardare cosa ci accade intorno, più preoccupati per il nostro futuro e quello dei nostri figli.
Eppure c’è una larga parte di cittadine e cittadini che guarda ai valori che un Paese si dà, come all’unica possibilità vera per uscire dall’ombra in cui la crisi economica ha fatto finire le parole come onestà e giustizia sociale.
E’ altrettanto vero però che gli ultimi dati Istat danno una seppur lieve inversione di tendenza rispetto all’Italia. Una ripresa lenta c’è, che si sta consolidando anche grazie ad alcuni elementi favorevoli della congiuntura internazionale (prezzo basso del petrolio e misure della Bce). Così per la prima volta dopo anni, nel 2015 avremo un Pil in crescita, ma soprattutto torna a crescere il potere d’acquisto delle famiglie.
Siamo di fronte ad un Paese che comincia a muoversi.
Infatti è il primo anno, dall'inizio di questo mandato, in cui vi sono le condizioni per poter procedere all’approvazione senza dover ricorrere all’esercizio provvisorio riportando alla normalità il ciclo di bilancio con i benefici per l'attività amministrativa. Alcune incertezze ci sono, ma a differenza degli anni scorsi il quadro di riferimento nazionale è tale da non pregiudicare l’approvazione dello stesso entro l'anno.
Il bilancio 2016-2018 presentato dalla Giunta al Consiglio è a legislazione vigente e non tiene conto del DDL di stabilità, ancora in discussione . Solo quando la legge entrerà in vigore si effettueranno le necessarie variazioni al bilancio, come ad esempio il Fondo di solidarietà comunale verrà ripartito entro il 30 aprile 2016 e il fondo per compensare l'esenzione dall'IMU sarà ripartito entro il 31 ottobre 2016.
Tra le azioni previste dal Governo, di rilevanza per enti locali, vi è l'abolizione della TASI sulla prima abitazione e diverse agevolazioni per l'IMU; il Governo si impegna a compensare integralmente i Comuni del mancato gettito, interrompendo così la serie di tagli che gli stessi hanno dovuto assorbire in questi anni.
Inoltre viene eliminato il vincolo del Patto di stabilità interno che prevedeva il raggiungimento di un saldo positivo determinato in base alla competenza, per la parte corrente, e alla cassa, per la parte in conto capitale.
Gli enti dovranno garantire un saldo non negativo tra entrate e spese finali di competenza; un saldo meno penalizzante per quegli enti che pur avendo risorse si sono ritrovati, in questi anni, a non poterle disporre per i vincoli di cassa del Patto (per le spese in conto capitale) mettendo gli stessi Comuni in difficoltà anche per i continui tagli di risorse.
Ricordo che dall’inizio del mandato il Comune di Bologna ha subito circa 200 milioni di tagli; un Comune quasi totalmente autonomo dal punto di vista tributario e finanziario, che ottiene le proprie risorse dai cittadini, ai quali deve rendere conto; che persegue con grande determinazione il contrasto all’evasione e l’equità nell’accesso e nella contribuzione ai servizi in modo da mantenere e migliorare la qualità degli stessi, come risulta dall’analisi del Documento Unico di Programmazione (DUP), il più importante documento di programmazione delle attività dell'ente che tiene conto delle linee di mandato amministrativo correlandolo al bilancio di previsione.
Il Comune di Bologna, essendo ente sperimentatore della nuova contabilità ha già introdotto come strumento di programmazione il DUP a partire dal bilancio di previsione 2014-2016. In esso sono contenuti gli obiettivi strategici suddivisi nelle 5 linee programmatiche di mandato.
Il lavoro fatto in questi anni dall’amministrazione per articolare il bilancio è in linea con il percorso di "controllo strategico- ciclo di gestione della performance". Costituisce una base concreta e trasparente per indicare le priorità dell'ente, individuarne gli obiettivi e monitorarne le politiche, ma soprattutto i risultati conseguiti relativamente a quelli previsti all'inizio del mandato.
Infatti attraverso questo strumento è possibile misurare e rendicontare l'azione amministrativa, con indicatori di qualità dei servizi offerti.
Progressi significativi si sono fatti grazie anche all’integrazione di strumenti specifici di programmazione, quali il bilancio ambientale e il bilancio di genere.

Il bilancio di previsione 2016-2018 del Comune di Bologna evidenzia la riduzione della pressione fiscale e tariffaria locale a cui si aggiunge il mantenimento dei livelli quantitativi e qualitativi dei servizi.
Ciò è possibile anche grazie ai risparmi di spesa conseguiti a livello locale, che confermano le riduzioni già effettuate negli esercizi precedenti e registrano ulteriori progressi, nel 2016 e negli anni successivi.

Analizzando il Bilancio pluriennale 2016-2018 nelle tendenze principali, la previsione per le entrate complessive hanno il seguente ammontare:
- 529,7 milioni di euro nel 2016;
- 520,8 milioni di euro nel 2017;
- 521,5 milioni di euro nel 2018.
Sulla base delle informazioni attualmente disponibili e delle scelte dell’Amministrazione di politica tributaria e tariffaria le risorse non finalizzate presentano la seguente evoluzione:
506,2 milioni di euro nel 2016;
502,3 milioni di euro nel 2017;
500,9 milioni di euro nel 2018.

Per quanto riguarda invece le entrate finalizzate si evidenziano i seguenti valori:
23,5 milioni di euro nel 2016;
18,5 milioni di euro nel 2017;
20,6 milioni di euro nel 2018.
Vengono confermate:
l'aliquota IMU agevolata (0,76% rispetto a quella ordinaria del 1,06%) per gli immobili locati a canone concordato e per alcuni comodati fra parenti di primo grado;
le tariffe per la refezione scolastica introdotte lo scorso anno che hanno consentito di ridurre i costi per tutte le famiglie che ne usufruiscono con un risparmio annuo complessivo per l'utenza di 3,5 milioni, pur aumentando la qualità delle materie prime e migliorando il servizio;
Vengono tenute ferme tutte le altre imposte e tariffe: la Tari, l'imposta di soggiorno, il Cosap, l'imposta di pubblicità, l'addizionale Irpef e la soglia di esenzione all'Irpef (12 mila euro).
Inoltre rimangono stabili dall'inizio del mandato, senza neppure il recupero dell'inflazione, tutte le tariffe dei servizi socio-assistenziali e dei servizi educativi diversi dalla refezione scolastica.

Se a ciò si aggiunge l’abolizione della TASI (al momento è mantenuta in bilancio con l'aliquota del 4,3 per mille), il risparmio complessivo per i contribuenti bolognesi è importante. Il Comune conferma l'applicazione della nuova normativa ISEE, già pienamente operativa per quanto riguarda i servizi educativi che consentirà anche controlli più precisi al fine di garantire equità nella distribuzione e accesso ai servizi in base alla capacità contributiva del nucleo familiare.

In considerazione del vincolo di pareggio di bilancio ovviamente i dati delle spese ipotizzate nel Bilancio pluriennale 2016-2018 sono analoghi a quelli delle entrate.

Sulla base dei dati contabili le spese non finalizzate 2016 ammontano a 506,2 milioni di euro, con un aumento contabile di 14,4 milioni di euro rispetto all’analogo dato del 2015 (pari a 491,8 milioni di euro).
Inoltre nel budget 2016 si è costituito un accantonamento del 100% al fondo crediti di dubbia esigibilità, invece del 55% accantonato nel budget dello scorso anno, pur essendo ancora in vigore la normativa che consente un accantonamento ridotto (sempre pari al limite del 55% nel 2016). Ciò anche a scopo prudenziale dato che sarà possibile valutare gli effetti della Legge di stabilità solo dopo la sua approvazione.

Siamo invece in presenza di un'ulteriore riduzione della spesa non finalizzata pari a oltre 11,4 milioni di euro.
La componente più rilevante di questa riduzione è rappresentata dal venire meno nel 2016 della spesa degli Uffici giudiziari (che si può stimare in circa 9 milioni di euro), ma continuano a calare nel confronto con il Budget 2015 anche le spese di personale (-1,7 milioni di euro) e quelle relative al servizio del debito (circa 3,4 milioni di euro in meno, di cui 1,3 milioni di minori interessi e 2,1 milioni di minore quota capitale).

In aumento invece rispetto al Budget 2015: alcune voci di spesa dei consumi specifici per quanto riguarda gli stanziamenti di parte corrente destinati agli interventi sulle strade e segnaletica e sul verde pubblico e quelli relativi all'emergenza abitativa; aumenti delle risorse non finalizzate si verificano anche per potenziare i servizi educativi, scolastici e socio-assistenziali.
La Giunta ha ritenuto prioritario il mantenimento e la qualificazione dei servizi, sia confermando le risorse ai quartieri, sia stanziando già in fase di previsione risorse più adeguate per alcuni interventi. Rispetto al budget 2015 si osservano, ad esempio, maggiori risorse per i servizi educativi, per il disagio adulti, per i disabili, per l'emergenza abitativa e la cura della città, prevedendo per i lavori pubblici investimenti per 78,3 milioni, nel 2016.

Per quanto riguarda i servizi di welfare, sarà importante verificare le nuove risorse che potranno derivare dagli interventi previsti nel DDL di stabilità per le azioni di contrasto alla povertà e gli interventi per la non autosufficienza.
A ciò si aggiungono alcune importanti misure previste nel bilancio di previsione presentato dalla Regione Emilia Romagna; si tratta in particolare dell'introduzione del reddito di solidarietà, per venire incontro alle esigenze delle famiglie più povere, per cui sono stanziati 75 milioni, e dell'azzeramento dell'Irap per le ASP e per i privati che gestiscono, per il pubblico, servizi alla persona.

Nelle linee programmatiche che riguardano l’ambito della promozione della salute e dell’attività sportiva sono previsti nel bilancio 2016-2018 finanziamenti per la manutenzione dell’impiantistica sportiva anche nella prospettiva dell'ampliamento del bacino di utenza con la città Metropolitana.
Si prevede infatti la programmazione di interventi complessivi sull’impiantistica per migliorare l'offerta e le condizioni di fruibilità dei cittadini, con particolare riferimento all'offerta natatoria pubblica in città. Sono in corso diversi progetti finalizzati per migliorare e implementare l'offerta di servizi; obiettivi primari sono:
prevenzione delle malattie, e promozione di stili di vita sani (attività motoria per anziani, minori, disabili, ecc.);
fruibilità degli impianti e la loro cura, mantenimento e sviluppo in modo da utilizzare l'impiantistica anche per attività e finalità diverse, ma compatibili rispetto a quelle tradizionali;
migliorare la qualità e la quantità degli spazi acqua per assicurare a tutti i richiedenti lo svolgimento delle attività agonistiche nelle varie discipline sportive che richiedono l'uso di piscine, l'attività formativa e ricreativa e per dare risposta equa e qualitativamente adeguata ai crescenti bisogni della cittadinanza di svolgere attività di cura, riabilitazione e prevenzione delle malattie.

Inoltre sono avviati interventi già strutturati in veri e propri servizi attraverso progetti.
Tra questi prosegue , l'”Osservatorio della promozione della salute e dell'equità”, si tratta di un Osservatorio cittadino che opera nell’ambito della prevenzione e dell'equità con diverse modalità e strumenti attraverso la costruzione di una cabina di regia per la mappatura e raccolta dati di soggetti pubblici e privati, al fine di condividere obiettivi sulla promozione della salute; quindi diffusione di iniziative e interventi ad hoc del Terzo Settore o su iniziativa spontanea di gruppi di cittadini particolarmente sensibili.
Le aree di intervento riguardano i corretti stili di vita e di comportamenti ecologici, alimentazione, attività fisica.
Per quanto riguarda le attività consolidate annuali di promozione della salute e dello sport sono attivi:
Progetto gruppi di cammino e memory training per over 65 attraverso l'attività motoria e l'allenamento della memoria, per fasce di popolazione portatrici di particolari patologie.
Progetto Parchi in Movimento attraverso l'attività motoria quale strumento di benessere e di promozione della salute della cittadinanza bolognese. Inoltre altri interventi di promozione dell’attività motoria sono promossi in collaborazione con l'associazionismo Sportivo, operanti sul territorio (Movibo, Palestre Sicure, Sport Day,) e altre iniziative di promozione della pratica sportiva, anche nell'ambito degli impianti sportivi cittadini.

Si ribadisce, quindi l’importanza dell’associazionismo e del volontariato sportivo Bolognese che questa amministrazione riconosce come interlocutore affidabile.
L’associazionismo e in particolare quello sportivo oggi deve essere in grado di interpretare le esigenze di una società in continua evoluzione, globalizzata, generatrice di nuovi bisogni che meritano rinnovate risposte.
Parto proprio dai contenuti che secondo me dovrebbero caratterizzare la sfida riformista in tema di sport. Prendo a riferimento lo scenario Europeo, lo sfondo sul quale disegnare una moderna idea di sport e una riformata cultura sportiva e motoria viene dall’Unità Sport della Commissione Europea i cui bandi riconoscono risorse a coloro che promuovono progetti di sport finalizzati all’inclusione sociale, all’integrazione multiculturale.
Bene garantire l’impiantistica sportiva per la pratica delle discipline, quindi mantenere gli impianti tradizionali, di favorire l’accesso al credito, di valorizzare le realtà associative, ma tutto questo non può più passare come prioritario rispetto a quelle che sono le ultime tendenze culturali in materia di sport e attività motoria.
Ossia la cultura del benessere, della qualità della vita per ogni cittadino sono ormai entrate a far parte del vocabolario quotidiano attraverso il sistema delle relazioni tra le persone.

E' fondamentale trovare il modo di coniugare insieme questa nuova cultura che tocca la prevenzione della salute, la sostenibilità ambientale, i corretti stili di vita, con lo sport tradizionale, quello delle discipline.
Occorre tenerli insieme, non c’è contrapposizione come si rischia di far emergere.
E’ tempo che le società sportive si facciano carico di tutto questo che non vuol dire snaturare la propria mission, cioè quello di vincere i campionati o le medaglie per i propri atleti, bensì allargare il proprio raggio di azione diventando un contenitore più ampio rispetto all’offerta di opportunità.

C’è bisogno allora di rimettere in gioco tutto il sistema e ridisegnare le competenze in una forma però inclusiva cioè che tenga tutti insieme i soggetti, le società sportive, gli Enti di promozione sportiva, il CONI, ma con un ruolo centrale da riconoscere alle Regioni e per quanto di loro competenza agli Enti locali.
Lo sport che promuove e chiede cittadinanza nelle politiche pubbliche locali e nazionali, che vuole vedere affermato questo principio nell’ambito dei diritti sociali costituzionalmente riconosciuti.
E’ uno sport che vuole e si deve far carico del sistema di welfare complessivo di comunità e come tale entra a far parte con pieno diritto e a pieno titolo con le proprie specificità.

L’associazionismo sportivo è sempre più ammortizzatore sociale e presidio territoriale, un’antenna capace di conoscenza e di legami sociali.
Occorre continuare l'azione di innovazione del sistema di welfare, promuovendo percorsi realistici per favorire una crescita sostenibile ed inclusiva, volta a rispondere alla domanda di nuove protezioni sociali e nuove tutele.
I dati sul Terzo Settore indicano chiaramente come, nell’ambito dell’associazionismo di promozione sociale, i soggetti sportivi siano di gran lunga la maggioranza nel vasto mondo delle Associazioni di Promozione Sociale. Ed arrivano a rappresentare più di un terzo del totale dei soggetti di terzo settore se, alle circa 95.000 società sportive presenti sul territorio nazionale, aggiungiamo altri soggetti che nella propria ragione sociale prevedono la pratica sportiva come attività complementare della propria mission.
L’associazionismo si sente impegnato quotidianamente a liberare gli spazi pubblici facendone un presidio di cittadinanza attiva e di partecipazione libera e democratica. Spazi per diffondere una nuova cultura sportiva inclusiva e solidale; l’attività motoria, soprattutto, assume una valenza e si afferma come un fattore educativo.
Nel futuro, pertanto, l’obiettivo dovrà essere quello di saper coniugare le politiche investendo in competenze e credibilità per essere all’altezza degli interlocutori pubblici e partner privati nella realizzazione dei nostri obiettivi.
Il mondo dell’associazionismo in questa città lo fa con progetti, coinvolgendo istituzioni e terzo settore. In un rapporto di trasparente sussidiarietà indirizzata a garantire un benessere individuale e di comunità. Nelle commissioni consiliari in particolare la 7 abbiamo avuto la fortuna di conoscere una moltitudine di realtà associative che collaborano quotidianamente con l’amministrazione. E’ un patrimonio inestimabile di questa città.
Occorre insistere nel chiedere una legittimazione di tutto questo, con risorse dedicate e un ruolo per lo sport sociale
Il Paese è legislativamente arretrato in tema di sport, tant’è che l’impianto normativo non ne prevede una definizione ma fa spesso riferimento a normative sui temi della salute, piuttosto che sulla fiscalità o sul lavoro.
L’associazionismo a Bologna è in salute, vivo e vivace, protagonista nella sfera istituzionale, nel sistema sportivo e nelle reti sociali.
La vera sfida di questa amministrazione è proprio ripensare il sistema di welfare e per muoversi in questa direzione è stato avviato un percorso per favorire la sussidiarietà e introdurre meccanismi nuovi e semplificati di coinvolgimento della cittadinanza alla cura dei beni comuni.
E come ci ricorda il Sindaco “collaborare significa diventare cittadini per scelta e non solo di diritto. Collaborare significa soprattutto esserci e non cedere alla rassegnazione, perché a Bologna la solidarietà è in fondo l’unico modo che conosciamo per essere davvero liberi”.
E allora corriamo ancora per un’altra idea di sport, portandoci dietro la nostra libertà di muoversi. Comunicare a tutti la precisa volontà di essere portatori di un pensiero ancorato nei valori di uguaglianza e libertà, che hanno animato la nostra storia. Cioè di un bene collettivo che si mette a disposizione per la realizzazione delle politiche pubbliche perché lo sport è prima di tutto un diritto.
Avanti, che abbiamo ancora strada da fare!
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